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600 legislatori: spezzare la spirale di inganni contro i Mojahedin del popolo iraniano

 New York (Stati Uniti) (OFFICIAL WIRE) 30 Giugno 2012
“La pressante questione sull’Iran non è né quella di combattere il programma nucleare del regime né il suo terrorismo. La questione principale è: cambiare questo regime …… il vostro movimento, la sua leadership, il Presidente eletto Maryam Rajavi, hanno la capacità di portare il cambiamento in Iran e di stabilire la democrazia in quel Paese”. – Newt Gingrich, ex-portavoce della Camera dei Rappresentanti degli Stati Unti, rivolgendosi agli iraniani a Parigi, il 24 Giugno 2012. Il recente raduno di 100.000 oppositori iraniani (del MEK e del CNRI) ha avuto questo da dire al mondo:
Questa alleanza del genocidio e del massacro, da Tehran a Baghdad a Damasco non può resistere alla tempesta del cambiamento democratico e della libertà. Anni di inutili zuffe diplomatiche si sono ridotte a continue battute d’arresto per l’Occidente ed a un aggressivo e delirante fascismo religioso che rappresenta una minaccia per la pace mondiale. Un cambio di regime è inevitabile. Il segreto per un Medio Oriente stabile e pacifico è investire nella principale forza che ha dimostrato una reale capacità di tolleranza, organizzazione e sostegno generale.
La leader dell’opposizione al regime religioso in Iran è stata l’oratore chiave all’enorme raduno di Parigi. Maryam Rajavi, presentata come la “Pasionaria iraniana” dalla televisione francese, è il presidente eletto della coalizione nazionale di forze democratiche e secolari dell’Iran. Laureata in ingegneria metallurgica ed ex-prigioniera politica, ha perso due sorelle in Iran negli anni ’50 e ’60 e ha detto:
“Lasciatemi ripetere che lo scopo di questo movimento non è mai stato e non è tuttora, quello di arraffare il potere ad ogni costo. Il nostro scopo è quello di garantire la libertà e la democrazia ad ogni costo. La Resistenza Iraniana ha percorso un lungo cammino ed è stata sempre fondata sulla trasparenza, sulla verità e sulla giustizia, sul rispetto delle conquiste dell’umanità e delle sue virtù. E’ fondata sul ritorno delle istituzioni internazionali alla difesa dei diritti umani, fondata sulla restaurazione dei diritti dei popoli e sulla rivitalizzazione del valore della resistenza e del sacrificio”.
La leader iraniana ha riflettuto sui valori degli Stati Uniti e ha detto che il suo rispetto e il riconoscimento dei veri valori americani sono scaturiti dall’onore e il coraggio dimostrato da un insieme di funzionari americani e legislatori che hanno preservato lo spirito di Giustizia e non la fallace politica di compiacimento dei tiranni in Iran.
“La mia speranza è che il Segretario Clinton volti questa ingiusta e oppressiva pagina nella storia della politica americana e che ponga personalmente fine a questa illegale designazione”, ha detto. A differenza dell’anno scorso quando gli oratori si scagliarono contro il recalcitrante, ribelle regime di Tehran insofferente alle briglie, quest’anno i punti focali dei discorsi si sono concentrati in due questioni principali:
• Le conquiste storiche dell’opposizione nella sua legittima battaglia per guadagnarsi il diritto fondamentale di resistere alla tirannia e il ruolo della sua leadership nel mantenere la perseveranza e la tolleranza di fronte ai complotti orditi per disintegrare il movimento.
• La svolta storica rappresentata dalla scelta inevitabile di stare dalla parte del popolo e della sua resistenza piuttosto che inchinarsi agli inganni e alle bugie di Tehran.
Il giudice Michael Mukasey, ex-Procuratore Generale degli Stati Uniti, capo delle forze dell’ordine della nazione, ha detto: “E’ raro che le persone abbiano l’opportunità di stringere tra le mani il proprio destino e quello degli altri come stiamo facendo noi ora. E dobbiamo stare attenti a non aprire le dita e lasciare che questa possibilità scivoli via, perché se facciamo questo non possiamo aspettarci di guardare in basso e trovarla di nuovo lì. Io vi ringrazio per il vostro coraggio e la vostra dedizione, e per il coraggio e la dedizione di Mrs. Rajavi e di tutta la leadership del MEK e per essere un esempio per tutti noi e per il mondo: mai abbandonare la lotta per la libertà.”
Il Sindaco Rudy Giuliani ha sottolineato lo scenario storico delineato per determinare il panorama politico della regione e ha detto: “E’ ora che gli Stati Uniti d’America, l’Unione Europea, tutti i paesi del mondo si uniscano in una sola potentissima voce ed un solo potente grido: cambio di regime in Iran. Il popolo dell’Egitto ha rovesciato Mubarak. Il popolo della Libia ha rovesciato Gheddafi. Il popolo della Siria sta tentando di rovesciare Assad. Tutti loro sono stati lodati come combattenti per la libertà. E allora il popolo dell’Iran? Voi cercate di rovesciare il regime più oppressivo della regione, più oppressivo di quello di Mubarak, di Gheddafi e di Assad. Perché quei paesi che hanno appoggiato il rovesciamento di questi regimi non stanno sostenendo il rovesciamento dei mullah iraniani?”
