venerdì, Marzo 29, 2024
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La vastità della cecità politica del regime iraniano nel male interpretare i fatti

Come giudica l’Iran i rapidi sviluppi nella regione?

L’Iran ha compreso il messaggio del Golfo che il ministro degli esteri kuwaitiano ha ben presentato? Cosa ha capito l’Iran della posizione americana dopo le dimissioni di Michael Flynn? Come ha giudicato la posizione russa dopo la conferenza di Astana? E, ancora più importante, come ha giudicato la posizione israeliana?

Ha compreso che è basata sul desiderio di Benjamin Netanyahu di mantenere alcuni dei punti dell’accordo sul nucleare che ritardano la nascita di uno stato iraniano nuclearizzato? O l’ha giudicata attraverso il punto di vista israeliano di limitare l’Iran in termini del suo supporto ad Hamas ed Hezbollah?, ha scritto Sawsan Al Shaer su Al-Arabiya il 21 Febbraio.

Ricordiamo che la retorica pubblica iraniana è solo una parte della politica iraniana e non riflette una vera posizione. L’Iran aumenta questa retorica, che è uno strumento nei negoziati, per soddisfare il pubblico rivoluzionario, come lo definisce lui. La utilizza per negoziare ma non rappresenta la grandezza delle concessioni che l’Iran potrebbe fare per mantenere il suo regime e i suoi interessi, se fosse pronto a sedersi al tavolo dei negoziati, e ora è in una situazione in cui è costretto a negoziare con la Russia, con l’America e con i paesi del Golfo.

Ma l’Iran ha considerato il messaggio del Golfo una debolezza, ed ha risposto dicendo che i paesi del Golfo, non l’Iran, “devono afferrare questa opportunità che potrebbe non ripetersi”. L’Iran non ha capito che il messaggio è stato dato su insistenza dei paesi del Golfo, i quali ritengono che sia necessario dare un’altra possibilità di rinsavire all’Iran, impedendo così uno scontro tra Iran e America, le cui possibilità aumentano giorno per giorno, e che questo non è nell’interesse di tutta la regione.

Mal interpretare la situazione

L’Iran vede i fatti solo dal suo punto di vista e pensa che, dato che ha il coltello dalla parte del manico negli affari che i paesi del Golfo vogliono risolvere, esso abbia una posizione forte nei negoziati che indebolisce la posizione del Golfo. Tutto ciò che l’Iran deve fare è guadagnare altro tempo neutralizzando la posizione del Golfo attraverso una serie di lunghi negoziati, che potrà utilizzare per alterare i fatti il più possibile. L’Iran inoltre vede le differenti posizioni del Golfo come un’opportunità per dividere la sua unità e scuotere la sua coerenza. “I paesi del Golfo, e non l’Iran, devono afferrare questa opportunità che potrebbe essere l’ultima per loro” è il riassunto della risposta del presidente iraniano Hassan Rouhani inviata a Muscat e in Kuwait. Questa è la vastità della cecità politica.

I quotidiani iraniani hanno considerato le dimissioni di Flynn come una vendetta divina in loro favore. Questa è un’analisi miope, dato che le circostanze delle dimissioni di Flynn non hanno nulla a che fare con la nuova posizione americana nei confronti dell’Iran, ma sono legate ai rapporti russo-americani che nessun partito americano può osare ignorare. E proprio come l’Iran ha mal interpretato la posizione del Golfo, non è neanche riuscito a comprendere la posizione americana. Perché quando ha sentito la notizia che Michael Flynn, consigliere per la Sicurezza Nazionale del presidente Donald Trump, si era dimesso, ha esultato. Ha esultato soprattutto per il fatto che Flynn aveva ufficialmente avvertito l’Iran di non giocare col fuoco e di non mettere alla prova la decisione del nuovo presidente americano.

L’Iran, felice quando Flynn è stato licenziato, non si è accorto che un’intera squadra si stava dirigendo verso di lui come un bulldozer. Questa squadra sarà rigida nei confronti dell’Iran, non per amore né per odio dei paesi arabi. Adotterà questo approccio basandosi sui suoi interessi importanti e strategici, dato che la maggioranza dei repubblicani e dei militari americani ritengono di essere stati minacciati dalla disastrosa politica di Barack Obama nella regione. Essi ritengono che quest’ultima politica abbia portato ad un’escalation del terrorismo, che abbia messo in pericolo la sicurezza internazionale e concordano che l’Iran abbia un grosso ruolo in questa escalation. E ora questa categoria vuole riportare le cose alla normalità.

Cambiano le facce ma la posizione?

Quando abbiamo appreso che David Petraeus era uno dei più forti candidati a sostituire Flynn, ci siamo ricordati che Petraeus aveva detto che i fondi dell’accordo sul nucleare iraniano vengono utilizzati per finanziare le Guardie Rivoluzionarie iraniane. Se consideriamo che l’amministrazione americana sta cercando di presentare una proposta per designare questa istituzione militare ufficiale iraniana come un’organizzazione terroristica, allora ci troviamo di fronte ad uno sviluppo senza precedenti in questo scontro Iran-America.

Anche con la partenza di Flynn, il Segretario alla Difesa James Mattis è ancora là ed è un critico irriducibile dell’accordo sul nucleare e della politica di Obama sull’Iran. Il Direttore della Central Intelligence Agency, Mike Pompeo, è noto per la sua posizione ostile nei confronti dell’Iran e dell’accordo sul nucleare, tanto che una volta ha detto su Twitter che non vedeva l’ora di “annullare questo accordo disastroso con il più grosso stato del mondo sponsor del terrorismo”.

Pompeo ha vinto con 66 voti al Senato, quando Trump lo ha nominato per questa carica. I nominati per questa carica hanno bisogno solo del 50%+1 dei voti per essere confermati.

Perciò, l’Iran ha di fronte la maggioranza dei legislatori americani e dei membri di governo che concordano quasi completamente sull’essere rigidi nel suo approccio verso il comportamento dell’Iran nella regione.

Questa è la lettura corretta della posizione americana che l’Iran deve vedere.

Ciò che ancor più importante di questo, è comprendere che se Israele è favorevole a mantenere l’accordo sul nucleare, esso appoggia anche sanzioni più vincolanti all’Iran per limitare il suo sostegno ad organizzazioni che ritiene minaccino la sua sicurezza.

Se consideriamo il nervosismo russo per l’ostruzionismo dell’Iran al meeting di Astana e la sua insistenza a che Hezbollah non abbandoni la Siria, allora l’Iran ha di fronte un consenso internazionale che concorda sulla necessità di affrontarlo. Perciò questa è una convinzione che non è più limitata ai paesi del Golfo. Il meccanismo può differire, ma tutti concordano sull’obbiettivo. Questo è il messaggio del Golfo che l’Iran non ha compreso bene.

 

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