La Presidente eletta della Resistenza Iraniana, Maryam Rajavi, si è congratulata con tutti i lavoratori iraniani in occasione della Giornata Internazionale dei Lavoratori del 1° Maggio, elogiando la loro lotta e la loro resistenza contro l’ingiustizia, lo sfruttamento ed ogni tipo di oppressione disumana esercitata sui lavoratori dal regime del Velayat-e faqih (il potere assoluto dei religiosi).
Ha anche salutato i saldi lavoratori in sciopero nelle prigioni del regime ed ha chiesto a tutti gli iraniani, in particolare ai giovani, di dimostrare la loro solidarietà a questi coraggiosi lavoratori.
Riferendosi agli scioperi e alle proteste incessanti dei lavoratori, ha definito l’anno trascorso “l’anno della diffusione delle proteste dei lavoratori iraniani” ed ha aggiunto: “Il diritto di formare sindacati e unioni indipendenti di lavoratori, il diritto allo sciopero e alle manifestazioni di protesta, la sicurezza sul lavoro, il giusto e reale aumento dei salari ed il loro puntuale pagamento, l’abolizione del sistema dei contratti temporanei e in bianco, la chiusura di uffici per l’impiego che operano a favore dei datori di lavoro, la creazione di assicurazioni sulla vita e sussidi di disoccupazione, il non innalzamento dell’età pensionabile, la sicurezza per le vite di coloro che svolgono il duro lavoro delle miniere, l’abolizione delle discriminazioni sessuali nell’impiego, nei salari e nei fringe benefits per le lavoratrici e il divieto di ridurre in schiavitu i bambini di strada, sono alcuni dei diritti calpestati dei lavoratori iraniani”.
Maryam Rajavi ha ribadito che conquistare questi obbiettivi è possibile grazie alla lotta salda e unita dei lavoratori legata alla resistenza di tutti gli iraniani per la libertà, la democrazia e il rovesciamento del regime al potere.
Ed ha detto: “L’attuale profonda e diffusa crisi economica, le cui prime vittime sono i lavoratori, è il risultato dell’infame governo dei mullah che hanno speso le ricchezze dell’Iran per le Guardie Rivoluzionarie, la forza terroristica Qods, la guerra in Siria, l’ingerenza in Iraq e le loro ruberie segrete. Quasi tutti i lavoratori iraniani si trovano al di sotto della soglia di povertà. Gli viene negata la sicurezza sul lavoro. Almeno il 70% di essi non è neanche sicuro di ricevere il suo stipendio. Il salario minimo dei lavoratori è così al di sotto della soglia di povertà che ha trasformato i lavoratori iraniani in una delle più economiche forze-lavoro del mondo. I lavoratori vengono privati dei loro legittimi diritti praticamente ovunque, non c’è limite al loro sfruttamento e vi è un considerevole numero di lavoratori che ha dovuto vendere un rene per provvedere al suo sostentamento. Ancora di più le donne, che vengono ulteriormente vittimizzate dai soprusi, dalla repressione disumana e dai bassi salari. Infine, i tre milioni di bambini operai in Iran, che rappresentano la dolorosa manifestazione dell’oppressione degli sciacalli che governano l’Iran”.
Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana
30 Aprile 2014