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Gli anglo-iraniani chiedono un’indagine dell’ONU sul massacro dei prigionieri politici del 1988 in Iran, durante una manifestazione a Londra

Le comunità anglo-iraniane di Londra, sostenitori del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana (CNRI) e attivisti per i diritti umani, hanno protestato per l’aumento del numero delle esecuzioni e le impiccagioni pubbliche in Iran, durante un’enorme manifestazione tenutasi a Trafalgar Square sabato 19 Novembre.

Associazioni anglo-iraniane di tutto il Regno Unito hanno anche parlato delle atrocità, passate e attuali, commesse dal regime iraniano con spettacoli di strada e teatrali. Come il massacro dei prigionieri politici avvenuto in Iran nell’estate del 1988, quando circa 30.000 prigionieri politici, attivisti dell’Organizzazione dei Mojahedin del Popolo (MEK), furono giustiziati e sepolti in gran segreto in fosse comuni, a seguito di una fatwa emessa dal fondatore della Repubblica Islamica, l’ayatollah Khomeini. I funzionari responsabili del massacro attualmente ricoprono alcune delle più alte cariche all’interno del regime.

Gli esuli iraniani hanno precisato che queste esecuzioni e gli arresti di massa dimostrano che il regime iraniano non ha appoggio popolare nel paese e che ha scelto di dichiarare guerra al popolo iraniano e alle sue aspirazioni democratiche, pur di restare al potere.

I manifestati hanno chiesto al governo britannico di rendere qualunque miglioramento delle relazioni con Teheran, subordinato ad un miglioramento dei diritti umani e di fare passi concreti a livello internazionale per incriminare il regime per la sua scioccante situazione dei diritti umani.

Hanno inoltre esortato il governo britannico a condannare il massacro di prigionieri politici del 1988 come crimine contro l’umanità e ad insistere perché venga aperta un’inchiesta dell’ONU sul massacro.

Le loro richieste sono state specificate in una lettera inviata all’ufficio del primo ministro, al n°10 di Downing Street, dopo la manifestazione.

Parlamentari, illustri attivisti per i diritti umani ed avvocati hanno parlato alla manifestazione, appoggiando le richieste dei dimostranti per l’incriminazione dei responsabili del massacro del 1988 in un tribunale internazionale e  per la fine delle esecuzioni in Iran.

Gli oratori hanno sottolineato che il miglioramento della situazione dei diritti umani in Iran richiederà alla comunità internazionale, ed in particolare al Regno Unito e all’UE, di porre fine all’impunità per i violatori dei diritti umani nel paese. Inoltre hanno chiesto appoggio per la piattaforma democratica in 10 punti per il futuro Iran, presentata dalla Presidente eletta del CNRI Maryam Rajavi, che vieta l’uso della pena di morte, le esecuzioni pubbliche, la tortura ed altre pene degradanti.

“Oggi il vostro appello al governo ad agire per fermare le continue atrocità in Iran ed assicurare gli autori del massacro del 1988 alla giustizia, ha un forte appoggio tra molti membri di entrambe le camere del parlamento e di tutti i partiti”, ha detto nel suo discorso Sir David Amess MP, co-Presidente del British Parliamentary Committee for Iran Freedom.

“Questo appoggio è visibile in due iniziative: un comunicato sull’Iran e una Early Day Motion, appoggiata da circa 200 parlamentari e Pari, in accordo con le vostre richieste di oggi, che ho presentato ad una conferenza al parlamento britannico all’inizio di questa settimana …”, ha aggiunto.

La Presidente eletta del CNRI Maryam Rajavi, nel suo messaggio alla manifestazione, che è stato letto da Andrew Mackinley, ex-membro del Comitato Affari Esteri al parlamento britannico, ha detto: “La vostra manifestazione si tiene in un momento in cui un’ondata di proteste dei nostri compatrioti sta crescendo a Teheran e nelle altre città del paese… Per contenere le proteste, (i mullah al potere) hanno aumentato le esecuzioni”.

“Ma da che parte stanno i governi occidentali, e più specificatamente il governo britannico, in questo scontro?… Dopo l’accordo sul nucleare, mentre i mullah violano i diritti umani in Iran e i loro massacri nella regione si sono intensificati, i governi e le aziende occidentali non devono espandere le loro relazioni commerciali con il regime iraniano… Fare affari con il regime teocratico in Iran, concede mano libera ai mullah per opprimere il popolo iraniano ed esportare la guerra e i massacri in Iraq, Siria e Yemen”, ha aggiunto, chiedendo inoltre alla comunità internazionale, ed in particolare ai governi occidentali di “…riconoscere la Resistenza del popolo iraniano per la libertà e la democrazia”.

Alastair Logan OBE, vice-Presidente del Solicitors’ International Human Rights Group e membro del Comitato Esecutivo del Human Rights Committee of the Law Society of England and Wales, ha detto: “Il massacro dei 30.000 prigionieri politici del 1988, è stata una politica premeditata e coordinata, autorizzata ai più alti livelli e personalmente legittimata dal capo dello stato”.

Hossein Abedini, del Comitato Affari Esteri del CNRI, riferendosi alla risoluzione del Terzo Comitato dell’Assemblea Generale dell’ONU della scorsa settimana ha detto: “I leaders del regime iraniano, i funzionari ai più alti livelli e gli attuali funzionari della magistratura sono i principali ideatori ed autori delle violazioni dei diritti umani in Iran, in particolare nel caso del massacro del 1988. Le Nazioni Unite devono creare una commissione d’inchiesta indipendente che indaghi su queste violazioni e assicuri i responsabili alla giustizia”.

Malcolm Fowler, ex-membro del Human Rights Committee of the Law Society of England and Wales, ha detto: “Il caso del massacro di Srebrenica dimostra che è possibile perseguire coloro che commettono un massacro di gente innocente, se c’è una volontà politica ed è ora che il nostro governo lo faccia, proprio perché sa che tra il Luglio 1988 e il Gennaio 1989 sono avvenute queste esecuzioni in Iran…”.

Gli altri oratori alla manifestazione sono stati l’On.Theresa Villiers MP, ex-Segretario di Stato dell’Irlanda del Nord e diversi membri delle associazioni anglo-iraniane.

Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana – Ufficio del Regno Unito

19 Novembre 2016

 

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