
Mansour, 52 anni, era stato prigioniero politico sotto il regime dei mullah nei primi anni ’80, quando era studente alla’Università di Tehran, ed attivista contro il regime dei mullah per più di 30 anni. Nonostante il dolore atroce, le sofferenze e la mancanza di accesso ai servizi sanitari, non ha mai smesso di lottare contro la sua malattia. Oltre alla sua malattia, come altri membri dei Mojahedin a Liberty, soffriva per le conseguenze del recente attacco missilistico contro Liberty. Soffriva da qualche tempo per un linfoma, aveva ricevuto cure mediche specialistiche e la sua malattia avrebbe potuto essere curata o, quantomeno tenuta sotto controllo. Durante la sua ultima visita il medico iracheno gli aveva diagnosticato un’infezione ai polmoni e lo stava curando per questo.
Il 14 Febbraio i residenti di Liberty avevano scritto una lettera congiunta all’Alto Commissario per i Rifugiati affermando che Martin Kobler li aveva trasferiti da Ashraf alla prigione di Liberty utilizzando tre enormi bugie: la conformità di Liberty agli standards umanitari, la promessa di una veloce risistemazione in paesi terzi e la garanzia di sicurezza ed incolumità a Liberty. Col passare del tempo, le incredibili ed astronomiche dimensioni di queste bugie divengono sempre più chiare.
Lo scorso Dicembre, nel suo rapporto sui diritti umani l’UNAMI, con la supervisione di Martin Kobler, ha sovvertito la verità ed ha presentato un’immagine completamente contraria alla realtà di Camp Liberty, allo scopo di mascherare quelle bugie e ha scritto che “…c’è una struttura medica con un medico iracheno a Camp Liberty. Ambulanze sono allertate 24 ore su 24”, mentre in realtà queste strutture non sono altro che due containers e l’unico lavoro del medico iracheno è mandare i pazienti a Baghdad. Con una misura disumana, il governo iracheno ha proibito il trasferimento delle attrezzature mediche dei residenti da Ashraf a Liberty ed ha quindi impedito ai membri dell’OMPI a Liberty di ricevere i servizi e le cure mediche essenziali che avevano ad Ashraf.
La Resistenza Iraniana si rivolge al Governo degli Stati Uniti e alle Nazioni Unite perché intraprendano un’azione immediata per porre fine alle restrizioni sanitarie e al divieto al trasferimento delle attrezzature mediche da Ashraf a Liberty, ricordando che tali restrizioni sono esempi di crimini contro la comunità internazionale, violazioni alla Convenzione di Ginevra e violazioni alle leggi sui rifugiati, ed i colpevoli dovranno essere individuati e consegnati alla giustizia.
Come gli altri residenti di Liberty, Mansour Koufe’i era protetto dalla leggi sui rifugiati nonché dalla Quarta Convenzione di Ginevra. Il numero della Carta d’Identità che il governo americano gli aveva rilasciato a seguito del riconoscimento del suo status di persona protetta era B356AC6D.
Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana
13 Marzo 2013