Massacro ed esecuzione di massa ad Ashraf – No. 100
Notizie e documenti ottenuti dall’interno del regime iraniano hanno rivelato che i sette residenti di Campo Ashraf presi in ostaggio il 1° Settembre dalle forze speciali di Nouri al-Maliki continuano ad essere trattenuti in Iraq.
I sette ostaggi, un uomo e sei donne, si trovano in alcuni “alloggi sicuri” nella Green Zone di Baghdad, residenza di alcuni alti funzionari.
Pochissime persone visitano questi alloggi sicuri e solo pochissimi, appartenenti alla più stretta cerchia del primo ministro Nouri al-Maliki ne conoscono l’esistenza. Fra questi il Tenente Generale Farough al-Araji, capo dell’ufficio militare di Maliki; Faleh Fayaz, consigliere di Maliki per la Sicurezza Nazionale e il figlio di Maliki, Ahmed, responsabile del controllo degli alloggi sicuri .
Alcuni rapporti inviati all’ufficio del leader supremo del regime iraniano Ali Khamenei dal Ministero dell’Intelligence e della Sicurezza del regime, indicano che in molte occasioni gli aguzzini del MOIS hanno interrogato gli ostaggi negli alloggi sicuri ed hanno inviato i loro rapporti a Tehran attraverso l’ambasciata del regime a Baghdad.
I dettagli su alcuni dei siti in cui sono rinchiusi gli ostaggi sono stati forniti ai funzionari competenti a livello internazionale.
Secondo alcuni rapporti, Nouri al-Maliki aveva intenzione di consegnare gli ostaggi al regime iraniano prima della sua visita negli Stati Uniti. Tuttavia, la campagna dei sostenitori della Resistenza Iraniana e la forte reazione della Camera e del Senato statunitensi durante la sua visita, hanno fatto temere a Maliki le conseguenze di un simile provvedimento costringendolo ad aspettare una migliore occasione per eliminare gli ostaggi, o per consegnarli al regime iraniano.
La Resistenza Iraniana sottolinea, ancora una volta, le responsabilità del Governo U.S.A. e delle Nazioni Unite riguardo alla sicurezza e l’incolumità degli ostaggi, i quali sono Persone Protette secondo la Quarta Convenzione di Ginevra ed hanno diritto a godere della protezione internazionale in quanto richiedenti asilo. La Resistenza Iraniana chiede inoltre una azione immediata per liberare gli ostaggi ed impedire che continuino ad essere sottoposti a torture o che vengano estradati per essere eliminati.
Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana
25 Novembre 2013