giovedì, Marzo 28, 2024
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Dopo due mesi e mezzo, il Governo Iracheno si rifiuta di implementare otto dei dieci requisiti umanitari minimi per la partenza di altri gruppi da Ashraf a Liberty

e ha solo trasferito i condizionatori d’aria e i beni rimasti dei gruppi quattro e cinque

•  Violazione di impegni nel rifiuto di trasferire attrezzature per pompare l’acqua, veicoli passeggeri e di servizio, veicoli speciali e roulottes per i disabili, muletti, materiali e sostanze necessarie per realizzare marciapiedi, tende parasole e aree verdi con una temperatura di 50°C;
•  I residenti hanno dichiarato che si trasferiranno solo dopo che i requisiti umanitari minimi verranno soddisfatti.

Con un ritardo di due mesi e mezzo e dopo 10 giorni di ispezione iniziata il 4 Luglio, i beni rimasti dei gruppi quattro e cinque dei residenti di Ashraf, che avrebbero dovuto essere trasferiti il 6 Maggio, sono stati trasferiti a mezzogiorno di oggi (Domenica 15 Luglio) da Ashraf a Liberty, su 28 camion. Tuttavia, gli ufficiali iracheni si sono rifiutati di trasferire i tre veicoli speciali dei disabili con questo convoglio, contrariamente ai precedenti accordi presi in presenza degli osservatori dell’ONU e confermati dal rappresentante del Governo Americano e dal Rappresentante Speciale del Segretario Generale dell’ONU (SRSG) il 13 Luglio ad Ashraf. Era stato concordato che la parte irachena fornisse un totale di 29 camion: 25 per i trasferimento dei beni personali e 4 per i 300 condizionatori d’aria, ma un camion che trasportava generi alimentari è rimasto indietro. Era stato concordato il 28 Maggio che 300 condizionatori d’aria venissero trasferiti e che venissero montate tende parasole per affrontare il caldo insopportabile. Ora, un mese e mezzo dopo, i condizionatori d’aria sono stati trasferiti ma il montaggio delle tende parasole è stato vietato. Altre cose come due cisterne per l’acqua e una cisterna per i liquami trasferite oggi, sono cose comuni che sono state trasferite anche nei precedenti convogli.

I residenti di Ashraf e i loro rappresentanti avevano presentato le richieste necessarie per la ripresa di ulteriori convogli e il trasferimento di tutti i residenti di Ashraf a Liberty, in sei punti già due mesi fa, ma queste non sono ancora state soddisfatte….. Oltre che al SRSG, il Consigliere Speciale del Segretario di Stato americano aveva assicurato anche ai rappresentanti dei residenti il 24 Aprile, che i veicoli e le roulottes dei disabili, insieme ai veicoli di servizio concordati, sarebbero stati trasferiti da Ashraf a Liberty con il quinto convoglio. Ciononostante, i funzionari iracheni non hanno mantenuto questa loro promessa. Dopo che i 6 veicoli di servizio del quinto gruppo, formato principalmente da residenti donne, sono stati fatti tornare indietro a metà strada, il Consigliere Speciale del Segretario di Stato ha scritto: “Anche noi abbiamo udito la spiacevole notizia del ritorno dei veicoli di servizio. Noi indagheremo con le autorità irachene, per stabilire perché abbiano intrapreso questa strana e apparentemente inutile misura”.

Due mesi e mezzo di ritardo nel rispettare gli impegni presi per il quinto convoglio, hanno bloccato il trasferimento di ulteriori gruppi.

Il 1° Luglio, un gruppo di funzionari americani ed europei si sono incontrati e hanno discusso a Parigi con Martin Kobler, il SRSG, e i rappresentanti dei residenti di Ashraf e Liberty in presenza del Presidente eletto della Resistenza Iraniana, Maryam Rajavi, allo scopo di superare questo impasse.

Il 2 Luglio, i funzionari americani hanno mediato articolando in 10 punti la lista delle attrezzature che dovranno essere trasferite a Liberty prima che il prossimo convoglio si trasferisca da Ashraf ed hanno informato il SRSG e i rappresentanti dei residenti di questi 10 punti. Hanno scritto: “Le seguenti attrezzature dovranno essere piazzate/sistemate a Camp Liberty prima che il prossimo convoglio di residenti venga trasferito da Campo Ashraf”.

