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Dichiarazione finale della Convention di Iraniani per la democrazia

8 Febbraio 2014

Alla vigilia del 35° anniversario della rivoluzione anti-monarchica si è tenuta l’8 Febbraio 2014 a Parigi, Francia, la prima convention universale di iraniani all’estero. Hanno partecipato oltre 300 associazioni iraniane di tutto il mondo. Queste associazioni erano rappresentate da una vasta gamma di intellettuali, politici ed attivisti per i diritti umani, attivisti per i diritti delle donne, imprenditori, esperti in molte professioni e studenti. Molti di questi rappresentanti appartenevano a minoranze etniche e religiose.

 

Dobbiamo attirare l’attenzione su 35 anni di violazioni dei diritti umani sotto il governo del Velayat-e faqih. Tra queste:

•120.000 prigionieri politici giustiziati e altri centinaia di migliaia torturati:

•La repressione delle donne, private dei loro diritti fondamentali;

•La repressione e la discriminazione verso le minoranze etniche e religiose;

•L’imposizione di disumane leggi religiose, giustificate con la religione;

•L’escalation della repressione politica, che ha portato a otre 500 esecuzioni in sei mesi con il mullah Rouhani;

•Istigare gli intellettuali a fuggire dal paese con politiche repressive e la distruzione della middle-class iraniana;

•Comportamento irresponsabile nei riguardi della enorme ricchezza dell’Iran, che ha portato al saccheggio delle risorse del paese per ottenere armi nucleari;

•La diffusa corruzione del regime, con uno scandalo da 87 miliardi di euro ed il trasferimento illegale di valuta in Turchia;

•Le conseguenze dell’insediamento del mullah Rouhani, che ha portato ad uno scisma all’interno della cricca al potere;

•L’inevitabile marcia indietro del regime sul suo programma per le armi atomiche, ulteriore prova dell’inefficacia del regime;

•ll fomentare la guerra e l’ingerenza in Siria e in Iraq, il finanziamento dei gruppi terroristici, contro gli interessi del popolo iraniano e a discapito della pace e della sicurezza di civili innocenti in tutto il mondo;

•L’esecuzione di massa di oltre 50 membri dell’Organizzazione dei Mojahedin del Popolo Iraniano (PMOI/MEK) ad Ashraf il 1° Settembre 2013 e gli attacchi missilistici a Camp Liberty con l’assistenza del governo iracheno subalterno del regime;

•Le  vaste cospirazioni politiche del Ministero dell’Intelligence contro la Resistenza Iraniana, portate a nuove violente altezze nei mesi scorsi.

La convention dichiara che:

1.Il rovesciamento del regime teocratico è necessario, poiché è la creazione di una repubblica democratica basata sulla separazione tra religione e Stato che rispetterà tutte le libertà individuali e politiche. L’unica via per ristabilire la democrazia e la libertà, insieme alla crescita economica, è il rovesciamento del regime dei mullah e di tutte le sue fazioni interne.

2.Il regime teocratico, contrariamente a quanto affermato dalla propaganda ufficiale che cerca di dipingerlo potente, è estremamente vulnerabile ed un cambio di regime è ormai vicino. La società iraniana si trova in una condizione esplosiva ed il regime teocratico è nella posizione di essere rovesciato.

3.Rouhani, il nuovo presidente, rappresenta la continuazione del regime del Velayat-e faqih ed è stato coinvolto in ogni crimine commesso da questo regime sin dal primo giorno. Parlando agli aguzzini del Ministero dell’Intelligence il 3 Febbraio ha detto che in Iran “…c’è solo una bandiera e solo un uomo tiene questa bandiera” , Khamenei, che “tutti dovranno muoversi sotto questa bandiera e pensare che ci sia un’altra bandiera nel paese non è né ragionevole, né contemplato dalla Sharia”. La collaborazione degli stati esteri con questo regime, con il falso pretesto di rafforzare i moderati, mentre ignora la volontà del popolo iraniano di un cambio di regime, sta solo legittimando un regime che ha giustiziato centinaia di persone e ne ha torturate migliaia.

4.I mullah, invischiati nelle crisi interne ed economiche, nelle sanzioni internazionali e timorosi di una protesta popolare, hanno accettao l’accordo di Ginevra e sono retrocessi di un passo dai loro progetti nucleari. Noi mettiamo in guardia contro l’offerta di qualunque concessione a questo regime e sottolineiamo che al prossimo stadio di negoziati, solo una politica decisa che comprenda un inasprimento delle sanzioni, l’attuazione delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza, del protocollo integrativo e la chiusura di tutti gli impianti nucleari, potrà impedire ai terroristi al potere in Iran di ottenere la bomba atomica.

