venerdì, Marzo 29, 2024
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Iran: 17 esecuzioni in un giorno, tra le quali 5 impiccagioni pubbliche, a Kerman, Shiraz, Marvdasht e Bandar Abbas

Il capo della magistratura dei mullah: “Chi è il Segretario Generale per dire stop alle esecuzioni. Queste sono parole meschine, infondate e prive di raziocinio. L’esecuzione dei corruttori della terra è una questione interna”

All’alba di giovedì 18 Settembre, diciassette prigionieri sono stati impiccati a Kerman, Shiraz, Marvdasht e Bandar Abbas. Cinque delle vittime (quattro a Shiraz e una a Marvdasht) sono state impiccate in pubblico.

Otto detenuti della prigione di Shahab a Kerman sono stati impiccati collettivamente. Quattro prigionieri sono stati giustiziati nella prigione di Bandar Abbas.

Il 10 Settembre sette prigionieri, quasi tutti tra i 21 e i 24 anni, sono stati giustiziati nelle città di Karaj (con esecuzione pubblica) e Hamedan.

Il 1° Settembre quindici detenuti sono stati impiccati nelle prigioni di Hamedan e Zahedan e nella prigione di Ghezel Hessar a Karaj. Dieci erano i prigionieri che avevano preso parte alle proteste nella prigione di Ghezel Hessar.

Il 26 e 28 Agosto tredici detenuti sono stati impiccati nella prigione centrale di Bandar Abbas in due gruppi da otto e da cinque.

Il mullah Larijani, l’aguzzino capo della magistratura del regime, parlando in risposta al rapporto annuale del Segretario Generale dell’ONU nel quale si fa riferimento ad alcuni aspetti della catastrofica situazione dei diritti umani nel regime teocratico, ha detto: “Chi è il Segretario Generale per dire che si devono fermare le esecuzioni? Chi sono loro per dirlo? La pena di morte per i corruttori della terra è una questione interna… molte di queste cose sono state dette in un rapporto ufficiale di un’importante organizzazione internazionale. Queste parole sono meschine, infondate e prive di raziocinio… Non avete il diritto di dire, neanche sulla base dei diritti umani, perché siete credenti!”

L’immobilismo della comunità internazionale, in particolare dei paesi occidentali, nei confronti dei crimini del regime teocratico, tra i quali vi sono più di 1000 esecuzioni da quando il mullah Rouhani ha assunto la sua carica, ha incoraggiato il regime teocratico a continuare ed aumentare le torture, le esecuzioni e la repressione.

Il dossier sulle violazioni dei diritti umani in Iran dovrà essere presentato al Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Questo non è solo un passo essenziale da fare per interrompere questo ciclo di crimini ed esecuzioni, ma è necessario per l’adesione ai valori a difesa dei quali le Nazioni Unite sono state create.

Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana

19 Settembre 2014

 

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