venerdì, Marzo 29, 2024
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“Non ci si può fidare dell’Iran nei colloqui sul nucleare con l’Occidente”, ammonisce un parlamentare australiano

“L’Iran appoggia i terroristi hezbollah e la dittatura di Bashar al-Assad in Siria e non ci si può fidare di questo regime nei colloqui sul nucleare con l’Occidente”, ha ammonito un illustre parlamentare australiano.

Il membro del Congresso Federale Michael Danby ha detto che le concessioni fatte  dall’Occidente durante i negoziati non verranno contraccambiate dai governanti di Tehran.

Sul quotidiano The Australia ha scritto: “L’Iran ha dimostrato ripetutamente che perseguirà quelli che percepisce come i suoi interessi incurante delle conseguenze.

“Gli obbiettivi principali dell’Iran sono: minacciare lo status-quo guidato dai sunniti sostenuti dagli Stati Uniti in Medio Oriente e sostituirsi agli Stati Uniti come potenza egemonica nella regione.

“Tehran persiste inoltre nella sua apparentemente immutata ideologia del suo leader supremo, Ali Khamenei, di distruggere Israele”.

Danby ha anche detto che “nessuno deve dubitare” dell’impegno dell’Iran verso il suo cliente, Hezbollah, e del suo appoggio al brutale regime di Assad in Siria.

Ed ha aggiunto: “Le aggressioni dirette dell’Iran nella regione nel frattempo continuano. I ribelli houthi, schierati con l’Iran, hanno preso la capitale yemenita. Il generale Qasem Soleimani, comandante delle Guardie Rivoluzionarie Iraniane, si atteggia a viceré persiano dominando il governo iracheno e le milizie sciite.

“Il primo alleato dell’America in Medio Oriente, l’Arabia Saudita, è talmente allarmato che il Principe Turki bin Faisal, ex-capo dell’intelligence saudita, a Febbraio ha detto: ‘Qualunque cosa abbiano gli iraniani, l’abbiamo anche noi’”.

Ed ha continuato dicendo: “Ovviamente il programma nucleare iraniano è al centro delle preoccupazioni internazionali. Tehran sta negoziando solo perché le sanzioni internazionali stanno paralizzando la sua economica. Le sanzioni dell’ONU sono state imposte all’Iran solo dopo che l’esistenza di diversi siti segreti per l’arricchimento dell’uranio è stata rivelata (e non dagli ispettori ma da un gruppo dissidente)”.

Danby ha poi citato il leader supremo Ali Khamenei che recentemente ha detto: “Noi non ci arrenderemo mai alla pressione. L’Iran non darà accesso ai suoi scienziati atomici. Noi non permetteremo che la privacy dei nostri scienziati atomici o di qualunque altro soggetto importante venga violata”.

Ed ha aggiunto: “I sauditi, i turchi, i qatarioti e gli israeliani, come il governo socialista francese e i democratici al Congresso americano, avvertono la crescita del potere iraniano in Medio Oriente. L’intervento diretto dei sauditi nella regione è in funzione della minore influenza degli Stati Uniti in Medio Oriente che viene percepita. I sauditi per tradizione hanno sempre contato sugli Stati Uniti per mantenere la stabilità nella regione. Ma una serie di decisioni statunitensi, come la prospettiva di un accordo sul nucleare, la collaborazione militare tra gli Stati Uniti e le forze di terra iraniane in Iraq, l’aver concesso ad Assad di oltrepassare il limite delle armi chimiche e l’aver preso le distanze da Israele ed Egitto, ha convinto l’Arabia Saudita, la Turchia e persino il Qatar che gli Stati Uniti stiano riducendo il loro coinvolgimento nella regione.

“Quando il Ministro degli Esteri australiano Julie Bishop si è recata in Iran il mese scorso, è stato il primo ministro importante a visitare la Repubblica Islamica dall’avvio dell’accordo di Losanna. L’importanza della visita della Bishop sta nel fatto che segna il proseguimento del passaggio dell’Iran dalla condizione di paria a quella di membro accettato dalla comunità internazionale.

“I paesi occidentali stanno sgomitando per essere i primi della fila quando le sanzioni verranno ufficialmente rimosse. I diplomatici occidentali, compresa la Bishop, stanno lodando ‘il cambiamento dell’atteggiamento iraniano’, pur non avendo nessuna prova di ciò.

“Stanno anche elogiando l’Iran che ha accettato l’intesa sul nucleare, nonostante le rivelazioni del contrario e il fatto che sia responsabile delle azioni nella regione, nonostante l’Iran stia attivamente minacciando i governi della regione da Beirut a Baghdad e oltre e che stia prolungando la guerra civile in Siria.

“Questa è visione a breve termine della peggior specie ed ignora la vera natura e le reali politiche del regime di Khamenei. Un Iran dotato di armi nucleari tra 10 anni, libero dalle sanzioni, con 180 miliardi di dollari di riserve ora disponibili e con delle politiche immutate sull’egemonia nella regione e il supporto alle organizzazioni terroristiche come Hezbollah, non è nell’interesse della pace mondiale, della stabilità regionale o persino della lontana Australia”.

 

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