venerdì, Marzo 29, 2024
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Iran: indagine su sottrazione di fondi

Di Mahmoud Hakamian
I media iraniani hanno riportato che la corte di Teheran ha aperto un procedimento finanziario che ha come oggetto l’Istituto Finanziario e di Credito Samen al-Hojaj. Samen al-Hojaj è solo uno dei tanti istituti che hanno offerto agli investitori tassi di interesse insolitamente alti.

Questi istituti hanno finito per non essere in grado di offrire gli interessi promessi; inoltre i fondi venivano gestiti male. Il popolo iraniano è stato severamente colpito dalla corruzione di Samen al-Hojaj e di altre compagnie simili e nei 12 mesi passati c’è stata una serie di proteste istigate dagli stessi investitori.
Secondo l’agenzia di stampa iraniana Sharq, la corte di Teheran, che ha aperto indagini sui più importanti casi di corruzione, avrebbe giudicato Samen al-Hojaj un istituto finanziario illegale.
La compagnia era autorizzata ad operare in una città della provincia del Khorasan ma ha aperto centinaia di filiali in tutto il paese; è’ riuscita ad attirare milioni di dollari dal ceto operaio e dal ceto medio.

Le banche e le istituzioni finanziarie non sono legalmente autorizzate a pagare né a ricevere interessi, ma si tratta di una pratica che viene comunque attuata, etichettando la transazione come qualcos’altro (“profitto” per esempio).
Alcuni degli istituti attiravano clienti offrendo più del 25% di interessi, o “profitti”, ma i pagamenti venivano lentamente abbassati a tassi più bassi. Molti di questi istituti sono andati avanti così per anni, regolamentati o supervisionati dallo stato.

A peggiorare ulteriormente le cose, si è scoperto che Samen al-Hojaj ha prestato decine di milioni di dollari agli ufficiali militari ed ai funzionari governativi; inoltre versava stipendi altissimi ai funzionari ed ai loro famigliari, che apparentemente lavoravano per la compagnia. A molti di questi funzionari venivano concessi dalla compagnia prestiti con tassi d’interesse molto bassi ed in diversi casi i prestiti non venivano mai restituiti.
Ad oggi sono stati eseguiti tre arresti. La magistratura ha identificato gli arrestati: Abolfazl Mir Ali, amministratore delegato di Samen al-Hojaj; Robabeh Ebrahimi, consorte di Mir Ali; Mehdi Ramezanian. Sebbene siano tutti in stato di fermo nessuno di loro è comparso in tribunale.

L’amministratore delegato dell’istituto era già finito in prima pagina per avere minacciato con una pistola il governatore della Banca Centrale Valiollah Seyef affinché designasse Samen al-Hojaj un’organizzazione finanziaria legittima.

Il popolo iraniano protesta per questa situazione da mesi: persino coloro che sono rimasti indenni sono scesi in protesta in difesa coloro che invece hanno perso tutto. Cittadini comuni che cercano di pagare le proprie bollette e di arrivare a fine mese si sono ritrovati stati coinvolti in questo caso e ciò ha fatto sì che il popolo perdesse ancora di più la fiducia nel governo e nelle autorità.

Solo alla fine e spinto da un’immane pressione pubblica il leader del regime Ali Khamenei ha ordinato alla magistratura ad al governo di esaminare la questione e di affrontare le compagnie che hanno frodato le persone rubando loro il denaro guadagnato con tanta fatica. Questa mossa cambierà veramente qualcosa? L’indagine aiuterà il governo a riguadagnarsi la fiducia della gente? Assolutamente no. L’indagine non farà altro che confermare ciò che le persone già sanno: che Samen al-Hojaj è corrotta, che ha agito al di fuori della legge e che ha rubato alle vittime enormi somme di denaro.

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