Nella sua 37ª settimana consecutiva, la campagna “Martedì No alle Esecuzioni” continua in 22 carceri in Iran, in coincidenza con la prossima Giornata Mondiale contro la Pena di Morte. Nel loro ultimo comunicato, i prigionieri politici che partecipano a questa campagna hanno condannato l’uso continuato delle esecuzioni da parte del regime iraniano per sopprimere il dissenso. Hanno evidenziato che solo tra il 1º e il 2 ottobre sono stati giustiziati 30 prigionieri, tra cui tre donne. Un prigioniero, Mahmoud Dahmardeh, è morto di infarto a causa della negligenza medica nel carcere di Zabol.
La dichiarazione dei prigionieri ha sottolineato la strategia del regime di utilizzare le esecuzioni per instillare paura e prevenire le proteste. Oltre all’ondata di esecuzioni, il comunicato ha espresso preoccupazione per Hamid Hossein-Nejad Haideranlou, un prigioniero politico condannato a morte a Urmia per il suo presunto ruolo nella resistenza armata (baghi). La sua vita resta in grave pericolo mentre il regime intensifica le misure repressive.
Political Prisoners Enter 36th Week of #HungerStrike in ‘No to Executions Tuesdays’ Campaign Across 22 #Iranian Prisonshttps://t.co/rdqERZeVgJ
— NCRI-FAC (@iran_policy) October 2, 2024
Mentre i prigionieri continuano il loro sciopero della fame, hanno chiesto un sostegno urgente alle organizzazioni internazionali per i diritti umani e alla comunità internazionale. “Stiamo assistendo alla massima brutalità del regime, che guida il mondo per numero di esecuzioni”, hanno scritto i prigionieri, facendo appello a un intervento per ritenere il regime responsabile di oltre quattro decenni di crimini contro l’umanità.
La sfida all’interno di queste prigioni invia un messaggio potente: nonostante la repressione crescente, la domanda di giustizia rimane forte. “Non permetteremo che ci mettano a tacere con la paura. La nostra lotta continua, e la nostra resistenza è la nostra arma più grande”, ha concluso la loro dichiarazione, esortando la comunità internazionale a schierarsi contro le atrocità del regime.
Questa campagna, ora nella sua 37ª settimana, riflette il coraggio e lo spirito incrollabile dei prigionieri politici che, nonostante affrontino una brutale oppressione, rimangono risoluti nella loro lotta per la giustizia e la libertà.”