giovedì, Marzo 28, 2024
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Il regime iraniano giustizia in massa 11 prigionieri tra cui un minorenne

CNRI – Il regime fondamentalista iraniano mercoledì ha giustiziato in massa 11 prigionieri ventenni, tra cui almeno uno che si ritiene fosse minorenne all’epoca del presunto crimine commesso. Altri tre prigionieri sono stati giustiziati martedì.

Le 11 vittime, tutti tra i 22 e i 25 anni, sono stati impiccati in massa all’alba del 25 Maggio nel famigerato carcere di Gohardasht (Rajai-Shahr) a Karaj, a nord-ovest di Tehran.

Tra questi c’era Mehdi Rajai, che si ritiene avesse 16 anni all’epoca del suo presunto crimine. 

I nomi di otto degli altri prigionieri dovrebbero essere Mohsen Agha-Mohammadi, Asghar Azizi, Farhad Bakhshayesh, Iman Fatemi-Pour, Javad Khorsandi, Hossein Mohammadi, Masoud Raghadi e Khosrow Robat-Dasti.

Martedì 24 Maggio altri tre prigionieri sono stati impiccati nel carcere di Qezelhesar, a Karaj. Uno di essi è stato identificato come Ruhollah Roshangar, sposato e padre di due figli. Tutti e tre avevano passato in carcere gli ultimi quattro anni.

Mercoledì inoltre, il regime dei mullah ha informato sette sunniti detenuti a Gohardasht che le loro condanne a morte sono state confermate dalla Sezione 28 del “tribunale rivoluzionario” del regime.

I sette prigionieri sono stati identificati come Davoud Abdollahi, Qasem Abesteh, Khosrow Besharat, Ayoub Karimi, Anvar Khezri, Farhad Salimi e Kamran Shikheh. Tutti e sette si trovano in carcere dal 7 Dicembre 2009.

Il regime fondamentalista iraniano ha nettamente aumentato il suo tasso di esecuzioni, eseguendo almeno 21 impiccagioni nel giro di 48 ore la scorsa settimana.

Farideh Karimi, membro del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana (CNRI) e attivista per i diritti umani, mercoledì ha chiesto una risposta immediata delle Nazioni Unite e dei governi esteri al vergognoso stato dei diritti umani in Iran.

“Il crescente numero delle esecuzioni di massa registrato in Iran nelle ultime settimane, dimostra chiaramente che il regime non ha assolutamente deciso di cambiare il suo vergognoso atteggiamento nei confronti dei diritti umani. Qualunque pretesa di moderazione con Hassan Rouhani è solamente un’illusione. È giunta il momento che le Nazioni Unite e le organizzazioni per i diritti umani condannino le brutali esecuzioni del regime dei mullah e che presentino il dossier sui diritti umani in Iran al Consiglio di Sicurezza dell’ONU”, ha detto.

Queste ultimi impiccagioni portano ad almeno 112 il numero delle persone giustiziate in Iran dal 10 Aprile. Tre di queste erano donne e si ritiene ci siano stati anche due minorenni.

Il regime fondamentalista iraniano all’inizio di questo mese ha amputato le dita di un trentenne di Mashhad, con l’ultima di una lunga serie di condanne draconiane emesse ed eseguite nelle ultime settimane.

Il Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana (CNRI) ha detto in un comunicato  del 13 Aprile, che la crescita del trend delle esecuzioni “volto ad intensificare il clima di terrore per impedire l’espandersi delle proteste delle varie classi sociali, soprattutto in un periodo di visite di alti rappresentanti europei, dimostra che le pretese di moderazione non sono che un’illusione per questo regime medievale”.

Amnesty International nel suo Rapporto Annuale sulla Pena di Morte pubblicato il 6 Aprile e relativo al 2015, ha scritto: “L’Iran ha messo a morte almeno 977 persone nel 2015, rispetto alle almeno 743 dell’anno precedente”.

“L’Iran da solo è responsabile dell’82% di tutte le esecuzioni registrate in Medio Oriente e Nord Africa”, ha detto questa organizzazione per i diritti umani.

Ci sono state oltre 2300 esecuzioni durante la presidenza di Hassan Rouhani. L’Inviato Speciale delle Nazioni Unite sulla Situazione dei Diritti Umani in Iran, a Marzo ha annunciato che il numero delle esecuzioni compiute in Iran nel 2015 è stato più alto che in qualunque altro periodo degli ultimi 25 anni. Rouhani ha esplicitamente appoggiato le esecuzioni come “esempi dei comandamenti di Dio” e “leggi del parlamento che appartengono al popolo”.

 

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