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La Risoluzione 166 della Camera degli Stati Uniti presentata con oltre 150 firme – A sostegno della richiesta del popolo iraniano per una repubblica democratica

Il 26 febbraio 2025, la Risoluzione 166 della Camera (H.Res. 166) è stata presentata alla Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti con il sostegno bipartisan di oltre 150 legislatori, tra cui presidenti di commissioni e sottocommissioni. La risoluzione afferma il sostegno al diritto del popolo iraniano di instaurare una repubblica democratica, laica e non nucleare, condannando fermamente il terrorismo, le violazioni dei diritti umani e l’aggressione regionale del regime iraniano.

Sostegno alla Resistenza del popolo iraniano e al Piano in Dieci Punti

La risoluzione riconosce esplicitamente che il popolo iraniano ha respinto ogni forma di dittatura, inclusa sia la teocrazia al potere sia il regime monarchico, e ha espresso la propria volontà di un cambiamento fondamentale attraverso proteste su scala nazionale, in particolare nel 2018, 2019 e 2022. Riconosce inoltre il ruolo delle Unità di Resistenza iraniane nella mobilitazione delle proteste all’interno del Paese contro l’oppressione del regime.

La H.Res. 166 evidenzia anche il Piano in Dieci Punti proposto da Maryam Rajavi, presidente eletto del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana (NCRI), come un’alternativa democratica e praticabile all’attuale regime. Questo piano prevede una repubblica democratica basata sul suffragio universale, elezioni libere, parità di genere, separazione tra religione e Stato, un Iran non nucleare e la coesistenza pacifica con le altre nazioni. La risoluzione sottolinea che questo piano ha ottenuto il sostegno di oltre 4.000 parlamentari a livello mondiale, tra cui 243 membri bipartisan della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, la maggioranza in 33 assemblee legislative, 130 ex leader mondiali e 80 premi Nobel.

Condanna delle violazioni dei diritti umani e delle infrazioni nucleari del regime iraniano

La H.Res. 166 mette in evidenza le sistematiche violazioni dei diritti umani in Iran, in particolare contro donne, prigionieri politici e minoranze etniche e religiose. Sottolinea l’esecuzione di oltre 500 prigionieri, tra cui almeno 17 donne, nei primi quattro mesi della presidenza di Masoud Pezeshkian e chiede giustizia per il massacro del 1988 dei prigionieri politici, in cui fino a 30.000 detenuti, principalmente sostenitori dell’Organizzazione dei Mojahedin del Popolo Iraniano (PMOI/MEK), furono giustiziati.

La risoluzione condanna inoltre le operazioni militari espansionistiche di Teheran, inclusi il finanziamento di gruppi terroristici affiliati, gli attacchi alla navigazione internazionale e il suo ruolo nella destabilizzazione del Medio Oriente. Denuncia inoltre le ambizioni nucleari del regime, citando le violazioni dell’Iran al Trattato di Non Proliferazione (NPT) e l’accumulo di uranio arricchito a livelli prossimi a quelli per uso bellico.

Appello all’azione: riconoscere il diritto alla resistenza e proteggere i dissidenti

Un elemento chiave della H.Res. 166 è il riconoscimento del diritto del popolo iraniano a resistere all’oppressione del regime. La risoluzione invita la comunità internazionale a sostenere i manifestanti iraniani e le Unità di Resistenza nella loro lotta contro il Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (IRGC) e altre forze repressive.

La risoluzione solleva inoltre preoccupazioni sulla repressione transnazionale di Teheran, in particolare sulle minacce del regime contro i dissidenti iraniani all’estero. Chiede al governo degli Stati Uniti di collaborare con l’Albania per garantire la piena protezione dei rifugiati iraniani ad Ashraf 3, molti dei quali sono ex prigionieri politici e sopravvissuti ai massacri del regime.

Un forte messaggio bipartisan a Teheran

Con il sostegno di membri di alto livello di commissioni chiave del Congresso, tra cui Affari Esteri, Servizi Armati e Stanziamenti, la H.Res. 166 invia un messaggio chiaro: gli Stati Uniti stanno dalla parte del popolo iraniano nella sua richiesta di libertà e democrazia. La risoluzione sollecita il mantenimento delle sanzioni contro il regime iraniano e chiede che i suoi leader siano ritenuti responsabili per crimini contro l’umanità.
Sostenendo l’opposizione iraniana e il Piano in Dieci Punti, la risoluzione respinge qualsiasi ritorno alla monarchia o alla dittatura religiosa e afferma che solo il popolo iraniano ha il diritto di determinare il proprio futuro.

 

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