martedì, Marzo 19, 2024
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In ogni parte del mondo, gli iraniani chiedono libertà e democrazia

La rivolta nazionale in Iran continua nonostante la pesante repressione del regime e l’uccisione di oltre 550 manifestanti. Inizialmente innescate in seguito al tragico omicidio di una ragazza curda sotto la custodia della polizia, le proteste ora sono sfociate in una rivoluzione. La rivoluzione popolare iraniana è stata ampiamente sostenuta dai connazionali all’estero, che cercano di fare eco alla voce della popolazione.
Dal 3 novembre, l’Organizzazione delle Comunità Iraniano-Americane (OIAC) ha allestito una mostra fotografica dei martiri della rivolta nazionale iraniana e delle vittime dei quattro decenni di oppressione del regime davanti al Campidoglio degli Stati Uniti.

Questa mostra include immagini dei martiri della rivolta nazionale iraniana e di migliaia di vittime del massacro del 1988 di oltre 30.000 prigionieri politici. La maggior parte delle vittime del massacro del 1988 erano membri e sostenitori del principale gruppo di opposizione iraniano, Mojahedin del Popolo Iraniano (PMOI – MEK)

Mostra a Washington organizzata dall’OIAC – 9 novembre

La grande mostra fotografica dell’OIAC ha ricevuto molti commenti positivi dai legislatori americani e dalle figure politiche di spicco che l’hanno visitata ed hanno espresso la loro solidarietà al popolo iraniano e alla sua rivolta.
Membri della diaspora iraniana e sostenitori del MEK hanno tenuto sit-in di solidarietà con i loro compatrioti insorti all’interno dell’Iran in varie capitali occidentali, fra le quali Washington, Stoccolma, Londra e Berlino.

Protesta e sit-in di iraniani per la libertà a Berlino – 10 novembre

Questi iraniani che amano la libertà mostrano striscioni che esortano la comunità mondiale a riconoscere il diritto del popolo iraniano all’autodifesa di fronte alla crescente brutalità del regime. Cantano anche slogan popolari come: “Abasso dittatore”, “Abbasso Khamenei” e “Abbasso l’oppressore, che si tratti dello shah o del mullah”. Questi slogan riflettono il desiderio del popolo iraniano di avere un Iran democratico, rifiutando qualsiasi forma di dittatura.

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