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Il Gov. Ed Rendell: Una giungla di contraddizioni

Un gruppo di illustri ex-funzionari affermano di rifiutarsi di rinunciare a dare il loro appoggio ai Mujahedin del Popolo Iraniano (PMOI/MEK) e ai loro sforzi per far rimuovere questo gruppo dalla lista terroristica del Dipartimento di Stato, nonostante gli avvertimenti indiretti del Dipartimento del Tesoro sul fatto che il loro sostegno al gruppo possa costituire un crimine.
Gov. Ed Rendell: Washington D.C., 6 Aprile 2012 – Grazie, Grazie a tutti. Non sapevo che ottenere una citazione dal proprio governo potesse essere così divertente. Sapete, abbiamo visto il video prima che il relatore iniziasse. Avevamo già visto quel video. Lo avev visto on-line, neanche lontanamente così chiaro come il video mostrato qui. Ma mi ha fatto pensare all’intera breve storia che ho avuto con tutti voi, con il PMOI e il MEK, con Maryam Rajavi e mi ha così assolutamente disgustato che il nostro governo abbia speso tanto del nostro tesoro, soldi sì, ma molto più importante le vite di oltre 4000 uomini e donne per instaurare un governo che ha fatto questo. E’ assolutamente scioccante.
Ho sempre creduto, la vostra leadership mi ha sentito dire questo tante e tante volte, che noi non abbiamo fatto un buon lavoro. Abbiamo fatto un buon lavoro nel mettere in moto in qualche modo le cose, ma non abbiamo fatto un buon lavoro per portare tutto questo di fronte al popolo americano.
Se il popolo americano vedesse il video, se fosse mostrato in una trasmissione come “60 minuti”, ci sarebbe un’indignazione immensa in questo Paese per il fatto che 4000 dei nostri figli e figlie sono morti per instaurare un governo che ha fatto questo. Non importa a chi l’hanno fatto, uccidere gente inerme usando veicoli e armi americane.
Qualcuno di voi mi ha sentito dire che la cosa più difficile che ho fatto come Governatore della Pennsylvania, e non me lo sarei mai aspettato quanto mi sono insediato, ma la cosa più difficile che ho dovuto fare è stato contattare i genitori, le mogli, i padri, le madri, i figli e le figlie dei soldati della Pennsylvania che sono stati uccisi in Iraq, più di 45, e cercare di consolarli e dare un qualche senso al perché i loro figli e figlie erano morti.
E ho sempre detto, specialmente all’inizio, ho sempre detto, vedete, noi stiamo facendo del nostro meglio per riportare la libertà in una splendida terra, una terra la cui cultura ha dato così tanto a questo mondo ed ha contribuito così tanto all’antico sviluppo dell’uomo e dell’umanità. E quelle persone saranno più ricche. Noi daremo loro un governo, un governo democratico e metteremo il loro destino nelle loro mani e così potranno essere di nuovo liberi, ecco perché suo figlio è morto.
E se io fossi governatore oggi, non sono sicuro che potrei dirlo di nuovo. Come abbiamo potuto, in nome di Dio, lasciare che accadesse? Come abbiamo potuto, in nome di Dio, ritirare le nostre truppe che erano nelle vicinanze durante gli incidenti del 2009 e del 2011. Perché abbiamo ritirato le nostre truppe  e non le abbiamo usate per dire: “Fermi, noi abbiamo combattuto duramente per la libertà qui e non abbiamo intenzione di lasciare che avvenga un altro massacro”.
Mi piacerebbe scoprire chi ha dato l’ordine di ritirare le truppe americane. Non riesco proprio a capire. Non riesco a capire nulla di tutto questo.
Sapete, mi sono sempre considerato molto intelligente, non così intelligente come il Professor Dershowitz o il Generale Mukasey, ma mi sono sempre considerato molto intelligente. Non riesco assolutamente a capire che cosa stiamo facendo qui. Non riesco a capire perché abbiamo così paura di onorare i nostri impegni.