Il fatto che la politica di accondiscendenza abbia completamente fallito nel cambiamento della mentalità della teocrazia iraniana non ha scoraggiato quelli che continuano a difendere i negoziati con il regime (o i suoi “riformisti”o “moderati”) a tutti i costi.
Il Sindaco Giuliani ha rigettato l’illusione di intrattenere negoziati con i tiranni e ha detto: “Noi ci aggrappiamo alla falsa nozione che si possa parlare con i mullah, che si possa negoziare con i mullah. Loro usano queste discussioni come una scusa, così possono sviluppare armamenti nucleari. Ed è ora di affrontarli”.
L’ex-Sindaco di New York ha puntato il dito contro i 100.000 presenti al raduno e ha detto: “Questo mondo non sarebbe più sicuro con un Iran votato alla democrazia, alla libertà, alla libertà per le donne, alla libertà per tutti i popoli, al governo della legge? Certo che lo sarebbe. E al contrario dell’Egitto, della Libia e della Siria, esiste un’alternativa proprio ora, qui e in Iran, per rimpiazzare questo regime: con tutti voi”.
L’ex-Ministro degli Esteri francese Philippe Douste-Blazy ha detto di essersi unito alla protesta per dire al popolo iraniano che loro hanno appoggio. “Noi appoggeremo il popolo iraniano fino a che non otterrà la sua libertà e libererà tutti gli iraniani da un regime corrotto che non è adatto a governare nel 21° secolo”.
L’ambasciatrice dell’Unione Europea per la Lotta alla Povertà e all’Esclusione Sociale, Tasha de Vasconcelos, ha detto di essere al fianco del popolo iraniano nella sua richiesta di libertà. “Io sono per il cambiamento che la gioventù iraniana vuole realizzare”.
Ingrid Betancourt, politica colombiana, ex-senatore e attivista anti-corruzione ha parlato appassionatamente dei membri della Resistenza Iraniana: “Noi combatteremo fino alla fine per i residenti di Ashraf. Noi non accetteremo il loro trasferimento senza alcuna garanzia. Loro non sono soli e il mondo intero è accanto a loro per difendere i loro diritti”. Come ex-vittima di un rapimento, ha lodato il ruolo coraggioso delle donne nella catena di comando e nella leadership  del MEK e ha detto: “Alle mie sorelle ad Ashraf: io sono fiera di essere dalla stessa parte e di combattere la stessa battaglia di Maryam Rajavi. Ci pensate che un gruppo di misogini verranno sconfitti da un gruppo di donne? Noi non accettiamo che i mullah usino il nome di Dio per massacrare il loro popolo e per ottenere la bomba atomica.”
Il gruppo canadese ha mandato avanti David Kilgour, ex-membro e vice-portavoce del Consiglio dei Ministri canadese, come suo portavoce quando si è unito a lui sul palco. Kligour ha detto: “Le decine di migliaia di noi provenienti da quaranta paesi di ogni continente qui oggi, conoscono l’importanza di un Iran democratico nella conquista di un Medio Oriente e di un mondo pacifico. Questo raduno ha mostrato un sostegno internazionale bipartisan senza precedenti ad un movimento che subisce una grave campagna diffamatoria e reclusoria messa in atto da Tehran. L’ammirevole e continua manifestazione di sostegno da parte di delegati dei cinque continenti, di 40 senati e parlamenti, si è compiuta quando i rappresentanti della Primavera Siriana, Libica ed Egiziana hanno annunciato il loro appoggio al MEK. Una conquista incredibile che scioglierà il ghiaccio gettato sui dissidenti da una campagna diffamatoria e artificiosa.
Il Dr. Mosharaf, insieme a 300 suoi amici dell’Afghanistan, ha partecipato al raduno per dichiarare l’unione all’opposizione iraniana nella sua lotta per portare la libertà e la democrazia in Iran.
“Noi crediamo che le nostre due nazioni abbiano lo stesso problema. E’ il regime tirannico di Tehran che sparge il veleno nella regione. Noi rendiamo omaggio ad Ashraf e Liberty per la loro perseveranza e tolleranza nell’affrontare tutte le manovre di Tehran e vorremmo mandare questo messaggio: il cambio di regime in Iran non è solo un desiderio del popolo iraniano ma la chiave per avere la pace in tutta la regione, e solo se il MEK/MKO (i Mujahedin-e-Khalq dell’Iran) verranno tolti dalla lista dal Dipartimento di Stato”.
Il Dipartimento di Stato americano sembra rimanere indietro rispetto alla tempesta del cambiamento democratico e contrariamente agli slogan elettorali dell’Amministrazione Obama, la politica estera degli Stati Uniti non sta guadagnando velocità ma si sta chiamando fuori dall’inevitabile cambiamento politico in Medio Oriente. Cosa che interesserebbe la sua controparte russa.
La chiave per affrontare questi sviluppi sarà affrettare il passo e rimuovere dalla lista l’opposizione pro-democrazia alla minaccia iraniana e unirsi al trend crescente nell’opinione pubblica.
Per qualunque richiesta contattate: Sammer Asar
0044 7835801910

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