5.Noi condanniamo energicamente il supporto attivo del regime iraniano al sanguinario dittatore in Siria e al massacro del popolo siriano. Questo regime ha anche interferito in Iraq, in Libano, nello Yemen e in altri paesi della regiione e ci sono stati casi documentati di finanziamenti del regime ad organizzazioni terroristiche.

6.Noi disapproviamo il silenzio della comunità internazionale, specialmente di Stati Uniti, Europa e Nazioni Unite, di fronte alle barbare e sistematiche violazioni dei diritti umani in Iran. Sottolineiamo ulteriormente che il problema del popolo iraniano con questo regime non riguarda solo la questione nucleare. Chiudere gli occhi di fronte alla violazione dei diritti umani e l’esportazione del terrorismo significa aprire le braccia ad una catastrofe ed è perciò inaccettabile. Questo regime non è solo contro il popolo iraniano, ma rappresenta una minaccia alla pace e alla sicurezza nella regione e in tutto il mondo. La comunità internazionale dovrà appoggiare il popolo iraniano e il suo legittimo desiderio di rovesciare questo regime.

7.Noi consideriamo il Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana (CNRI), l’unica alternativa democratica al regime teocratico e l’adozione della piattaforma in 10 punti di Maryam Rajavi, il Presidente eletto del CNRI, necessaria per il rovesciamento dei mullah ed il ristabilimento di un regime democratico in Iran. Il CNRI è la più duratura coalizione politica nella storia dell’Iran e racchiude varie tendenze politiche, etniche e religiose. Solo il CNRI e il PMOI sono in grado di assicurare una dolce transizione di potere al popolo all’indomani del rovesciamento dei mullah.

8.Noi porgiamo i nostri rispetti ai 51 membri del PMOI uccisi il 1° Settembre 2013 ad Ashraf e dichiariamo inoltre che i membri del PMOI a Camp Liberty sono il bene più prezioso del popolo iraniano nella lotta contro il fascismo religioso. Ecco perché i mullah stanno facendo di tutto per annientare i membri del PMOI. Quindi, difenderli è un dovere patriottico per tutti gli iraniani amanti della libertà. Noi condanniamo la violazione degli impegni presi dalle Nazioni Unite e dal Governo degli Stati Uniti di proteggere i residenti di Camp Liberty. Chiediamo alle Nazioni Unite, agli Stati Uniti e ai paesi europei di garantire prontamente il rilascio dei sette ostaggi di Ashraf, di trasferire temporaneamente i residenti di Camp Liberty negli Stati Uniti e in Europa come rifugiati politici, di fornire i requisiti di sicurezza necessari contro gli attacchi missilistici, di piazzare osservatori dell’ONU e una unità di Caschi Blu 24 ore su 24 dentro Camp Liberty, che il Consiglio di Sicurezza dell’ONU presenti l’indagine sul massacro di Ashraf alla Corte Penale Internazionale e la vendita delle proprietà ad Ashraf mediante il legale rappresentante dei residenti.

9.Nonostante le torture e le esecuzioni in Iran e i bagni di sangue compiuti ad Ashraf e Camp Liberty, il regime dei mullah non è riuscito a rallentare la resistenza dell’Iran. Perciò sin dall’Aprile 2013, il regime ha impiegato agenti noti e meno noti, utilizzato figure politicamente defunte, sostenuto enormi costi e ricevuto assistenza da alcuni servizi stranieri per demonizzare e cospirare contro il PMOI e il CNRI, ed in particolare per colpire il leader della resistenza Massoud Rajavi. Questa campagna ha portato all’esecuzione di massa di membri del PMOI mentre si affermava, paradossalmente, che non vi è democrazia all’interno del PMOI e del CNRI. Gli sforzi del regime per demonizzare il PMOI e il CNRI hanno indignato la comunità iraniana all’estero ed hanno portato a posizioni sempre più decise contro il regime teocratico e i suoi agenti.

10.Noi chiediamo agli iraniani di essere forti. Di non farsi intimidire dalle tattiche e dalle maniere forti del regime. Incontrare faccia a faccia ed affrontare gli agenti del fascismo religioso al potere in Iran che hanno colpito la Resiistenza Iraniana e la sua leadership, è un dovere nazionale e patriottico per ogni iraniano amante della libertà.

11.Le società iraniane all’estero, i cui rappresentanti erano presenti alla convention e tra i quali vi erano migliaia di illustri professionisti, scienziati, medici, professori, studiosi e direttori, sono le fondamenta su cui costruire un Iran migliore. Dobbiamo lavorare insieme per ricostruire la nostra patria dopo 35 disastrosi anni di governo dei mullah: noi consideriamo questo compito il nostro dovere patriottico.

Parigi – 8 Febbraio 2014

 

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