CNRI, 02 febbraio – Il potere giudiziario dei mullah ha approvato la condanna alla lapidation di un insegnante di musica iraniano, Abdollah Farivar, nella città del nord di Sari. L’insegnante di 49 anni è padre di due figli. Fa appare di seconda vittima di questa punizione crudele questi ultimi otto mesi in Iran. Un altro uomo, Jafar Kiani, è stata lapidata nella città occidentale di Ghazvine in luglio scorso. Il codice penale dei mullah prevede la lapidazione.
L’articolo 104 precisa che le pietre non devono essere troppo grandi per uccidere immediatamente né troppo piccole non per fare soltanto ferire. L’uomo condannato è sepolto fino alla dimensione e la donna, vittima di discriminazione a nella morte, è sepolta fino alle aisselle. La legge precisa che se la vittima riesce ad uscire da terra, deve avere la vita sicura. Fino ad oggi alcune vittime rare che hanno potuto estrarsi del loro pozzo, sono state abbattute da palle. Nove donne e due uomini aspettano per la lapidazione. Il numero crescente di esecuzioni e di lapidazione che non ha alcuna relazione con l’islam, oltre all’esportazione del terrorismo e dell’integralismo in Iraq e la corsa alle armi nucleari sono essenziali alla sopravvivenza del regime.