Il Generale Mukasey e il Professor Dershowitz vi hanno detto, abbiamo preso un impegno, forse un impegno legalmente vincolante nei confronti di ciascun residente di Ashraf. Ma è dannatamente sicuro che un impegno è ancor più legalmente vincolante nel momento in cui gli Stati Uniti per bocca di uno dei suoi generali dicono: “Noi vi proteggeremo”. Ci doveva essere la completa fiducia e l’onore del Governo degli Stati Uniti dietro a questo e non avremmo dovuto violarlo. Non avremmo mai dovuto ritirare le nostre truppe. Non avremmo mai dovuto accettare fin dall’inizio questo processo di sgomberare Ashraf.
Quale era la necessità di lasciare Ashraf? Nessuno mi ha spiegato perché il governo iracheno è così insistente su questo.
L’unica spiegazione che abbiamo mai avuto è stata che, beh, ci poteva essere intimidazione ad Ashraf e il processo di immigrazione delle Nazioni Unite non si poteva avviare. Bene, allora preparate una piccola sede mezzo miglio più in là per farlo e portateci la gente se avete paura dell’intimidazione.
 
Nessuno dei problemi che stiamo affrontando oggi sarebbe capitato se fossimo rimasti ad Ashraf e se avessimo puntato i piedi. Abbiamo ancora una enorme influenza sul governo iracheno, ma siamo riluttanti ad usarla.
Questa è una giungla di contraddizioni. Pensate alle contraddizioni. Alcune le hanno già sottolineate il Professor Dershowitz e il Generale Mukasey.
Prima di tutto, la contraddizione che ci riguarda, tutti noi sotto inchiesta per aver parlato di fronte a dimostrazioni come questa e a dimostrazioni in Europa ed aver preso compensi per questo. Da un lato siamo stati indagati dal Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti d’America. Dall’altro lato il Dipartimento di Stato si incontra regolarmente con noi in tele conferenza ogni paio di settimane e ci chiede di convincere la leadership a Parigi di fare qualcosa.
Quindi il Tesoro ci sta indagando per contatti con il MEK, il Dipartimento di Stato ci chiede di avere contatti con il MEK. (Applausi) Qualcuno mi può spiegare questo? (Risate) Non sono abbastanza intelligente per capirlo. (Risate)
La seconda contraddizione, in tutto questo, è che il Segretario Generale delle Nazioni Unite sollecita le persone, compresi gli americani, a dare denaro al MEK per aiutare il processo di risistemazione. Aspettate un secondo. Se ogni cittadino americano dà ascolto all’appello del Segretario Generale, sarà sottoposto ad inchiesta. E’ come Alice nel Paese delle Meraviglie, è il Cappellaio Matto che comanda qui.
Poi il Segretario Clinton, una persona che io rispetto ed ammiro profondamente, ha detto che noi appoggiamo pienamente il MOU; gli Stati Uniti appoggiano pienamente il MOU che è stato stipulato tra le Nazioni Unite il governo dell’Iraq a Dicembre. Bene, noi lo appoggiamo pienamente ma abbiamo lasciato che il governo iracheno violasse sistematicamente uno dopo l’altro i termini del MOU e il governo degli Stati Uniti è rimasto fermo e non ha fatto nulla per applicare il MOU che noi appoggiamo. Perché? Qualcuno mi sa dire perché?
Noi abbiamo influenza sul governo di Maliki, loro hanno bisogno delle nostre forniture e delle nostre armi. Perché abbiamo paura di alzarci e dire no, voi avete accettato questo MOU, avete accettato le cose che state violando proprio ora. Vale a dire che le persone di Ashraf non possono portare con sé le loro proprietà personali, le macchine, tutte le cose che sono nel MOU. Ci erano stati promessi all’inizio quanto, più di 30 ettari e ora siamo scesi a meno di uno. Dove è stato il governo americano? Noi appoggiamo il MOU pienamente, ma non veramente.
Prossima contraddizione. Abbiamo sempre sentito dire, non ve la prendete se le condizioni a Camp Liberty non sono così buone come le condizioni di Ashraf, perché Ashraf era un luogo di residenza permanente. Liberty sarà un campo transitorio, un campo di transito temporaneo. Le persone vanno e vengono e non ci si possono aspettare le stesse condizioni. Non è un campo per rifugiati. E’ un campo transitorio.
Bene, il processo dell’UNHCR sta procedendo al ritmo di una intervista effettiva al giorno. Se estrapolate questo dato, ci vorranno dagli otto ai nove anni ai 3400 residenti per essere risistemati in altri paesi. Dagli otto ai nove anni.
