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Iran: Il comitato iracheno di repressione di Ashraf insiste sullo spostamento forzato

Nonostante la distribuzione massiccia dei volantini governativi e i continui appelli  urlati con altoparlanti nelle strade di Ashraf e l’insistenza delle autorità governative in presenza di 50 giornalisti, operatori e fotografi da tutto il mondo neanche uno dei residenti di Ashraf ha abbandonato il Campo

ImageComunicato n.4

Oggi, il 15 dicembre alle ore 11:30  37 mezzi hanno trasportato la polizia e alcune delle autorità irachene membri del comitato della repressione di Ashraf, noto come comitato per la chiusura di Ashraf, nel Campo. Insieme alla carovana irachena c’erano anche 50 giornalisti, operatori e fotografi. Il portavoce del governo iracheno aveva invitato, la settimana scorsa e dopo un anno dalla sanzione giornalistica, i giornalisti a filmare e registrare coloro che non intendevano più rimanere nel Campo di Ashraf e avevano risposto all’appello del comitato iracheno e volevano abbandonare Ashraf.
I Mojahedin di Ashraf non hanno ostacolato o protestato all’ingresso della polizia ad Ashraf, ed hanno aperto tutte le porte e tutti reparti per far visitare alla polizia e ai giornalisti.

Le forze di polizia hanno presidiato le strade di Ashraf. I rappresentanti del comitato, e del governo hanno chiesto di parlare con i rappresentanti dei Mojahedin. I rappresentanti dei Mojahedin del popolo hanno annunciato che parleranno solo se non si tratterà di negoziare sul trasferimento forzato. I responsabili iracheni hanno risposto che non c’è l’intenzione per uno spostamento obbligatorio.
Allora i rappresentanti dei Mojahedin del popolo si son presentati e hanno dichiarato ai giornalisti che: “i residenti di Ashraf in base alla loro libera scelta rimangono nel Campo, e l’hanno dichiarato alle autorità del ministero dei Diritti Umani iracheno durante le interviste riservate, in presenza dei comandanti statunitensi durate 19 giorno fatte all’infuori del Campo.  Noi al contrario del regime iraniano rispettiamo la sovranità dell’Iraq, ma lo spostamento obbligatorio con l’uso delle forze armate e con i metodi selvaggi come quelli del 28 e 29 luglio con 11 martiri e 500 feriti non solo non è la dimostrazione della sovranità, bensì esibisce l’usurpazione della dittatura religiosa al potere in Iran. soprattutto perché i residenti di Ashraf sono protetti dalla IV Convenzione di Ginevra  e ogni loro spostamento forzato viola palesemente le leggi dei diritti umani, leggi umanitari internazionali e le Convenzioni di Ginevra. I residenti di Ashraf da 24 anni vivono in quel posto e il Campo di Ashraf è il loro luogo di residenza ed è la loro casa”.
Dall’altra parte le forze irachene dopo la vista con i rappresentanti dei Mojahedin hanno riempito le strade di Ashraf con i loro volantini e nelle altoparlanti urlavano che: “il governo iracheno è deciso di spostare i residenti di questo campo” e “i volontari possono rivolgersi al centro della polizia oppure alle squadre mobili presenti nel campo”.
I responsabili del comitato e le forze irachene nell’accompagnare i giornalisti si sono recati nei vari reparti del Campo di Ashraf ed hanno potuto parlare direttamente con molti residenti del Campo di Ashraf e li hanno offerti di abbandonare il Campo di Ashraf in cambio di vivere ai hotel multi stelle a Baghdad. Ma al contrario delle loro aspettative e dopo i ripetuti appelli neanche uno dei Mojahedin di Ashraf ha prestato attenzioni a queste farse e le autobus, portati per trasportati i residenti di Ashraf,  hanno dovuto tornar indietro vote.
È da notare i quintali di volantini consoni ai mullà iraniani, che raccontavano le ridicoli menzogne riguardo il massacro dei residenti di Ashraf nei 28 e 29 luglio. Mentre i criminosi attacchi delle forze irachene con l’ascia, bastoni, stanghe agli indifesi residenti di Ashraf hanno fatto giro del mondo ed hanno colpito la coscienza dell’umanità. 
Le autorità e le forze irachene hanno lasciato il Campo di Ashraf intorno alle 15, mentre hanno portato via anche la stampa, quando ancora molti dei residenti di Ashraf parlavano con i giornalisti.
La Resistenza Iraniana insiste ancora sul fatto che la decisione di spostamento forzato di Ashraf è preludio di una catastrofe umanitaria per i residenti di Ashraf, e chiede l’intervento delle Nazioni Unite, e gli Sati Uniti d’America per garantire la sicurezza dei residenti di Ashraf e per impedire lo spostamento forzato e l’esercizio della violenza nei loro confronti.

Segretariato del Consiglio Nazionale delle Resistenza Iraniana
15 dicembre 2009 

 

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