venerdì, Marzo 29, 2024
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La Camera dei Comuni ( GB ) respinge la ‘roadmap’ di Kobler per i residenti di Ashraf

Comunicato stampa del Comitato parlamentare britannico per la libertà dell’Iran

Scoop news: I membri della Camera dei Comuni di tutti i partiti hanno respinto mercoledì sera (25 luglio) una cosiddetta ‘roadmap’ per i residenti di Ashraf che mira a trasferire le “persone protette” in un campo descritto la scorsa settimana da un Gruppo di lavoro del Consiglio per i diritti umani come un “centro di detenzione”. La roadmap, presentata dal capo dell’UNAMI (Missione delle Nazioni Unite di Assistenza in Iraq) Martin Kobler, accantona i diritti dei residenti secondo le leggi internazionali e danneggia la credibilità della Missione delle Nazioni Unite di Assistenza in Iraq.
Nel 2009 e 2011, le forze di sicurezza irachene lanciarono attacchi su Camp Ashraf, uccidendo 49 residenti inermi e ferendone più di 1000, su ordine del regime iraniano. I residenti – membri del gruppo di opposizione principale PMOI – godono tutti dello status di ‘persone protette’secondo la Quarta convenzione di Ginevra. Per evitare ulteriori spargimenti di sangue i residenti accettarono il piano ONU di trasferirsi a Camp Liberty, presentato da Kobler come un Luogo di transito temporaneo (TTL) sito a Baghdad con lo scopo di ridefinire il loro status di rifugiati e trasferirli in Paesi terzi. Circa 2000 residenti si sono già trasferiti.
Il Gruppo di lavoro sulle detenzioni arbitrarie del Consiglio per i diritti umani il 17 luglio 2012 ha pubblicato un rapporto sconvolgente che afferma: “le condizioni a Camp Liberty sono pari a quelle in un centro di detenzione, dal momento che i residenti non hanno libertà di movimento, né contatti con il mondo esterno, né libertà di muoversi e parvenza di una vita libera all’interno del campo. La situazione dei residenti di Camp Liberty equivale a quella di detenuti o prigionieri”.
Il rapporto aggiunge: “Il Gruppo di lavoro ritiene che non sussista alcuna giustificazione legale per mantenere le suddette persone e altri individui a Camp Liberty, e che tale detenzione non sia conforme agli standard e ai principi della legislazione internazionale sui diritti umani, e che in particolare violi l’articolo 9 della Dichiarazione universale dei diritti umani e gli articoli 9 e 10 del Patto internazionale sui diritti civili e politici”.
Il Rappresentante speciale per l’Iraq del segretario generale dell’ONU (SRSG) Kobler ha cercato in ogni circostanza di fare pressione su altri gruppi di residenti perché rinuncino a loro diritti e si trasferiscano al campo di prigionia.
La sua ultima roadmap non stabilisce alcun termine per la connessione di Camp Liberty alla rete elettrica nazionale e all’acquedotto. Precedentemente l’ONU aveva garantito che il campo sarebbe stato connesso alla rete idrica cittadina entro il 20 luglio. Nonostante l’estrema calura, l’Iraq rifiuta anche di consentire ai residenti di portare da Ashraf la loro attrezzatura per il pompaggio dell’acqua e i generatori di corrente.
Inoltre l’Iraq ha vietato ai residenti di Ashraf di vendere qualsiasi dei loro beni mobili o immobili, un punto trascurato dalla roadmap di Kobler, che non specifica nemmeno una data di scadenza per il riconoscimento ai residenti dello stato di rifugiati e il permesso di lasciare Camp Liberty alla volta di Paesi terzi.
Alla luce delle rivelazioni del Gruppo di lavoro sulle condizioni di Camp Liberty, il Comitato parlamentare britannico per la libertà dell’Iran suggerisce ai restanti 1300 residenti di Camp Ashraf di non trasferirsi  a Camp Liberty fino a quando il campo non sarà posto sotto mandato ONU e l’Iraq metterà in atto requisiti umanitari minimi. Il Comitato sollecita  segretario generale dell’ONU Ban Ki-moon a trovare un sostituto a Kobler e nominare un inviato speciale per la crisi di Ashraf.
Il Comitato parlamentare britannico per la libertà dell’Iran è costituito da 120 membri appartenenti alla Camera dei comuni e dei Lord e ha il sostegno della maggioranza dei membri della Camera dei comuni e di oltre 200 membri della Camera dei Lord.
 

 

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