giovedì, Giugno 1, 2023
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La conferenza di Parigi chiede giustizia per le vittime del massacro in Iran

CNRI – “Oggi è il momento di chiedere a tutti i livelli un’indagine su questo massacro”, ha detto Bernard Kouchner ad una conferenza svoltasi martedì nella sala comunale del 5° distretto di Parigi. Kouchner ha parlato durante una mostra-conferenza tenutasi il 28 Novembre nella Sala Comunale del 5° arrondissement di Parigi sul tema “Il massacro di migliaia di prigionieri politici in Iran nel 1988 – Il diritto alla verità per le famiglie delle vittime”.

Questo evento è stato organizzato dal Comitato per la Difesa dei Diritti Umani in Iran (CSDHI) insieme al Comitato dei Sindaci di Francia per un Iran Democratico, alla presenza del Sindaco del 5° arrondissement, Florence Berthout, e di molti personaggi politici, giuristi e funzionari eletti i quali hanno chiesto una risposta appropriata delle Nazioni Unite e dei tribunali competenti, a questo “crimine contro l’umanità”, a lungo dimenticato, ma riportato alla luce in Iran e a livello internazionale.

Molti oratori, tra cui l’ex-primo ministro algerino Sid Ahmed Ghozali, l’ex-ministro degli esteri Bernard Kouchner, l’ex-Segretario di Stato per gli Affari Esteri e i Diritti Umani, Rama Yade, Ingrid Betancourt, l’avvocato William Bourdon, l’esperto di diritto Tahar Boumedra e un ex-alto funzionario dell’ONU, Jean-Pierre Brard, sono intervenuti per chiedere la nomina di una commissione internazionale che indaghi sulle esecuzioni extragiudiziali di 30.000 prigionieri politici, commesse nell’estate del 1988 e nei mesi successivi, a seguito di una fatwa di Khomeini, fondatore della teocrazia al potere in Iran. Questo incontro ha visto la presenza in particolare del Vescovo Jacques Gaillot, dell’ex-Senatore Jean-Pierre Michel, co-fondatore del Comitato Francese per un Iran Democratico, di Pierre Bercis, Presidente di New Human Rights (NDH) e dello scrittore Anwar Malek.

Bernard Kouchner ha ricordato che Khomeini ordinò la morte di 30.000 prigionieri politici nel giro di pochi mesi. “Il massimo della barbarie”, ha detto. Si è rammaricato del fatto che un uomo che faceva parte delle commissioni delle morte, ora sia ministro della giustizia di Rouhani. Per questo ex-ministro, oggi è il momento di chiedere a tutti i livelli un’indagine su questo massacro.

La Presidente eletta del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana (CNRI), Maryam Rajavi, si è rivolta alla conferenza attraverso un video messaggio, affermando in particolare che “La noncuranza della comunità internazionale e l’impunità di cui hanno goduto i leaders del regime iraniano per quasi 40 anni, hanno incoraggiato questi criminali. I mullah che hanno compiuto il massacro del 1988, continuano a battere il record di esecuzioni in tutto il mondo”.

Le madri delle vittime di questo massacro, sempre alla ricerca dei resti dei loro cari, insieme ai rappresentanti delle nuove generazioni iraniane, hanno chiesto alle autorità del regime, di assumersi la responsabilità di questo massacro, offrendo anche la loro testimonianza al pubblico della conferenza.

Ingrid Betancourt ha precisato che i dividendi economici dell’accordo sul nucleare, sono andati a beneficio delle Guardie Rivoluzionarie (IRGC), che raccolgono queste somme di denaro. “L’IRGC”, ha detto “a colto quest’occasione per moltiplicare gli abusi nella regione”. Secondo Ingrid Betancourt  è stata una trappola, separare la questione nucleare da quella dei diritti umani. 

L’IRGC interviene in Siria, in Iraq e finanzia terroristi come Hezbollah. La politica di accondiscendenza ha dato carta bianca al regime iraniano per attaccare i suoi vicini e sfruttare il popolo dell’Iran. Betancourt ha duramente criticato le posizioni di Federica Mogherini (l’Alto Rappresentante per gli Affari Esteri dell’Unione Europea) che cerca di spiegare l’inspiegabile difendendo il riavvicinamento ai mullah. L’Europa sta sbagliando e non ha il diritto di tradire sé stessa ignorando le sofferenze del popolo iraniano.

Rama Yade, ha chiesto un’indagine internazionale indipendente sul massacro del 1988, ricordando che la “giustizia iraniana”, il cui ministro della giustizia è direttamente implicato in questo massacro, è incompetente a investigare su questo crimine. Ha anche criticato l’accordo sul nucleare con l’Iran dicendo che questo accordo è stato un assegno in bianco, dato che in Iran la repressione, le guerre e il terrorismo continuano.

Rama Yade ha sottolineato che se il regime si rifiuterà di chiudere il suo programma missilistico e di ritirare le sue milizie della Siria, sarà necessario imporre sanzioni al regime. William Bourdon ha precisato che il massacro del 1988 in Iran, è il più grosso massacro di prigionieri politici dalla Seconda Guerra Mondiale. “Noi dobbiamo porre fine a questa impunità dei responsabili di questo massacro. Gli ultimi 30 anni sono stati segnati in Iran dai crimini di massa”.

L’incriminazione dei boia di Teheran è essenziale perché oggi sono legati ai boia di Damasco in una ignobile confraternita di criminali. Il co-Presidente del Comitato dei Sindaci di Francia per un Iran Democratico, Jean François Legaret (sindaco del 1° arrondissement di Parigi), ha presentato a questo evento, la dichiarazione di sostegno di diverse migliaia di sindaci e di funzionari eletti di Francia, i quali hanno appena firmato un appello per un’inchiesta internazionale sul massacro, dopo il recente Congresso dei Sindaci di Parigi.

Vale la pena ricordare che in questa conferenza sono stati illustrati anche molti documenti, foto, presentazioni video insieme a opere artistiche e la mostra svoltasi a margine della conferenza è stata molto apprezzata da un pubblico variegato.

Riguardo alla questione del massacro del 1988 e delle molte denunce delle famiglie delle vittime, il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha parlato di questo crimine nel suo rapporto di Novembre 2017. 

Anche l’Inviato Speciale del Consiglio per i Diritti Umani, Asma Jahangir, ha dichiarato in un suo recente rapporto presentato il 25 Ottobre all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, che le famiglie delle vittime hanno diritto ad un risarcimento e a conoscere la verità.

 

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