Nello stesso momento, il 2 Luglio, il Vice-Presidente del Parlamento Europeo, nonché Presidente del Comitato Internazionale In Search of Justice, annunciava le richieste in 10 punti per conto dei 4000 parlamentari delle due sponde dell’Atlantico e sottolineava: “Dopo colloqui esaustivi con i rappresentanti dei residenti, con i rappresentanti degli U.S.A. e dell’ONU, con i gruppi parlamentari ed illustri personalità internazionali, i seguenti 10 punti rappresentano i requisiti umanitari minimi che devono essere completamente soddisfatti prima di ulteriori trasferimenti dei residenti”.

I requisiti minimi che non sono stati soddisfatti sono i seguenti:

1.Allacciare Liberty alla rete idrica cittadina, cosa ripetutamente promessa dai funzionari iracheni e confermata dall’Ambasciatore Dan Fried e dall’Ambasciatore Kobler, e che doveva essere fatta prima del  Ramadan (il mese sacro per il musulmani). L’alternativa era trasferire da Ashraf le attrezzature necessarie per pompare acqua da un fiume a 150 metri da Liberty. Neanche questo è stato accordato.

2.Invece di trasferire tutti i generatori presenti ad Ashraf, 328 apparecchi, in particolare i sei generatori da 1.5 Megawatt essenziali per fornire elettricità a Liberty, i cui documenti di acquisto sono in possesso dei residenti e sono stati più volte presentati, nel convoglio di oggi solo 10 generatori da meno di 1 Megawatt (uno di 100 Kw, sette di 150 Kw, uno di 300 Kw e uno di 500 Kw) sono stati trasferiti.

3.Il trasferimento di sei veicoli di servizio (acqua, liquami e carburante) a Camp Liberty, appartenenti al quinto convoglio e che erano stati fatti tornare indietro ad Ashraf a metà strada il 4 Maggio.

4.Il trasferimento di tre veicoli speciali e sei roulottes per i disabili.

5.Il trasferimento di cinque muletti per trasportare carichi pesanti che ora vengono portati a mano e a spalla dai residenti.

6.Il trasferimento di cinquanta veicoli per trasporto passeggeri o, in alternativa, un numero di autobus adeguato per 2000 persone. (In precedenza sono stati trasferiti trenta veicoli per 1200 persone).

7.Permesso di costruzione a Liberty, compresa la realizzazione di marciapiedi, portici, tende parasole, rampe, strutture speciali per i disabili e aree verdi.

8. Permettere a mercanti o acquirenti di avere accesso ad Ashraf per contrattare ed acquistare le proprietà mobili il più presto possibile ed iniziare a fare pagamenti parziali ai residenti prima della ripresa del trasferimento del prossimo convoglio.
Inizio dei negoziati tra i residenti, i loro rappresentanti finanziari e il Governo Iracheno per vendere i beni e le proprietà immobili, o negoziare con terze parti (il Governo Iracheno dovrà darne il permesso) per la firma degli accordi necessari. Pagamenti parziali dovranno essere fatti prima del trasferimento. Almeno 200 residenti rimarrano ad Ashraf per prendersi cura della manutenzione delle proprietà fino a che non verranno completamente vendute.

Il Comitato Internazionale In Search of Justice nel suo comunicato dell’8 Luglio ha detto: “Sebbene le voci succitate non comprendano molte delle pressanti necessità dei residenti, questi hanno accettato di trasferirsi completamente a Liberty dopo l’attuazione di questi punti, e noi  riteniamo che questa sia la massima flessibilità che possano dimostrare. Ora è tempo per gli U.S.A., l’ONU e il Governo dell’Iraq di far fronte ai loro doveri. Ci rivolgiamo alla comunità internazionale, ai parlamenti, ai difensori dei diritti umani, agli attivisti per i diritti civili e ai giuristi affinché appoggino queste minime richieste. La comunità internazionale si trova a dover affrontare una enorme prova.

Vorremmo sottolineare che molte importanti e fondamentali questioni, come la designazione di Camp Liberty come campo per rifugiati, l’ispezione di Campo Ashraf da parte delle forze americane, e l’impegno del Rappresentante Speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite di astenersi dal dare un qualunque ruolo al regime iraniano per intervenire nel destino dei residenti di Ashraf, sono questioni importanti che non possono essere ignorate e sono necessarie per la sicurezza e il benessere dei residenti di Ashraf e Liberty e noi faremo tutto ciò che possiamo per realizzarle con le Nazioni Unite, l’Unione Europea, il Governo degli Stati Uniti, i parlamenti e l’opinione pubblica”.

