venerdì, Marzo 29, 2024
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Iran: Una ritorsione nella guerra segreta tra i pasdaran e l’ asse anglo-americano

ImageCorriere della Sera, 24 marzo – MILANO – «Abbiamo l’ abilità di catturare un gentile gruppo di ufficiali con i capelli biondi e gli occhi azzurri». Il messaggio non poteva essere più esplicito. Ed è comparso pochi giorni fa su Subi Sadhek, settimanale dei pasdaran iraniani. Un articolo legato alla guerra – più o meno clandestina – che oppone l’ asse Usa-Gran Bretagna a Teheran nell’ arena irachena. Il sequestro dei militari britannici segue settimane di tensione, con gli iraniani piuttosto sospettosi sulle intenzioni di Washington e al tempo stesso coinvolti in trame segrete. Gli americani sono convinti che gli ayatollah stiano armando una parte della guerriglia sciita, fornendo esplosivi sofisticati, passando coordinate e informazioni.

Negli ultimi giorni l’ apparato clandestino Qods, legato ai pasdaran, avrebbe finanziato una scissione all’ interno dell’ Esercito del Mahdi di Moqtada Al Sadr. Quasi tremila guerriglieri, premiati con un bonus di 600 dollari e stipendiati con altri 200 mensili, sono passati in Iran per seguire corsi d’ addestramento. L’ Iran – secondo accuse degli esuli – ha aperto numerosi centri di training a Jalil Abad, Karaj, Qom, Isfahan e lungo la frontiera con l’ Iraq. I miliziani seguirebbero corsi di guerriglia, infiltrazione, sabotaggio, uso di missili anti-aerei. Alla guida dei ribelli vi sarebbe l’ ex portavoce di Al Sadr, Qais Al Khazaari. In alcune caserme dei pasdaran sono state invece aperte «sezioni» riservate a volontari stranieri.

Tra loro vi sarebbero anche degli Hezbollah libanesi. In un dossier diffuso negli Stati Uniti gli oppositori descrivono il ruolo chiave di Mohammad Shahlaei, coordinatore del programma d’ assistenza ai ribelli sciiti. È a questo ufficiale che fanno capo nuclei di gruppi diversi: Brigata Badr, Mujaheddin della Rivoluzione islamica, Sayyed Al Shuhada, mahdisti. L’ intelligence inglese ha poi aggiunto che nel settore di Bassora gli 007 iraniani pagherebbero generose ricompense (si parla di 500 dollari) a quanti organizzano attacchi contro le pattuglie della coalizione. Nella provincia di Muthanna, il governatore Ahmad Al Ramisi e due deputati sarebbero legati a filo doppio all’ intelligence khomeinista. Per contrastare il passo alla crescente influenza di Teheran – un pericolo più volte evocato dagli analisti critici verso la politica di Bush – Washington è ricorsa ai muscoli. Una mezza dozzina di elementi dell’ Armata Qods sono stati arrestati a Erbil, in Iraq, mentre il Pentagono ha cercato di dimostrare la provenienza iraniana delle temibili bombe a penetrazione, usate dagli insorti. Un’ offensiva aperta accompagnata da mosse sotterranee in ossequio alle direttive della Casa Bianca: prendete vivi o morti gli 007 schierati dall’ Iran.

E così è stato. Almeno due alti ufficiali dell’ apparato Qods sono scomparsi in Iraq. Il primo, Jalal Sharafi, sarebbe stato sequestrato a Bagdad, il secondo, il generale Mohsen Shirazi, ha invece interrotto i contatti con «Maqar Al Nasr», il comando che sovraintende le operazioni iraniane in Iraq. Ad accrescere i timori dei mullah ha poi contribuito il mistero del generale Ashgari. Alto funzionario della Difesa, probabilmente in possesso di importanti informazioni, ha fatto perdere le sue tracce durante una visita in Turchia. Teheran ha denunciato il suo rapimento, fonti occidentali sostengono invece che abbia «defezionato» e stia ora collaborando con gli americani. Il transfuga – sempre secondo le indiscrezioni – potrebbe fornire informazioni top secret dal nucleare al terrorismo. Davanti ai ripetuti casi di «desaparecidos»,

 l’ Iran ha giocato su due fronti. A livello ufficiale ha cercato di svalutare o screditare gli ufficiali spariti, in modo da bilanciare eventuali rivelazioni imbarazzanti. Dietro le quinte gli ayatollah hanno invece messo in allerta i loro uomini. Pasdaran, agenti segreti ed elementi dell’ Armata Qods sono stati mobilitati in vista di possibili operazioni di ritorsione. Ma negli avamposti iracheni si è anche diffusa l’ inquietudine, con gli iraniani che «vedevano» spie ovunque e temevano per la loro sorte. A Teheran hanno compreso che dovevano reagire con maggiore energia. Sono allora usciti gli articoli con le minacce dei pasdaran, seguiti da movimenti di militanti. La cattura dei soldati inglesi può dunque assumere il significato di un monito, presto seguito da qualcosa di più pesante. Uno scenario ipotizzato dai commentatori più attenti. Dall’ incidente isolato si rischia di passare al conflitto aperto. Gli schieramenti sono già pronti. * * * CONTROFFENSIVA *** Dopo gli arresti di agenti iraniani in Iraq, Teheran ha mobilitato i suoi uomini in vista di possibili operazioni *** MINACCE *** Giorni fa un giornale delle Guardie della Rivoluzione ha scritto: «Possiamo catturare ufficiali stranieri»

Guido Olimpio

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