venerdì, Marzo 29, 2024
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Iran: Una donna imprigionata per aver tentato di guardare una partita di pallavolo maschile a Teheran

Una donna britannico-iraniana di nome Ghonche Ghavami imprigionata per due mesi per aver tentato di guardare una partita di pallavolo maschile a Teheran

 

Indipendent – Ghoncheh Ghavami, 25 anni, è stata arrestata insieme a più di una dozzina di donne mentre cercavano di entrare in uno stadio dove la squadra nazionale maschile di iraniani giocava contro l’Italia il 20 giugno.

E’ stata rilasciata dal carcere, ma quando è tornata a raccogliere le sue cose giorni più tardi, è stata arrestata una seconda volta e trasferita al famigerato carcere Evin di Teheran, che è noto per detenere prigionieri politici e giornalisti.

Il fratello della Ghavami, 28 anni, Iman Ghavami, ha detto che ha telefonato alla sua famiglia in lacrime dicendo che era stata messa in isolamento per 41 giorni.

“[La famiglia] riesce a malapena a tenersi insieme”, ha detto lui a ITV News.

“Sono lacerati – non solo i miei genitori, ma i miei nonni, i miei zii, tutti.”

La Ghavami, un avvocato in erba che ha studiato a Londra, ha la doppia nazionalità iraniana e britannica.

Una campagna Facebook per liberarla è iniziata, ottenendo quasi 9.000 “like” e porta le proteste in altre partite di pallavolo iraniane.

Il Foreign and Common wealth Office in Inghilterra ha dichiarato che era “a conoscenza di segnalazioni” della sua prigionia e stava cercandole, ma i suoi poteri diplomatici sono limitati in Iran.

 Ghavami stava protestando con altri attivisti per i diritti femminili allo stadio Azadi, che significa “Libertà”, contro il divieto alle donne di guardare sport maschili.

 La legge è stata introdotta dopo la Rivoluzione islamica del 1979 perché il fatto una folla mista si goda i giochi, dove gli uomini non sono considerati completamente vestiti, è stato ritenuto non-islamico.

“Nelle condizioni attuali, la promiscuità di uomini e donne negli stadi non è nell’interesse pubblico”, ha detto il capo della polizia iraniana, Esmail Ahmadi Moghadam, secondo l’agenzia di stampa Fars.

“La posizione presa da studiosi religiosi e dalla Guida Suprema rimane invariata, e come esecutori della legge, non possiamo permettere alle donne di entrare negli stadi”.

 

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