venerdì, Marzo 29, 2024
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Alcuni politici europei condannano le violazioni dei diritti umani in Iran

Da sinistra: Yves Bonnet, Jean-Pierre Béquet, Giulio Terzi

CNRI – Alcuni illustri politici francesi e italiani giovedì hanno condannato il regime dei mullah in Iran per le crescenti e palesi violazioni dei diritti umani, tra le quali si contano oltre 1800 esecuzioni avvenute da quando Hassan Rouhani ha assunto la carica di presidente.

Giulio Terzi, ex-Ministro degli Affari Esteri italiano, Yves Bonnet, ex-governatore e capo dell’agenzia di intelligence francese DST, François Colcombet, ex-parlamentare e Presidente della Fondazione sugli Studi Mediorientali (FEMO), Jean-Pierre Béquet, Presidente del Comitato Francese per un Iran Democratico (CFID) ed ex-sindaco, giovedì hanno preso parte ad una conferenza online sulla questione dei diritti umani in Iran. La conferenza è stata trasmessa in diretta su ncr-iran.org/fr. 

L’ex-Ministro degli Esteri italiano Giulio Terzi ha aperto con i commenti fatti dalla responsabile della politica estera dell’UE, Federica Mogherini, a proposito del 70° anniversario del bombardamento di Hiroshima. La Mogherini ha detto che non dobbiamo e non possiamo dimenticare ciò che è accaduto, poiché è un ricordo delle atrocità che avvengono quando siamo in guerra. Terzi allora ha chiesto se la storia dell’Iran sia stata ricordata e presa in considerazione quando è stato negoziato il recente accordo sul nucleare. Terzi ritiene che ci sia stata una memoria “selettiva”, visto che molti elementi altamente critici sono stati ignorati. La questione dei diritti umani è fra questi. Ha detto inoltre che i diritti umani dovrebbero essere “una clausola fondamentale” dell’accordo sul nucleare.

Il Ministro Terzi ha detto che le Nazioni Unite devono agire e che l’opinione pubblica è concorde con questo. La violazione dei diritti umani in Iran è una questione umanitaria che l’ONU deve affrontare. Ha poi aggiunto che la stampa deve essere più informata su ciò che accade in Iran e poi ne deve informare il pubblico. Chiunque deve essere più al corrente sulla verità di ciò che sta avvenendo in Iran.

Yves Bonnet ha parlato degli aspetti critici che derivano dall’accordo sul nucleare: “Dovremmo accettare un’altra corsa alla bomba atomica?” Ha detto inoltre che otto stati in possesso dell’arma nucleare sono già troppi, quindi un nono sarebbe inaccettabile. Bonnet  ha chiesto se ci si possa fidare di un regime con un storia di gravi inganni e ha detto che come europei, la politica dell’UE deve entrare in gioco. I diritti umani rientrano nella politica dell’UE, perciò questo non dovrebbero essere omessi nella politica estera.

Bonnet ha anche espresso la sua sorpresa e il suo shock per il fatto che la Mogherini, cittadina di un paese in cui indossare il velo non è obbligatorio e in cui le donne hanno il diritto di vestirsi come loro aggrada, abbia indossato un hijab obbligatorio durante i suoi incontri a Tehran su richiesta dei funzionari iraniani.

François Colcombet ha evidenziato l’importanza dell’opinione pubblica non solo fuori, ma anche dentro l’Iran. Ha aggiunto che il popolo iraniano è chiaramente speranzoso in un cambio di regime e nel ristabilimento dei diritti umani, come appare evidente dalle proteste che avvengono in Iran. Egli ritiene che i diritti umani siano una questione fondamentale che deve essere affrontata immediatamente, perché non possiamo tollerare atti medievali come l’accecamento delle persone e le esecuzioni sommarie in Iran. La gente non deve essere punita in modo disumano. Ha detto poi che i governi non possono lavorare insieme a meno che non tengano conto dell’opinione pubblica.

Colcombet ha inoltre affermato che la giustizia in Iran è una questione che deve essere affrontata immediatamente. Ha detto che spesso le pene in Iran non sono proporzionate al crimine e che il riesame della magistratura non corrisponde alle leggi democratiche. I giudici devono essere indipendenti e non sotto il diretto controllo del leader supremo. Le esecuzioni sono già di per sé barbare, ma che vengano fatte in pubblico per terrorizzare la popolazione è inaccettabile. Colcombet ha detto che il governo francese deve chiedere spiegazioni al regime iraniano di un tale comportamento.

Jean-Pierre Béquet ha detto che durante i negoziati sul nucleare, la Francia è stata determinata ed ha posto la maggior parte delle condizioni all’accordo, in particolare durante le fasi finali. Ha affermato che la Francia non accetterà ciecamente e non negozierà un accordo con l’Iran. Si è anche detto d’accordo con Colcombet sul fatto che un accordo non può essere fatto senza il rispetto dell’opinione pubblica, la quale si oppone tenacemente alle violazioni dei diritti umani in Iran. Un passo verso il cambiamento è che tutti i paesi partecipino al dibattito e si facciano sentire. Ha detto infine che i ministri in Francia hanno il potere per farsi ascoltare dal governo francese.

Bonnet ha aggiunto inoltre che il regime iraniano dimostra tolleranza zero nei confronti dei diritti umani nel suo paese, ma ha sottolineato l’importanza che la comunità internazionale dimostri tolleranza zero verso la violazione dei diritti umani. “Dobbiamo spingere il regime fino al limite estremo e dimostrargli che i suoi abusi dei diritti umani non verranno accettati”, ha detto.

 

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