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Maryam Rajavi all’Assemblea Parlamentare del Consiglio Europea di Strasburgo

Appello per il rilascio immediato dei manifestanti arrestati, per la libertà di espressione e di associazione e l’abrogazione delle norme sulla repressione e il velo obbligatorio

Mercoledì 24 Gennaio 2018 Maryam Rajavi, Presidente eletta del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana (CNRI), ha partecipato agli incontri ufficiali  del Partito Popolare Europeo (EPP), dell’Alleanza dei Liberali e Democratici per l’Europa (ALDE) e della Sinistra Europea Unita (UEL) all’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa (PACE) di Strasburgo. Ha parlato degli ultimi sviluppi sulle proteste del popolo iraniano contro il fascismo religioso al potere in Iran, rispondendo alle domande poste dai membri del PACE.

La visita di Maryam Rajavi si è svolta su invito dei gruppi politici del PACE. Dopo la conclusione dei tre incontri, ha preso parte ad una conferenza stampa a cui hanno partecipato molti membri del PACE, facendo un riassunto dei suoi colloqui durante i tre incontri.

Durante questi incontri, Maryam Rajavi ha sollecitato il Consiglio d’Europa e i suoi stati membri, ad adottare misure efficaci e decisioni vincolanti per costringere la dittatura religiosa al potere in Iran a rilasciare le persone arrestate durante le proteste, a ristabilire la libertà di espressione e di associazione, a porre fine alla repressione e ad abrogare la norma del velo obbligatorio.

Ed ha dichiarato: “Trentanove anni di massacri e crimini, di discriminazione e sottomissione delle donne, di repressione e censura sono abbastanza. La comunità internazionale deve porre fine al suo silenzio e alla sua inazione”.

Maryam Rajavi ha precisato: “Decine di persone sono state uccise durante le proteste dalle forze di sicurezza e dalle Guardie Rivoluzionarie e almeno 8000 sono state arrestate. Ogni giorno apprendiamo di un altro prigioniero ucciso sotto tortura, ma gli scagnozzi dei mullah affermano in maniera ridicola che si è suicidato durante la detenzione. Moltissimi giovani sono scomparsi e le loro famiglie non ne hanno più notizie. Gli arresti di massa, aprire il fuoco contro manifestanti indifesi e torturare a morte i prigionieri sono chiari esempi di crimini contro l’umanità. Purtroppo l’Europa ha scelto il silenzio e l’inazione di fronte a tutti questi crimini e questa è una cosa che contraddice molti dei principi fondamentali e degli impegni presi dall’Europa, come quello sulla Convenzione Europea dei Diritti Umani”.

Maryam Rajavi ha aggiunto: “L’Iran è una polveriera e le proteste continuano in tutto il paese. Il regime è attanagliato dalla crisi. La corruzione è un elemento inseparabile da esso. Il mese scorso, il valore della valuta ufficiale del paese è crollato del 15%. Il regime è destinato a cadere e il popolo iraniano è determinato a proseguire la sua lotta per porre fine al potere della dittatura religiosa e a ristabilire la libertà”.

In un altro momento del suo discorso Maryam Rajavi ha sottolineato: “In tali circostanze, a nome del popolo iraniano e della Resistenza Iraniana, io esorto il Consiglio d’Europa, l’Unione Europea, i suoi stati membri e le Nazioni Unite a schierarsi al fianco del popolo dell’Iran e non del regime teocratico dei mullah. Il regime deve capire che dovrà pagare un prezzo alto per aver aperto il fuoco contro i dimostranti e per averli uccisi sotto tortura”.

Maryam Rajavi ha anche chiesto la creazione di una delegazione investigativa internazionale che indaghi sulla scomparsa, la detenzione e la morte dei manifestanti iraniani e su quelli assassinati in carcere. Ha detto che il regime deve essere obbligato ad  accogliere questa delegazione in Iran.

Ed ha poi ribadito: “Le proteste in tutta la nazione del popolo iraniano, hanno dimostrato che il fascismo religioso al potere in Iran non è legittimo e che non ha nessuna prospettiva di sopravvivenza futura. Tutti gli investimenti fatti su questo regime sono destinati a fallire. Tutte le relazioni diplomatiche ed economiche con il regime iraniano devono essere interrotte. I governanti iraniani devono subire sanzioni globali per decenni di crimini contro l’umanità. L’economia iraniana è concentrata nel quartier generale di Khamenei ed è nelle mani dell’IRGC. Fare affari con questo regime non farà altro che alimentare la sua macchina omicida e la sua esportazione della guerra e del terrorismo”.

Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana

24 Gennaio 2018

 

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