Appello internazionale per l’abolizione di sanzioni sanitarie

Kazem doveva sottoporsi ad un’urgente dialisi il 27 settembre 2010 ma, a causa di ostacoli insormontabili, questa è stata rimandata per mesi sino alla data del 7 febbraio 2011. La dialisi doveva essere ripetuta due volte alla settimana all’ospedale di Baghubah, ma ogni volta l’Ambulatorio dell’Iraq nuovo, che in pratica è un luogo di tortura per i residenti di Ashraf, avanzava una scusa e impediva la cura. I gravissimi ritardi hanno fatto sì che i reni di Kazem sono stati danneggiati definitivamente. Tant’è che i medici dell’ospedale di Baghubeh più volte hanno avvertito della grave situazione e si sono irritati per gli ostacoli, avanzando proteste. In fine il 9 maggio le condizioni di salute di Kazem sono precipitate ma Omar Khaled ha impedito il suo trasferimento all’ospedale di Baghubah. Due giorni dopo, quando la salute di Kazem si è nuovamente aggravata, l’hanno mandato all’ospedale di Baghubeh per essere sottoposto alla cura speciale, CCU. Quando il 19 Maggio Kazem si è recato all’Ospedale dell’Iraq nuovo è stato maltrattato da Omar Khaled è rimandato indietro e solo 3 giorni dopo inviato all’ospedale di Baghubeh. Ma la situazione ormai era precipitata e occorreva un trapianto e molti dei Mojahedin del popolo di Ashraf hanno comunicato la loro disponibilità ad offrire un rene. Tra il 26 e il 27 Maggio quindici persone si sono recate all’Ospedale del nuovo Iraq ad offrire un rene al proprio compagno ma sono stati costretti a tornare indietro da Omar Khaled.
La signora Maryam Rajavi aveva già avvertito, l’8 marzo, della grave situazione di Kazem Nematollahi che “per l’assenza di cure aveva perso il funzionamento di tutti e due i reni e aveva bisogno di cure urgenti e visite socialistiche, ma il comitato di repressione lo impediva”.
Kazem in una lettera del 1° Febbraio ai rappresentanti dell’ONU aveva ammonito: “Sono preoccupato per questi ritardi e limitazioni che mi compromettano il funzionamento dei miei reni … La vita di residenti di Ashraf non ha alcun valore per Omar Khaled direttore dell’Ospedale dell’Iraq nuovo che lavora sotto la sovrintendenza illegale del comitato del governo di al-Maliki. Omar Khaled, non soltanto non agevola la cura dei malati, anzi li maltratta ed esercita ogni pressione su di loro”.
Qualche tempo prima i Mojahedin del popolo Mehdì Fathì e Mohammad Rezort Heidarion hanno perso la vita nel Campo Ashraf a causa degli impedimenti esercitati dal comitato di repressione di Ashraf.
La Resistenza Iraniana imputa la responsabilità della morte di Kazem Nematollahi, Mehdì Fathì e Mohammad Rezort Heidarion al comitato di repressione e alla persona di al-Maliki che ordina direttamente di opprimere i residenti di Ashraf e chiede un’iniziativa internazionale urgente per abrogare le sanzioni sanitarie e affinché i residenti di Ashraf possano liberamente accedere alle cure necessarie per salvare la vita dei loro malati che versano in gravi condizioni.
Segretariato del Consiglio nazionale della resistenza iraniana
29 Maggio 211