venerdì, Marzo 29, 2024
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Saad Hariri: “L’Iran deve smettere di interferire negli affari arabi”

Saad Hariri, membro del parlamento libanese e già primo ministro dal 2009 al 2011, in un editoriale pubblicato sul New York Times il 22 Settembre, spiega il ruolo distruttivo del regime iraniano nella regione. Di seguito il testo completo dell’articolo.

Il 14 Febbraio 2005, una grossa bomba uccise l’ex-primo ministro del Libano, Rafik Hariri, mio padre, insieme ad altri 22 libanesi. Il tribunale speciale per il Libano all’Aja, ha identificato cinque agenti Hezbollah come sospetti complici dell’omicidio. Se ciò venisse dimostrato significherebbe che l’attentato è stato compiuto dagli alleati dell’Iran in Libano, finanziati e controllati dal regime di Teheran. 

Tre anni dopo, nel 2008, Hezbollah ha iniziato ad occupare Beirut e dopo molti anni di promesse che il suo vasto arsenale, fornito dagli iraniani, aveva il solo scopo di proteggere il Libano da Israele, ha puntato le sue armi contro il popolo libanese. 

Più recentemente, Hebollah ha impedito al Libano di eleggere un nuovo presidente ed ha imposto un devastante impasse al governo del paese per ricattare la cittadinanza, costringendola ad accettare le sue richieste.

Nel frattempo Hezbollah ha inviato migliaia di ragazzi libanesi a combattere e a morire in Siria per difendere l’odioso regime di Bashar al-Assad, il brutale dittatore condannato dalle Nazioni Unite e da tutto il mondo per aver autorizzato il massacro di almeno 250.000 dei suoi stessi cittadini. Assad, con l’aiuto dell’Iran, delle sue Guardie Rivoluzionarie e dei suoi complici, di Hezbollah e delle milizie in Iraq ed Afghanistan, ha creato la più enorme massa di rifugiati dalla Seconda Guerra Mondiale, scacciando senza pietà milioni di persone verso i paesi vicini e in Europa.

Noi libanesi conosciamo fin troppo bene la violenza, la discordia, l’odio settario, la brutalità e il terrorismo che l’Iran e i suoi alleati infliggono agli altri paesi, qualunque cosa gli esponenti iraniani possano cercare di far credere al resto del mondo. L’Iran è il maggiore stato sponsor del terrorismo sin dalla fine degli anni ’70.

Non abbiamo dimenticato gli americani e gli altri occidentali presi in ostaggio negli anni ’80 dai complici dell’Iran in Libano. Non abbiamo dimenticato l’attentato alla caserma dei marines nell’aeroporto di Beirut, che uccise 241 marines, marinai e soldati degli Stati Uniti. L’amnesia che ha colpito gran parte del mondo a proposito di questi eventi, senza parlare di quello che sta succedendo oggi in Siria e in altre zone, ci lascia sbigottiti.

In Siria, il disastro piombato sul suo popolo è iniziato quando l’Iran e i suoi alleati sono intervenuti in appoggio della brutale dittatura di Assad, contro una rivolta popolare in origine non-violenta, non-settaria e pro-democrazia. Il popolo siriano chiedeva semplicemente la riforma di un sistema diabolico e corrotto da parte di un governo che agisce solo con la forza bruta. Ora il Libano è sopraffatto da circa 1.300.000 rifugiati siriani, scacciati dalle loro case da un regime senza rimorsi.

Anche la tragedia nello Yemen è iniziata quando le milizie ribelli houthi, filo-iraniane, hanno iniziato la loro battaglia contro il loro stesso popolo, con un colpo di stato condannato dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Lo hanno fatto semplicemente per minacciare e minare la stabilità dell’Arabia Saudita e degli altri stati del Golfo Persico.

In Iraq, l’Iran ha incoraggiato e finanziato le brutali milizie sue complici che hanno diffuso l’odio settario nel paese e che ora stanno minacciando gli sforzi per sconfiggere lo Stato Islamico.

I politici iraniani si vantano sfacciatamente del fatto che il loro paese ora controlla quattro capitali arabe, Beirut, Baghdad, Sanaa e Damasco,  e gongolano per la loro egemonia. Questa spacconata è una chiara minaccia, che noi in Libano sappiamo di dover prendere molto sul serio, che l’Iran vuole espandere la sua influenza in Medio Oriente seminando discordia, promuovendo il terrorismo e l’odio settario e destabilizzando la regione attraverso i suoi complici, fingendo di essere solo uno spettatore.

Tutto ciò è in contrasto con quanto l’Arabia Saudita ha fatto per il Libano. Negli anni ’80, mentre l’Iran era impegnato a dirigere le sue milizie in Libano, l’Arabia Saudita ha aiutato il paese a raggiungere uno storico accordo per porre fine alla guerra civile. Gli Accordi di Taif, dal nome della città saudita dove si riunì il Parlamento libanese, mise fine a 15 anni di massacri.

Mentre il Libano stava cercando di ricostruire la sua economia dopo la guerra civile, l’Arabia Saudita intervenne con la sua cruciale assistenza alle conferenze di Parigi per la ricostruzione economica del Libano, contribuendo con oltre 1,5 miliardi di dollari di aiuti.

Quante scuole e ospedali ha costruito l’Iran in Libano? Quanto aiuto ha fornito al Libano per ricostruire il paese? La risposta ovviamente, è poco o niente e qualunque aiuto iraniano è strutturato totalmente per il beneficio politico di Hezbollah.

L’Iran ha un’opportunità unica per aiutare coloro che stanno veramente combattendo l’estremismo nel mondo arabo. Ma per fare questo deve smettere di interferire negli affari arabi, dallo Yemen al Bahrein, all’Iraq, alla Siria e al Libano. Deve smettere di alimentare il risentimento sunnita, che incoraggia solo una frangia minoritaria a pensare che il terrorismo sia la risposta. E l’Iran può costringere le milizie in Afghanistan, Iraq, Libano e Iran a lasciare la Siria. Questo sarebbe un grosso primo passo per rimuovere gli ultimi ostacoli tattici che devono affrontare coloro che stanno davvero combattendo l’estremismo nel mondo musulmano.

L’Iran può essere parte della soluzione, ma deve accettare la mano tesa dagli arabi, guidati dall’Arabia Saudita, per normalizzare i rapporti di vicinato, permettendo agli arabi sunniti di occuparsi del vero compito che è quello di sbarazzarsi dell’estremismo.

 

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