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Incontro al Senato degli USA: appello per la rimozione della principale opposizione dell’Iran, OMPI, dalla lista delle ‘organizzazioni terroristiche straniere’, azione degli USA per proteggere i dissidenti a Camp Ashraf

WASHINGTON, 20 maggio 2011 /PRNewswire-USNewswire

Mentre il Presidente Barack Obama delineava la propria visione per un nuovo periodo nella diplomazia americana in rapporto alle nuove realtà del Medio Oriente, in un incontro giovedì 19 maggio ex personalità di governo di primo piano degli Stati Uniti hanno sollecitato la rimozione del principale movimento di opposizione iraniano, i Mujahedin-e Khalq o Organizzazione dei Mujahedin del Popolo dell’Iran (MEK/OMPI), dalla lista delle organizzazioni terroristiche come assoluto prerequisito per essere coerenti con i fatti sul campo. Gli oratori hanno chiesto urgenti azioni da parte degli Stati Uniti per proteggere 3.400 dissidenti iraniani a Camp Ashraf, in Iraq e hanno respinto con forza la bozza di proposta del Dipartimento di Stato di trasferirli da Camp Ashraf in altri luoghi all’interno dell’Iraq. Il generale Hugh Shelton, ex presidente degli Stati Maggiori Riuniti (1997-2001); Howard Dean, ex presidente del Comitato Nazionale Democratico; Tom Ridge, ex segretario per la Sicurezza interna (2003-2005); l’ambasciatore Dell Dailey, ex coordinatore del Dipartimento di Stato per l’Antiterrorismo (2007-2009); Patrick Kennedy, già membro della Camera dei Rappresentanti (1995-2011), e il dottor Gary Morsch (colonnello medico della riserva dell’Esercito degli Stati Uniti, per il quale ha servito in Iraq) hanno preso la parola nel simposio, presieduto dal professor Raymond Tanter, ex componente del Consiglio per la Sicurezza Nazionale.
“Il nostro stesso Dipartimento di Stato [è parzialmente responsabile] del trattamento inumano dei membri del MEK [a Camp Ashraf] perché, nonostante numerose raccomandazioni ricevute da personalità americane perché cancellasse il MEK dalla lista delle organizzazioni terroristiche straniere, continua a procedere lentamente sulla questione. Mantenendo il MEK sulla lista, infatti, indeboliamo il sostegno della più vitale organizzazione che potrebbe portare un cambiamento interno all’Iran”, ha enfatizzato il generale Shelton.
Il segretario Ridge ha detto: “Se vogliamo sostenere […] i movimenti per la libertà nel mondo, dobbiamo includere in tale visione le forze pro-democratiche in Iran – il MEK – e Camp Ashraf. Leader politici, militari, delle agenzie di sicurezza e diplomatici in questo Paese, repubblicani e democratici, liberali e conservatori, si sono uniti nel sostegno pubblico al MEK e hanno chiesto all’Amministrazione di cancellarlo dalla lista. Il silenzio di fronte alla brutale ritorsione contro i dissidenti iraniani a Camp Ashraf nel 2009 e nel 2011 è certamente inadeguato e si potrebbe definire ipocrita, dato il sostegno pubblico da parte dell’Amministrazione per i dissidenti, la resistenza e i dimostranti in Tunisia, Libia, Egitto e Siria”.
Il governatore Dean ha detto: “Il MEK dev’essere rimosso dalla lista subito. Non c’è alcuna prova contro di esso … La Corte distrettuale del District of Columbia ha stabilito che non c’era stato un equo processo e che non c’era alcuna prova. Il nostro Dipartimento di Stato deve rispettare le leggi degli Stati Uniti d’America e rimuoverli dalla lista. Questa è una lotta per l’anima stessa dell’America”. “Due alti funzionari del Dipartimento di Stato hanno detto… che la rimozione dalla lista non aiuterebbe Ashraf e che gli USA sperano di trasferirli in un’altra località irachena. Cosa si fumano al Dipartimento di Stato? Per l’amor di Dio… se accade qualcosa di grave ad uno dei residenti di Ashraf, questi cosiddetti ‘alti funzionari’ dovrebbero dimettersi immediatamente… questo piano di trasferimento è un disastro…Noi abbiamo l’obbligo come esseri umani e come americani di assicurare che non si realizzi…Possiamo tirar fuori quelle persone adesso.”
L’ambasciatore Dailey ha affermato: “Un attento, prudente e ponderato sostegno all’opposizione organizzata, efficace e sempre presente in Iran, il MEK, è essenziale. Camp Ashraf è stato attaccato due volte, mentre i residenti non avevano armi. Hanno bloccato loro le braccia: 10 uccisi la prima volta; 35 la seconda. Chiaramente, questo mostra che i residenti di Ashraf non hanno né intenzione né capacità di condurre attività terroristiche. Attualmente, diplomatici degli Stati Uniti stanno raccomandando un trasferimento interno dei residenti del MEK e di Camp Ashraf. Questo permetterà all’Iraq di continuare le angherie contro i residenti anche fino alla loro completa eliminazione. Questo è totalmente inaccettabile e non dovrebbe essere parte della politica estera degli Stati Uniti”.
“La ragione per cui il MEK è ancora iscritto nella lista come ‘organizzazione terroristica’ è che la nostra politica in passato è stata di condiscendenza – ‘appeasement’. Il MEK è la maggiore minaccia per i mullah iraniani. Se i mullah producono ed esportano sistematica destabilizzazione, sistematico sostegno per la promozione del terrorismo e del fondamentalismo e le armi per quella guerra, gli IED [ordigni esplossivi improvvisati], noi vogliamo essere dalla parte di coloro che vogliono fermarli”, ha detto Patrick Kennedy.
Avendo prestato servizio ad Ashraf, il colonnello Morsch ha detto: “Fermiamo l’assedio di Ashraf. Permettiamo a medici e infermieri di accedervi. Chiediamo all’UNAMI [Missione di Assistenza delle Nazioni Unite in Iraq] di andare lì e proteggere la gente di Ashraf. Cancelliamo dalla lista il MEK. Essi sono parte di quel risveglio di primavera, ma hanno iniziato molte, molte primavere fa. E ora il resto del mondo sta capendo”.

FONTE: Iranian-American Society of Texas

 

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