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Il Comitato Britannico per la Libertà in Iran conferma il sostegno alla Resistenza e alla rivolta iraniane

A seguito di una conferenza al Parlamento del Regno Unito il 24 novembre, il British Committee for Iran Freedom ha emesso un comunicato stampa. La conferenza ha visto la partecipazione di diversi importanti legislatori britannici, sia della Camere dei Comuni che di quella dei Lord. La relatrice principale dell’evento è stata la signora Maryam Rajavi,
presidente-eletta del Consiglio Nazionale della Resistenza dell’Iran (CNRI).
“La politica appropriata del Regno Unito in queste circostanze è mantenere la sua promessa di chiedere conto al regime delle sue responsabilità”, hanno convenuto i relatori, invitando il governo del Regno Unito a sostenere la richiesta della signora Rajavi di deferire lo spaventoso dossier sulle violazioni dei diritti umani da parte del regime e sulla sua violenta repressione delle proteste al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, per un’indagine internazionale e per il perseguimento dei funzionari del regime responsabili” – si legge, fra l’altro, nel comunicato stampa.

Comunicato stampa

I parlamentari britannici sostengono la rivolta del popolo iraniano per il cambiamento, ed esortano il governo del Regno Unito a vietare l’IRGC come entità terroristica.
Giovedì 24 novembre, membri della Camera dei Comuni e della Camera dei Lord dei diversi partiti hanno partecipato a un incontro virtuale con la leader dell’opposizione e presidente-eletta del Consiglio Nazionale della Resistenza dell’Iran (CNRI), la signora Maryam Rajavi, al Parlamento britannico, e hanno discusso possibili passi del Regno Unito per sostenere la rivolta popolare guidata dalle donne in Iran.
Hanno accolto con favore le recenti sanzioni e le proteste diplomatiche del Regno Unito in risposta alla violenta repressione in Iran e hanno elogiato l’impegno del governo britannico a chiamare il regime di Teheran a rispondere della sua repressione mortale delle proteste.
La conferenza, tenutasi in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, ha messo in luce la violenta repressione dei diritti delle donne e la violenza di Stato contro le donne manifestata dalla tragica morte di Mahsa Jina Amini sotto la custodia della “polizia morale”, che ha dato il via alla continua rivolta contro il regime. Ha coinciso con una sessione speciale del Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite che ha approvato una risoluzione che chiede un’indagine conoscitiva internazionale indipendente sui crimini del regime contro i manifestanti.
I relatori dei diversi partiti hanno affermato che il governo del Regno Unito dovrebbe vietare l’IRGC nella sua interezza. Hanno dichiarato il forte sostegno tra i partiti di entrambe le camere del Parlamento britannico per le coraggiose donne iraniane che guidano le proteste contro il regime e per le Unità di Resistenza per la realizzazione delle aspirazioni democratiche del popolo iraniano.
Hanno affermato che la cultura dell’impunità sta incoraggiando le autorità iraniane a continuare a opprimere la popolazione e specialmente le donne in Iran, il che ha portato all’uccisione di oltre 600 manifestanti, inclusi 60 bambini, e all’arresto di oltre 30.000.
La politica appropriata del Regno Unito in queste circostanze è quella di mantenere la sua promessa di mettere il regime di fronte alle sue responsabilità – hanno convenuto i relatori, invitando il governo del Regno Unito a sostenere la richiesta della signora Rajavi di deferire lo spaventoso dossier sui diritti umani del regime e la violenta repressione delle proteste al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per un’indagine internazionale e per il perseguimento dei funzionari del regime responsabili di queste efferate violazioni dei diritti umani.
Il parlamentare Bob Blackman, copresidente del Comitato Internazionale dei Parlamentari per un Iran Democratico (ICPDI), ha alluso a gravi minacce da parte del regime di recente contro giornalisti, membri del Parlamento e dissidenti e attivisti iraniani che vivono nel Regno Unito per avere sostenuto la rivolta popolare iraniana e ha affermato: “È giusto che l’FCDO (Foreign, Commonwealth and Development Office) collabori con il Ministero dell’Interno per seguire le nostre raccomandazioni di vietare l’intero IRGC come organizzazione terroristica. Tale decisione è appropriata e riflette la vera natura dell’IRGC. Ha anche un ampio sostegno in Parlamento in entrambe le Camere”.
