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Rappresentanti del Ministero dell’Intelligence Iraniano (MOIS) di Tehran Incontrano il Rappresentante Speciale del Segretario Generale dell’ONU Sig.Kobler per la questione dei residenti di Ashraf

Discutere e coinvolgere il regime Iraniano nel caso di  Ashraf è illegale ed è un ostacolo insormontabile per i residenti

CNRI – Secondo alcuni rapporti ricevuti da Tehran, rappresentanti del Ministero dell’Intelligence dei mullah, a nome della Nejat Association, si sono incontrati con Martin Kobler, il Rappresentante Speciale per l’Iraq del Segretario Generale delle Nazioni Unite (SRSG) all’Hotel Laleh ed hanno richiesto, per il regime dei mullah, l’estradizione di un gruppo di residenti di Ashraf. Il SRSG ha anche incontrato molti agenti del MOIS che si spacciavano per familiari dei residenti di Ashraf ed ha discusso la questione delle famiglie dei residenti di Ashraf e Liberty con i rappresentanti del Comitato Internazionale della Croce Rossa a Tehran. Come la Resistenza Iraniana ha spesso avvertito, anche all’inizio del viaggio di Martin Kobler a Tehran, qualunque dialogo e coinvolgimento del regime dei mullah nel caso di Ashraf è illegale, inaccettabile, una violazione di molti trattati internazionali ed un ostacolo insormontabile per i residenti di Ashraf.
Il Ministero dell’Intelligence e il ramo della sua cosiddetta Nejat Association, cercano di aumentare la pressione esercitata sui residenti di Liberty attraverso il Comitato Internazionale della Croce Rossa (ICRC), le Nazioni Unite, le lettere dei familiari, l’attività di spionaggio e la raccolta di informazioni. E questo nonostante il regime iraniano e il governo iracheno siano gli unici ad aver impedito alle famiglie dei residenti di Ashraf di visitare i loro cari e ancora continuino a farlo.
Fino al 2008, fino a quando cioè la protezione di Ashraf era nelle mani delle forze statunitensi, i familiari dei residenti andavano e venivano da Ashraf  sia dall’Iran che dall’Estero e potevano rimanere quanto volevano con i loro cari. Ma dall’inizio del 2009 il governo iracheno, non solo impedisce l’ingresso alle famiglie in Iraq e ad Ashraf, ma ha piazzato molti agenti del MOIS accanto ad Ashraf che si spacciano per familiari  per torturare psicologicamente i residenti ormai da 28 mesi.
Moltissimi familiari dei residenti di Ashraf sono in prigione per essersi recati ad Ashraf ed aver contattato i loro figli. A Maggio, sono stati forniti alle organizzazioni internazionali i nomi di 177 residenti i cui familiari sono in prigione in Iran.
I residenti di Ashraf e Liberty hanno dichiarato più e più volte di non aver bisogno che l’ICRC e l’UNAMI contatti le loro famiglie. Se queste organizzazioni volessero davvero aiutare i residenti, farebbero meglio a condannare le torture psicologiche, a sollecitare il governo iracheno affinché permetta alle famiglie di entrare ad Ashraf e a cercare di far rilasciare i loro familiari in prigione.

Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana
11 Maggio 2012

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