Il Vice-Presidente del Parlamento Europeo, nonché Presidente del Comitato Internazionale “In Search of Justice”, a nome di 4000 parlamentari e citando otto requisiti minimi per i residenti ha dichiarato: “Noi crediamo fermamente che la continuazione e il completamento del trasferimento debbano essere attuati dopo che questi minimi requisiti verranno soddisfatti”. ISJ nel suo dettagliato rapporto al Consiglio di Sicurezza ha scritto: “.. trasferire o vendere tutte le loro proprietà mobili e immobili – di un valore stimato di 500 milioni di dollari – è la condizione necessaria per lasciare Ashraf e chiuderlo”.
I membri del Congresso americano si sono così espressi il 25 Luglio: “Noi siamo seriamente preoccupati che l’Iraq possa esercitare pressione sui residenti di Liberty per rendere la loro vita miserabile su ordine di Tehran, allo scopo di costringerli a sottomettersi a Tehran e rinunciare alla loro opposizione al regime iraniano”. Hanno anche sollecitato il loro governo a realizzare “un intervento attivo e immediato per obbligare il governo iracheno a rispettare i suoi impegni e fornire i requisiti minimi chiesti dai residenti prima di qualunque ulteriore trasferimento di residenti di Ashraf a Camp Liberty”.
Struan Stevenson, Presidente della Delegazione del Parlamento Europeo per le Relazioni con l’Iraq, a nome dei membri anziani del Parlamento Europeo ha scritto il 25 Luglio 2012 ai funzionari dell’UE che, fino a che questi requisiti minimi non verranno soddisfatti “… noi non possiamo sollecitare il trasferimento finale dei rimanenti 1200 residenti di Ashraf con queste vergognose condizioni a Liberty”.
Il Comitato Parlamentare Britannico per la Libertà in Iran, che gode dell’appoggio della maggioranza della Camera dei Comuni e di oltre 200 Pari, ha scritto il 25 Luglio che, Martin Kobler “.. nella sua ultima roadmap non fissa alcuna data specifica per l’allacciamento di Camp Liberty alla rete elettrica nazionale o per i lavori idrici” e il fatto che “..l’Iraq abbia impedito ai residenti di Ashraf di vendere alcuna delle loro proprietà mobili o immobili” è stato ignorato. Perciò “… il Comitato Parlamentare Britannico per la Libertà in Iran consiglia ai rimanenti 1300 residenti di Campo Ashraf di non trasferirsi a Liberty finché il campo non ricada sotto il mandato delle Nazioni Unite e l’Iraq implementi i minimi requisiti umanitari”.
Il Dr. Saleh Mutlaq, Vice Primo Ministro iracheno, ha dichiarato il 28 Luglio: “I residenti di Ashraf non dovranno essere trasferiti a Camp Liberty con la forza… noi condanniamo le pressioni esercitate su di essi affinché rinuncino ai loro diritti…. Io sollecito le Nazioni Unite a rimandare il loro trasferimento fino a che delle condizioni di vita decenti non verranno fornite loro a Liberty”.
Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana
29 Luglio 2012