venerdì, Marzo 29, 2024
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Una donna muore per un attacco con l’acido ad Isfahan, una volta il maggior centro di attrazione turistica

Foto – Iran: la polizia ferma le donne perché “non sono adeguatamente vestite”

Una donna iraniana è morta domenica mentre insieme ad altre due donne rimaneva vittima dell’ultima serie di attacchi con l’acido avvenuti nella città di Isfahan, riferisce un sito web di notizie locali.

 

Il sito, citando un testimone oculare, dice che “una delle vittime è morta a causa delle bruciature da acido sul torace” e “le altre due, con ferite al volto e alle mani, sono state portate in ospedale per le cure”.

Secondo l’articolo il numero delle vittime di questa nuova ondata di attacchi con l’acido, scatenatasi negli ultimi giorni, è arrivato a 14 nella città di Isfahan, che una volta era una delle maggiori attrazioni turistiche dell’Iran.

Nel frattempo, secondo informazioni giunte dall’Iran, alle famiglie delle vittime di attacchi con l’acido è stato vietato di far pubblicare le foto delle vittime o di rilasciare interviste agli organi di stampa.

Una delle vittime ha detto: “Quei criminali appartenevano al gruppo Ansar-e Hezbollah”.

Alcune bande organizzate, affiliate al regime teocratico, hanno gettato acido sul volto di decine di ragazze di Isfahan, con la scusa che indossavano l’hijab “in maniera impropria” o di non essere ben velate.

Le donne erano state avvertite con SMS anonimi che gli sarebbe stato gettato l’acido se fossero apparse in pubblico senza essere adeguatamente velate.

Una donna di 27 anni di Isfahan, ha subito un attacco con l’acido mentre accostava con la sua auto per rispondere ad una telefonata della madre con il cellulare. Due persone su una motocicletta le hanno buttato l’acido e sono scappate.

La ragazza ha perso la vista in un occhio.

Un’altra vittima è stata attaccata mentre guidava. “Un motociclista ha gettato verso di me quasi due litri di acido attraverso il finestrino, colpendomi al viso, alle mani e al corpo”, ha detto la ragazza all’ISNA.

Maryam Rajavi, Presidente eletta della Resistenza Iraniana, ha espresso il suo profondo risentimento per questi crimini vergognosi perpetrati da elementi del regime teocratico ed ha chiesto a tutti gli organismi in difesa dei diritti umani e agli attivisti per i diritti delle donne di condannare queste atrocità. E ha detto: “Il silenzio della comunità internazionale di fronte a queste brutalità, con la scusa dei colloqui sul nucleare, equivale ad incoraggiare il regime dei mullah a continuare con queste atrocità in Iran”.

Ha aggiunto che il regime teocratico, temendo l’aumento del malcontento popolare, in particolare quello delle donne e dei giovani, sta tentando di impedire l’esplosione della loro rabbia attraverso queste brutalità e le intimidazioni. Ha chiesto ai giovani coraggiosi di aumentare le loro proteste contro queste crudeltà, perpetrate con la scusa di combattere la pratica del “velo improprio”.

 

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