giovedì, Marzo 28, 2024
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Iran: Un messaggio subliminale dietro le elezioni dei mullah

Perché i politici si mettono in guardia l’un l’altro sulle elezioni del regime?

Le autorità iraniane si mettono costantemente in guardia sull’estrema delicatezza dell’attuale situazione politica, sfruttando qualunque occasione per farlo, comprese le preghiere del venerdì.

In particolare chiedono ai candidati alla presidenza di non mettere in discussione la credibilità degli altri.

I continui avvertimenti lanciati ai candidati e ai media dal leader supremo Ali Khamenei e da altri importanti mullah sono indicativi si una sensibilità molto speciale in queste elezioni.

Gli avvertimenti trasmettono essenzialmente un messaggio: “State attenti a non urtare la sensibilità degli elettori durante la campagna elettorale, perché potrebbe essere pericoloso per l’intero sistema”.

Dopo il secondo dibattito presidenziale di venerdì 5 Maggio Hesam al-Din Ashna, il consulente culturale di Hassan Rouhani ha spiegato: “Per non permettere che i dibattiti creino uno shock nella società, Rouhani ha espresso preoccupazione sulla tranquillità e la pace nel paese”. Tali preoccupazioni sono anche state espresse dal leader supremo e da altri esponenti del regime ognuno a suo modo. Alcuni, ad esempio, hanno detto: “I dibattiti non devono creare ansia nella gente” e “I dibattiti non devono dividere  le persone e creare odio”.

Il risultato è stato che i dibattiti in realtà si sono trasformati più in uno show che in una vera riflessione.

Ora la domanda è: perché i dibattiti presidenziali in un paese dovrebbero essere considerati così pericolosi?

L’incidente avvenuto il 6 Maggio, durante la visita di Hassan Rouhani alla miniera crollata nel nord dell’Iran, nella quale sono rimasti uccisi decine di minatori, potrebbe rivelare un fatto nuovo.

I minatori furiosi e angosciati e i familiari delle vittime hanno aggredito il presidente del regime gridando slogans contro di lui e prendendo a pugni la sua auto.

Lo stesso giorno ad Urmia (Iran nord-occidentale), durante il discorso di Rouhani la gente ha gridato “E’ una bugia! E’ una bugia!”.

Quello che ha detto Mohammad Baqher Qalibaf, uno dei candidati, è ancora più indicativo di questo fatto. Qalibaf parla continuamente della “maggioranza del 4%”. In altre parole sta dicendo che in Iran solo il 4% della popolazione appoggia il governo. Ciò significa che il 96% della popolazione, perlopiù affamata, disoccupata e disillusa, è contraria ai mullah al potere.

Ecco da dove scaturiscono la paura degli esponenti del regime e i loro continui avvertimenti.

 

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