Comunicato Stampa dell’uffico di Struan Stevenson, Presidente della Delegazione del Parlamento Europeo per le Relazioni con l’Iraq – 6 Marzo 2014
ll golpe di Maliki contro il parlamento. Il colpo mortale al processo politico e la necessità di interrompere gli aiuti economici e militari
Le elezioni devono essere condotte da un governo amministrativo sotto l’egida dell’ONU. Le elezioni con il governo di Maliki non saranno né libere né eque
Alla vigilia delle elezioni irachene, Nuri al-Maliki, il Primo Ministro dell’Iraq, ha fatto un nuovo passo verso l’autocrazia e la dittatura e nel suo messaggio settimanale audacemente ha detto: “La vita del parlamento è arrivata alla fine o la sua leadership ha dichiarato la sua conclusione”. Questo è lo stesso parlamento da cui Maliki ha ottenuto il suo mandato.
Nel suo discorso ha proseguito ulteriormente dicendo: “Ieri, al Consiglio dei Ministri, abbiamo deciso a maggioranza di presentare questo budget e di utilizzarlo, sia che venga ratificato dal parlamento o no”.
Ha affermato esplicitamente che il parlamento non dovrà rifiutare le sue richieste e ha detto chiaramente che quando il governo invia una nuova legge al parlamento “.. la legge subisce dei cambiamenti e vi vengono aggiunte altre cose che la distolgono dal suo obbiettivo originario portandola per un’altra strada e questo impone pesanti costi al governo”. Come tutti i dittatori, egli considera sé stesso il principio della legge e considera l’opposizione a lui come una violazione di legge. Ha detto che il parlamento “con una varietà di violazioni delle leggi…. perde il suo carattere peculiare legislativo e giudiziario…”.
Maliki, che ha già posto sotto il suo controllo la Magistratura con l’appoggio del regime iraniano, ha detto: “Oggi, abbiamo denunciato alla corte federale i metodi e le azioni del parlamento”. Maliki, certo del risultato della sua corte subalterna, ha detto: “Noi speriamo che i membri del parlamento agiranno coraggiosamente nei confronti della sentenza della corte”.
Le dichiarazioni di Maliki non sono altro che un golpe contro il parlamento ed un colpo mortale al processo politico del paese e prova una verità che noi abbiamo ripetutamente affermato: il problema principale dell’Iraq è lo stesso Maliki, il suo monopolio del potere e il suo dispotismo. Calpestando tutte le regole democratiche ed eliminando i suoi oppositori uno dopo l’altro, ha trascinato il processo politico alla distruzione, dato inizio ad una guerra settaria e represso crudelmente gli sciiti. Sembra non ci sia nessun nessun processo giudiziario formale per i molti prigionieri catturati e che vengono ammassati sulle forche.
Ho organizzato una importante conferenza al Parlamento Europeo il mese scorso sui diritti umani in Iraq, coinvolgendo alcuni dei più illustri leaders politici e religiosi. Poi, il 27 Febbraio, abbiamo approvato in parlamento una decisa risoluzione sull’Iraq, la quale afferma chiaramente che “Nuri al-Maliki non si è occupato delle questioni riguardanti la minoranza sunnita; …. la demolizione del campo dei dimostranti sunniti da un anno a Ramadi, per mano del governo il 30 Dicembre 2013, ha fatto precipitare la situazione in un violento scontro nella provincia di Anbar,…” e il Parlamento “..è gravemente preoccupato per l’alto tasso di esecuzioni in Iraq. Chiede alle autorità irachene di introdurre una moratoria sull’attuazione di tutte le condanne a morte. Ritiene che una riforma del sistema giudiziario sia di primaria importanza per ristabilire un senso di sicurezza tra i cittadini dell’Iraq”.
Dato che Maliki, con la guida e il supporto del regime iraniano e attraverso la dittatura e la violenza, ha portato l’Iraq sull’orlo di una guerra civile, noi chiediamo alle Nazioni Unite, al Governo degli Stati Uniti e all’Unione Europea di prendere provvedimenti immediati al riguardo ed evidenziamo quanto segue:
Primo: Tutti gli aiuti militari a Maliki e al suo governo devono essere interrotti. Queste armi vengono usate solamente per uccidere il popolo iracheno, far avanzare il potere del regime iraniano nella regione e diffondere ulteriormente questa guerra settaria in tutto il Medio Oriente.
Secondo: gli aiuti economici degli Stati Uniti e dell’Unione Europea all’Iraq, da una parte scompaiono nel pantano della corruzione del governo di Maliki e, dall’altro lato, vengono usati per la repressione e lo sterminio del popolo iracheno. Questi aiuti devono essere ridotti attraverso uno specifico programma o completamente interrotti.
Terzo: delle elezioni tenute dal governo di Maliki non saranno mai elezioni libere ed eque, specialmente perché il Ministero degli Interni, il Ministro della Difesa e il Ministro della Sicurezza, nonché le altre agenzie per la sicurezza, sono sotto il controllo dello stesso Maliki che le utilizzerà per portare avanti il suo piani personali.
Delle elezioni eque saranno possibili solo con un governo amministrativo provvisorio sotto l’egida delle Nazioni Unite.
Struan Stevenson MPE
Presidente, Delegazione del Parlamemto Europeo per le Relazioni con l’Iraq