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Maryam Rajavi esorta U.S.A, UE e ONU ad intraprendere azioni serie e pratiche per garantire la protezione di Camp Liberty

“Il massacro di Natale a Camp Liberty”

L’attacco a Camp Liberty  è stato il souvenir di Maliki per i residenti dopo la sua visita a Tehran,  per mettere in ombra il rapimento degli ostaggi e l’enorme crimine contro l’umanità commesso a Campo Ashraf, rappresenta l’anticipo per il terzo mandato di Maliki da Primo Ministro e la disperata lotta di Khamenei contro il pericolo del crollo del suo regime

Il Presidente eletto della Resistenza Iraniana, Maryam Rajavi, ha porto i suoi omaggi ai tre illustri dirigenti e veterani dell’Organizzazione dei Mojahedin del Popolo Iraniano (PMOI/MEK), Mohammad Javad Saleh Tehrani, Mahmoud Bornafar e Abbas Namvar, massacrati durante l’attacco a Camp Liberty giovedi notte ed ha espresso speranza per la guarigione dei 71 residenti feriti durante il “massacro di Natale” a Liberty.

 

Parlando di questo quarto attacco missilistico del 2013 a Camp Liberty. Maryam Rajavi ha detto: “Questo attacco missilistico terroristico è stato il souvenir (del Primo Ministro iracheno  Nuri) al-Maliki ai residenti di Liberty dopo la sua visita a Tehran ed un atto deliberato per fomentare la crisi con lo scopo di mettere in ombra il rapimento degli ostaggi e l’enorme, efferato crimine contro l’umanità commesso a Campo Ashraf  il 1° Settembre che ha suscitato la condanna internazionale, ha dato il via a 108 giorni di sciopero della fame ed ha visto la Corte Spagnola intrappolare il Consigliere per la Sicurezza Nazionale di Maliki.

Ha aggiunto che questo attacco è stato un’altro anticipo che Maliki ha voluto pagare al regime teocratico in Iran perché appoggi il suo terzo mandato da Primo Ministro. Riflette anche il disperato tentativo (del Leader Supremo iraniano Ali) Khamenei di lottare contro il pericolo di crollo che sta affrontando questa teocrazia vulnerabile e ormai invischiata nella crisi. Khamenei sta cercando di salvare il regime mediante il massacro dei membri del PMOI, specialmente dopo aver dovuto assecondare l’accordo per il nucleare.

Maryam Rajavi ha sottolineato che, se gli Stati Uniti e le Nazioni Unite non avessero violato i loro ripetuti impegni scritti riguardo alla sicurezza e l’incolumità dei Mojahedin ad Ashraf e Liberty e se non avessero scelto l’inerzia di fronte al massacro in stile esecuzione e ai rapimenti avvenuti a Campo Ashraf, Maliki non avrebbe mai osato commettere crimini tanto efferati. E specialmente perché il Governo U.S.A., l’Unione Europea e le Nazioni Unite erano state informate dei tentativi dei governanti a Baghdad e Tehran di preparare la scena per un simile attacco. La Resistenza Iraniana li aveva ripetutamente avvertiti delle intenzioni del regime di massacrare i residenti di Liberty.

Nella conferenza del 4 Dicembre al Parlamento Europeo, del 7 Dicembre a Parigi e del 18 Dicembre a Roma, Maryam Rajavi aveva avvertito che “il Governo degli Stati Uniti e le Nazioni Unite sarebbero stati pienamente responsabili di qualunque cosa sarebbe accaduta ai Mojahedin a Liberty”.

Maryam Rajavi esorta gli Stati Uniti, l’Unione Europea, le Nazioni Unite e il Consiglio di Sicurezza di intraprendere serie azioni pratiche per garantire la sicurezza dei residenti nel campo di sterminio di Liberty ed ha aggiunto che la sola azione pratica e definitiva, in grado di impedire ulteriori crimini a Liberty ed il massacro dei rifugiati iraniani, è il loro immediato trasferimento in una struttura temporanea negli Stati Uniti anche se  per un periodo limitato.

Ha chiesto in particolare agli Stati Uniti, che si erano impegnati più volte per la sicurezza e l’incolumità dei residenti, di presentare la questione della sicurezza a Liberty al Consiglio di Sicurezza dell’ONU e di prendere misure adeguate per obbligare il governo iracheno a sottostare ai suoi obblighi internazionali riguardanti la sicurezza e la protezione dei residenti di Liberty e di rispettare gli standards umanitari internazionali nel trattamento dei residenti, fino al trasferimento di tutti loro negli Stati Uniti o in altri paesi.

Maryam Rajavi ha puntualizzato che il Consiglio di Sicurezza deve sollevare la questione di una indagine internazionale esaustiva ed indipendente sul massacro del 1° Settembre 2013 a Campo Ashraf e garantire che questa non si concluda come le precedenti indagini fittizie sui massacri ad Ashraf e Liberty.

Riguardo alla sicurezza e all’incolumità dei residenti di Liberty, Maryam Rajavi si è chiaramente rivolta al Governo U.S.A., ai leaders dell’UE, al Consiglio di Sicurezza dell’ONU al Segretario Generale dell’ONU e all’Alto Commissario dell’ONU per i Rifugiati, perché obblighino il governo iracheno ad accettare i requisiti minimi di sicurezza a Liberty, in particolare il riposizionamento dei 17.500 muri a T, un numero sufficiente di bunkers di cemento ed il trasferimento degli elmetti, dei giubbotti protettivi e delle attrezzature mediche da Ashraf; il permesso per i residenti di costruire, ad esempio i tetti a doppio strato per i containers, e di espandere l’area di Liberty per diminuire il livello di vulnerabilità del campo.

Ha precisato che se questi requisiti minimi, peraltro ripetutamente segnalati ai funzionari americani, iracheni e dell’ONU dopo il primo attacco missilistico a Liberty a Febbraio 2013, fossero stati rispettati, il numero delle vittime a Liberty sarebbe stato molto minore.

Finora sono stati identificati 36 punti di impatto dei missili a Camp Liberty, che possiede  un’area di soli 0,5 km2. Quattro missili da 107 mm non sono esplosi ed il pericolo di una detonazione è sempre presente. Molti sono missili terra-terra da 280 mm, il cui potere  distruttivo è di 20 volte superiore rispetto ai missili da 107 mm. Tre di questi otto missili hanno colpito Liberty e gli osservatori dell’ONU e dell’UNHCR, nonché gli artificieri iracheni, hanno identificato i loro punti di impatto.

Il governo iracheno ha proibito l’arrivo di elmetti e di giubbotti protettivi, di teli, di sacchetti di sabbia, semi, alberi alti più di 150 cm e persino telefoni cellulari a Liberty, affermando che l’arrivo di queste cose va contro la sicurezza e la sovranità del paese. Stranamente, l’arrivo e il lancio di missili lunghi 2 m, del peso di 110 kg cisscuno e con una capacità esplosiva di 20 volte superiore ai missili da 107 mm, in prossimità dell’Aeroporto Internazionale di Baghdad, non va contro la sovranità dell’Iraq e il governo di Maliki è rimasto in silenzio e si rifiuta di protestare o intraprendere qualunque azione al riguardo.

Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana

27 Dicembre 2013 

 

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