•l  Governo dell’Iraq si rifiuta di restituire due containers di effetti personali dei convogli 4 e 5 del valore di $120.000 confiscati tre mesi fa. Le cose contenute in questi containers sono tutte legali e non-militari e molte di queste possono essere danneggiate dalla temperatura che supera i 50°C.
•  Riguardo al trasferimento di tre veicoli speciali e di sei roulottes appositamente progettate per i disabili, sottolineato negli “Accordi Operativi” dell’8 Luglio del SRSG, le autorità irachene dicono che questi devono essere perquisiti fuori da Ashraf, in assenza dei rappresentanti dei residenti e degli osservatori dell’UNAMI per sette giorni. Gli iracheni dicono che potranno andare a Liberty con i prossimi convogli. Ciò rende praticamente impossibile trasferire le roulottes e i veicoli per i paraplegici. E’ abbastanza ovvio che, in assenza dei rappresentanti dei residenti e delle Nazioni Unite durante un’ispezione di 7 giorni, ogni complotto è possibile. E questo nonostante i residenti non abbiano alcuna obiezione all’ispezione di queste cose dentro Ashraf, in presenza degli osservatori dell’UNAMI e per tutti i giorni necessari. Durante la recente ispezione durata 10 giorni, ogni cosa è stata esaminata dagli iracheni e dalle unità cinofile della polizia. La violazione degli impegni e il rifiuto di consentire il trasferimento delle attrezzature per il pompaggio dell’acqua, dei veicoli per i passeggeri e di servizio, dei veicoli speciali e delle roulottes per i disabili, dei muletti e del materiale e delle attrezzature per la realizzazione di marciapiedi, tende parasole e aree verdi in un luogo dove le temperature raggiungono i 55°C, sono davvero scioccanti.

Nonostante tutto ciò, il SRSG ha informato Domenica i residenti di Ashraf, attraverso l’UNAMI, che gli iracheni andranno ad Ashraf Lunedi 16 Luglio, per il trasferimento del sesto convoglio a Liberty. I residenti hanno risposto ai rappresentanti dell’UNAMI che, come hanno ripetutamente dichiarato, il sesto convoglio si trasferirà solo quando i minimi requisiti umanitari verranno accordati, cosa che è stata dichiarata in molte altre occasioni, come la lettera congiunta dei residenti del 27 Maggio al Segretario Generale dell’ONU, al SRSG e ai funzionari americani.

La Resistenza Iraniana, ancora una volta sollecita le Nazioni Unite, gli Stati Uniti e l’Unione Europea ad invitare il governo iracheno a rispettare gli “standards umanitari e i diritti umani” in conformità al Memorandum di Intesa che ha sottoscritto con le Nazioni Unite.

Senza che i requisiti minimi siano stati rispettati, per i residenti di Ashraf trasferirsi alla prigione di Camp Liberty, significherebbe andare incontro ad una tragedia che sarebbe senza alcun dubbio, in scala maggiore rispetto a quelle che il regime iraniano e i suoi collaborazionisti hanno commesso fin dal 2009 ad Ashraf contro i suoi residenti disarmati e indifesi. Tutti i residenti di Ashraf sono persone protette sotto la Quarta Convenzione di Ginevra e secondo le dichiarazioni dell’UNHCR. Sono richiedenti asilo e beneficiari sotto la protezione internazionale.

Prima di questo, il 23 Giugno, migliaia di parlamentari della Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa e dei parlamenti nazionali di 46 paesi di cinque continenti, hanno messo in guardia nei loro discorsi, sulla trasformazione di Camp Liberty in una prigione e hanno dichiarato che: “…. il trasferimento dei residenti a Liberty continuerà non appena ci sarà l’accoglimento delle loro minime richieste articolate in sei punti. Noi abbiamo esplicitamente sollecitato il Governo Americano, l’Unione Europea e le Nazioni Unite a prendere iniziative allo scopo di accordare queste richieste minime e di astenerci dal risolvere questi problemi a spese dei residenti come già successo in passato. Qualunque soluzione basata su un tale presupposto sarebbe insostenibile ed incoraggerebbe solo il regime iraniano e il governo iracheno a ricorrere alla violenza ed accrescere la violazione dei diritti dei residenti”.

Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana
15 Luglio 2012

 

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