venerdì, Marzo 29, 2024
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L’Europa deve smettere di ignorare le violazioni dei diritti umani in Iran in favore dei rapporti commerciali

a cura dello staff del CNRI

CNRI – Durante le enormi proteste anti-regime in Iran, l’ayatollah Hashemi Shahroudi si trovava in Germania per delle cure mediche e in risposta a questo, attivisti per i diritti ed ex-prigionieri politici hanno lanciato una campagna per richiedere il suo arresto per crimini contro l’umanità, come quelli compiuti durante gli scontri a Kooye Daneshgah.

Nel 1999, mentre Shahroudi era capo della magistratura, gli studenti universitari iraniani iniziarono una protesta pacifica contro la chiusura del giornale Salam e la campagna del regime contro i dissidenti.

Per tutta risposta, il gruppo fondamentalista di destra Ansar-e-Hezbollah si presentò nei campus per picchiare violentemente gli studenti e presto la protesta si trasformò in sei giorni di rivolta durante i quali vennero arrestati più di 1400 studenti. I brutali assalitori vennero prosciolti e solo un soldato semplice venne condannato con un processo-farsa.

Ma a Shahroudi è stato permesso di ritornare in Iran senza nessun commento da parte della Germania.

La maggior parte delle persone associa l’Europa ai diritti umani, ma il suo atteggiamento nei confronti dei diritti umani in Iran è spesso offuscato dagli accordi commerciali, e questa non è la prima volta che avviene.

A Febbraio 2017 il Primo Ministro svedese Stefan Löfven, leader del “primo governo femminista” ha guidato una delegazione commerciale in Iran di cui facevano parte 11 donne.

Tutte queste donne indossavano l’hijab durante un incontro con i funzionari iraniani, tutti uomini. Il problema è che in Iran le donne vengono costantemente punite per non essere vestite “in maniera modesta” e la “polizia per la moralità” aveva picchiato una ragazzina di 14 anni perché indossava jeans strappati, proprio una settimana prima dell’arrivo del governo femminista svedese.

Anche se questa notizia non fosse giunta al governo svedese in quel momento, la storia dei diritti delle donne in Iran è orribile. Si va dalla discriminazione in fatto di matrimonio, di divorzio e di custodia dei figli, all’aver diritto alla metà di eredità rispetto ai maschi della famiglia, al non avere diritto ad ottenere un passaporto o a viaggiare senza il permesso scritto dei propri mariti.

Persino ora, mentre la campagna contro l’hijab obbligatorio ha portato a molti arresti e a minacce di condanne fino a 10 anni di reclusione, la Svezia non ha ancora offerto il suo appoggio a queste donne.

Ma allora perché i paesi europei, persino quelli che stanno cercando di ottenere il rilascio dei loro compatrioti con doppia cittadinanza detenuti con false accuse nelle carceri iraniane, lavorano ancora con il regime in campo commerciale?

Semplice. La risposta è: il denaro.

Poco dopo che Shahroudi ha lasciato la Germania, è stato firmato un accordo finale per la produzione di veicoli della Mercedes Benz in Iran a partire da Marzo. Se la Germania avesse arrestato Shahroudi, non c’è alcun dubbio che questo accordo sarebbe saltato.

E non ci sono dubbi che questi accordi commerciali non stanno aiutando il popolo iraniano. L’impennata dei prezzi e l’enorme disoccupazione ha costretto il popolo iraniano a scendere nelle strade all’inizio di quest’anno e senza dubbio lo rifarà di nuovo.

I veri beneficiari sono i membri del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche (IRGC), una milizia che controlla la maggior parte dell’economia, e i terroristi che sostiene, come Hezbollah, Hamas e gli Houthis.

I leaders occidentali devono smettere di ignorare la sistematica oppressione esistente in Iran, in cambio del profitto oppure saranno colpevoli quanto gli stessi mullah.

 

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