venerdì, Marzo 29, 2024
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Perché il regime iraniano ricorre alla guerra per procura

Il regime iraniano ha celebrato il suo 40esimo anniversario nel bel mezzo di una seria crisi interna ed internazionale, tutt’ora in corso. La rivolta anti-regime, durante la quale centinaia di migliaia di persone hanno messo e mettono a rischio le loro vite per un cambio di regime, è iniziata nel Dicembre 2017 e non mostra alcun segno di interruzione.

Nel frattempo gli Stati Uniti si sono ritirati dall’accordo sul nucleare, ed hanno imposto ulteriori sanzioni contro il regime per il suo programma missilistico balistico e per il suo avventurismo militare.

In parole povere, il regime rischia seriamente di collassare.

Ad ogni modo tutto questo non ha fermato l’interferenza regionale dei mullah, che usano milizie mercenarie, propaganda, e persino leader fantocci per ridisegnare la regione per dare vita alla Mezzaluna Sciita Iraniana. I mullah spendono miliardi di dollari per controllare la Siria, il Libano, l’Iraq e lo Yemen, come pure spendono miliardi per supportare milizie come quelle di Hamas e di Hezbollah. Ovviamente, per destabilizzare il Medio Oriente, il regime iraniano non fa affidamento sulle sole milizie sciite, pronte per la presa di potere dei mullah. Più e più volte il regime è stato colto in flagrante mentre finanziava gruppi terroristici sunniti, incluso Al Qaida, dimostrando che, essenzialmente, non si tratta di una questione religiosa, ma di potere. Questo ha fatto sì che, durante la conferenza di Varsavia dello corso mese, diversi paesi esprimessero grande timore circa l’influenza iraniana in Medio Oriente.

C’è poi la campagna di disinformazione dell’Iran, che mira a promuovere in tutto il mondo la prospettiva del regime. L’Iran versa milioni in questa macchina di propaganda montata ad arte, diffondendo l’agenda iraniana in dozzine di lingue, incluso l’inglese. Il regime ha anche istituito dozzine di centri culturali ed università fuori dai propri confini per riprodurre la campagna di disinformazione.

Ma perché il regime dovrebbe fare così tanto affidamento sui mercenari e sulla propaganda? La risposta è semplice: il regime sa che le sue mancanze ed il suo reale esercito non potrebbero mai affrontare una superpotenza (per esempio gli Stati Uniti) e nemmeno una potenza regionale (come l’Arabia Saudita), quindi ricorre ad attacchi missilistici, menzogne, attacchi terroristici, e persino alla guerra informatica. Questo tiene, nella maggior parte dei casi, le forze del regime lontano da ogni possibile pericolo fisico, ma ha il valore aggiunto di non permettere all’Iran di negare il suo coinvolgimento.

Cosa si dovrebbe fare, allora?

Alberto M. Fernandez, Presidente delle Reti di Trasmissione Radiotelevisive del Medio Oriente (MBN), ha scritto: “Una nuova politica americana che miri a sfidare seriamente l’egemonia iraniana nella regione è necessaria non solo per quanto riguarda le ambizioni nucleari e missilistiche e per il considerevole numero di milizie mercenarie sul campo, ma anche per l’ampia gamma di proiezioni di potenza nella società in generale. Una simile politica sottolineerebbe come l’Iran sta costruendo un impero regionale mentre il suo popolo, a casa, fatica ad avere acqua ed elettricità.”

 

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