Gli Stati Uniti non hanno il potere di andare dall’UNHCR e dire, ah-ah, sei al giorno. Se ne facessimo sei al giorno, tutti potrebbero andarsene in 18 mesi e forse questo potrebbe essere considerato un campo transitorio. Ma se non abbiamo intenzione di fare questo, costruiamo un campo per rifugiati con gli standards del campo per rifugiati e lasciamo  che i rifugiati di Camp Liberty abbiano libertà di circolazione e possano lasciare il campo se vogliono, come ogni campo per rifugiati, o/o va bene? (applausi)
Non ci sono scuse per il ritmo che si sta tenendo. Se c’è bisogno di più personale, prendete più personale. Quando ero governatore, se qualcuno mi avesse riferito di qualcosa di questo genere e che accadeva perché non c’era abbastanza personale, io avrei trovato il personale.
Ambasciatore Bolton, quanti impiegati hanno le Nazioni Unite?
BOLTON: Decine di migliaia.
RENDELL: Pensa che possiamo trovare un po’ di persone per accelerare questo processo? Ci potete scommettere che possiamo. Tutto ciò che ci serve è la volonta di farlo.
In America, noi lodiamo le nostre truppe come si deve. Uomini e donne coraggiosi che hanno messo le loro vite in prima linea combattendo per i nostri ideali.
Noi esaltiamo i nostri generali. Sono grandi eroi e leaders e persone che hanno difeso questo Paese in difficili circostanze e ora sette generali sono sotto inchiesta a causa dei loro contatti con il MEK.
Se il popolo americano sapesse questo, sapete, io so perché mi hanno scelto per primo, io ero solo sottotenente. Se fossi stato un generale non mi avrebbero scelto per primo. Vi immaginate se la prima citazione fosse stata inviata al Generale Shelton? Ci sarebbe stata una rivolta in questo Paese. Cosa c’è che non va? I generali non sono eroi? Non gli è permesso di esprimere le proprie parole o pensieri? E i generali sono quelli che sanno più dei politici e del Generale Mukasey e del Professor Dershowitz. I generali erano là. Loro conoscono la gente di Ashraf. Loro sanno che sta succedendo laggiù. Li stiamo ascoltando? Noi li ascoltiamo su altre cose importanti, dovremmo ascoltarli su questa. (Applausi)
E poi c’è il Professor Dershowitz che mi ha mostrato sull’iPhone quello che mi ha appena detto sull’articolo del New Yorker. Se è vero, non chiederò solo il ritiro della citazione, chiederò delle scuse. Se il governo degli Stati Uniti sta facendo ciò che ha accusato noi di fare, chiedero delle scuse. (Applausi)
Ma infine la contraddizione più grande di tutte è la contraddizione dei valori e degli ideali americani.
Sono cresciuto come un idealista. Crescendo, mi è stato insegnato che l’America era un luogo molto speciale. Che noi abbiamo combattuto per cose per le quali nessun altro Paese nella storia del mondo ha mai combattuto. Che noi eravamo il faro della speranza e della democrazia e della libertà e che abbiamo fatto sì che i popoli in tutto il mondo non venissero brutalizzati e terrorizzati e soggetti al genocidio e io credo in questo.
E molto tempo dopo che sono cresciuto, ci credo ancora. Io credo ancora che questo è ciò che dovremmo essere. Io credo ancora che questo è quello per cui l’America dovrebbe combattere. Io credo ancora che ci siano persone in Cina e a Bengasi che guardano all’America come all’ultima speranza per assicurare la libertà e la dignità in questo mondo e io credo che dobbiamo ritornare a quegli ideali.
Il MEK deve essere tolto dalla lista. Ma, molto più importante, ogni singola persona ad Ashraf deve essere protetta. Li dobbiamo agevolare. Li dobbiamo lasciare andare avanti a vivere la loro vita perché loro hanno contato su di noi. Hanno contato sulla buona fede e l’onore del Governo degli Stati Uniti e dannazione, se questo Paese rappresenta qualcosa, noi dobbiamo rispettare quella promessa. Grazie. (Applausi)

 

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