CNRI – Venti ex-inviati speciali delle Nazioni Unite sui diritti umani, hanno unito le loro voci ai ripetuti appelli al regime iraniano per il rilascio di una professoressa universitaria irano-canadese attualmente in carcere.
Hanno presentato il loro appello all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York.
Homa Hoodfar, 65 anni, docente alla Concordia University di Montreal, si trova detenuta nel famigerato carcere di Evin a Teheran, dal 6 Giugno, per aver commesso il crimine di “cimentarsi nel femminismo”, ha riportato la stampa canadese.
Gli inviati speciali sui diritti umani hanno chiesto che Homa Hoodfar venga rilasciata immediatamente, dato che il suo lavoro accademico non può essere in nessun modo considerato una minaccia per la sicurezza iraniana.
Hanno emesso un comunicato che dice: “Noi sottolineiamo che l’Iran sta violando i suoi principi costituzionali nazionali, arrestando arbitrariamente e incarcerando le persone solo per aver espresso le loro opinioni e per aver condotto ricerche accademiche, come è loro diritto e dovere professionale”.
Gli inviati hanno detto che il regime iraniano sta violando le sue stesse leggi arrestando i docenti.
E il comunicato prosegue: “Non è chiaro come il ‘femminismo’ sia una minaccia alla sicurezza nazionale iraniana, dato che l’Iran si impegnato verso l’Obbiettivo di Sviluppo Sostenibile N°5, che è quello sulla parità tra i sessi”.
Di recente per il caso di Homa Hoodfar, il giudice ha esonerato il suo avvocato e ne ha nominato un altro scelto da lui stesso.
“Homa Hoodfar, che ha acquisito la cittadinanza irlandese con il matrimonio, soffre di gravi disturbi neurologici, ma le richieste di uno specialista che la visiti sono state respinte dalle autorità iraniane”, dice l’articolo.
Quasi 5000 accademici hanno firmato una petizione per il rilascio di Homa Hoodfar e alcuni hanno anche protestato di fronte all’ambasciata del regime iraniano a Dublino