La relatrice principale della conferenza, la presidente-eletta del CNRI Maryam Rajavi ha ringraziato il Comitato Britannico per la Libertà dell’Iran per l’invito e i membri del Parlamento dei diversi partiti per il loro sostegno alle donne e a tutto il popolo iraniano. Ha descritto il desiderio del popolo iraniano di “rifiutare il governo della tirannia religiosa; per l’instaurazione di una repubblica democratica con il rifiuto del ritorno alla dittatura dello scià; l’impegno per l’uguaglianza di genere e il rifiuto del velo forzato e di tutte le forme di misoginia, attuando la separazione tra religione e Stato; l’impegno a difendere le libertà e la parità di diritti delle nazionalità oppresse, con autonomia all’interno dei confini dell’Iran”.
La signora Rajavi ha detto inoltre che “rovesciare il regime è un dovere del popolo iraniano e della sua resistenza” e ha invitato i governi occidentali ad accettare la legittimità della lotta del popolo iraniano per rovesciare il regime e “chiudere le ambasciate del regime iraniano ed espellere i loro agenti”.
“Questo regime non rappresenta il popolo iraniano e non ha legittimità. Deve essere espulso da tutte le organizzazioni internazionali” – ha affermato.
I relatori hanno confermato le osservazioni della signora Rajavi riguardo alle richieste del popolo iraniano e alla ricerca di un cambio di regime e hanno esortato il governo del Regno Unito a riconoscere questa realtà sostenendo il diritto delle donne e del popolo iraniano di difendersi dalla repressione del regime e di stabilire un futuro governo che rappresenti veramente la società iraniana.
Hanno anche affermato che il Regno Unito dovrebbe impegnarsi in colloqui e in una più stretta cooperazione con coloro che si battono per una repubblica libera, democratica e laica in Iran, in particolare il CNRI e la signora Rajavi, perché hanno una rete sociale e Unità di Resistenza all’interno dell’Iran e una Piattaforma in dieci punti per il futuro del Paese, che offre una valida alternativa democratica all’attuale regime e che riflette le aspirazioni democratiche del popolo iraniano.
Il professore Lord Alton di Liverpool ha dichiarato: “Come ha evidenziato la signora Rajavi, la realtà è che l’eliminazione della violenza di Stato in Iran richiede responsabilità, e sostengo la sua richiesta di deferire il dossier sui diritti umani del regime al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per il perseguimento di dirigenti e funzionari del regime responsabili di decenni di crimini contro l’umanità. Il nostro governo e l’UE sanno esattamente chi sono questi funzionari perché si limitano a imporre loro sanzioni per i diritti umani. La Gran Bretagna è nella posizione migliore per garantire questa indagine e la successiva azione penale, data la nostra voce rispettata a livello globale e i nostri seggi sia al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che al Consiglio per i Diritti Umani”.
L’onorevole Theresa Villiers, ex Segretario di Stato per l’Ambiente e l’Irlanda del Nord, ha ribadito che il governo del Regno Unito dovrebbe vietare l’IRGC e deferire le violazioni dei diritti umani commesse dai mullah in Iran al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite come parte di una maggiore pressione diplomatica.
“Noi tutti qui vogliamo vedere l’Iran muoversi verso un futuro libero e democratico. Condividiamo le aspirazioni di quei coraggiosi manifestanti. E voglio vedere questo riflesso nel solido approccio del governo del Regno Unito” -ha detto, aggiungendo: “Penso che, come parte della pressione diplomatica, dovremmo vedere la chiusura dell’ufficio politico del Leader Supremo, il Centro islamico in Maida Vale [a Londra]. Trovo sorprendente che questo possa continuare ad operare e il fatto che apparentemente abbia persino ricevuto assistenza e sovvenzioni per il Covid”.
Il parlamentare Jim Shannon ha sostenuto la richiesta di giustizia internazionale attraverso i meccanismi delle Nazioni Unite e il perseguimento dei funzionari del regime e ha affermato: “Le nostre forti dichiarazioni, condanne e dichiarazioni di sostegno sono certamente una spinta morale per le donne e per tutto il popolo iraniano. Tuttavia, non fermeranno la repressione del regime, mentre porre fine alla cultura dell’impunità e aumentare i costi per i leader del regime farà molto”.
Tra gli altri relatori della conferenza: i deputati Anna Firth e Rachael Maskell; Lord Bellingham; Lord Turnberg; Lord Polak CBE; la baronessa Eaton DBE DL; la baronessa Meacher; Lord Singh di Wimbledon CBE; il dottor Tahar Boumedra, esperto legale ed ex capo dell’Ufficio per i diritti umani delle Nazioni Unite in Iraq; e Anthea McIntyre CBE, membro conservatore del Parlamento europeo per le West Midlands.

Comitato Britannico per la Libertà dell’Iran
24 novembre 2022

 

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