
Il tempismo del ritiro delle truppe americane che coincide con la data prevista per la chiusura di Ashraf non è una coincidenza. Ritirando tutte le forze americane dall’Iraq, il presidente Obama ha soddisfatto la prima delle due richieste dei mullah. Tuttavia, la scadenza del 31 dicembre per la chiusura del campo di Ashraf è stata posticipata grazie ad una campagna globale in difesa di Ashraf in Europa ed in America. Sapendo quanto grande sarebbe stato il prezzo di un assalto ad Ashraf, Noori Al-Maliki non ha avuto altra scelta se non di cedere e posticipare questa scadenza fasulla per altri 6 mesi. Questi sviluppi sono stati accolti favorevolmente dalla comunità internazionale, hanno scatenato la rabbia dei mullah di Teheran. Nonostante l’abbandono dei residenti del campo di Ashraf sia avvenuto contro la loro volontà, il 28 dicembre, la Signora Rajavi, la presidente eletta del CNRI, ed in risposta all’affermazione del Segretario Clinton del 25 dicembre, il discorso del 26 dicembre del Segretario Ban Ki-Moon e la lettera di Martin Kobler ai residenti annunciava, come gesto di buona volontà, la disponibilità del primo gruppo di 400 persone a trasferirsi a campo Liberty.
I documenti indicano che il campo Liberty attualmente è stato trasformato in una
prigione, anche se dovrebbe essere sotto la protezione delle Nazioni Unite. Il campo sotto controllo Iracheno ha presentato gravi disagi come la rottura della fognatura e la presenza dei serpenti. Nell’ MoU, la zona di camp Liberty che inizialmente comprendeva 40km² è stata ridotta solo a mezzo km quadrato. Tali ostruzioni hanno bloccato il trasferimento dei 400 residenti al camp Liberty.
Il presidente Rajavi ha dichiarato:
Perché una politica efficace riesca a far fronte alle minacce dei mullah, deve tenere in considerazione il destino della loro principale opposizione. I Mojahedin del popolo ed i membri che risiedono nel campo di Ashraf si sono dimostrati il tallone di Achille del regime iraniano e terrorizzano i mullah.
Dr. Jamshid Ashough