venerdì, Marzo 29, 2024
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Iran: studenti di Tabriz protestano contro la violenza utilizzata dai seguaci di Moussavi

ImageCNRI- Alcuni studenti dell'Università di Tabriz sono stati picchiati mercoledì scorso dopo che avevano protestato contro un raduno dello staff di Mir Hossein Moussavi , ex Primo Ministro del regime  attualmente candidato alle imminenti elezioni presidenziali.
 
Secondo le informazioni esterne all'Iran, la popolazione nel nord ovest della città di Tabriz, si è indignata di fronte ad un video nel quale l'ex presidente dei mullah e alleato di Moussavi, Mohammad Khatami, ha insultato la popolazione degli Azeri durante un raduno privato.

La popolazione di Tabriz, città che si trova nella proviancia occidentale dell'Azerbaijan, è costituita principalmente proprio dalla minoranza etnica degli Azeri.
 
Mercoledì, lo staff di Moussavi aveva previsto di parlare all'Università di Tabriz, ma si è dovuta scontrare con la durezza delle domande poste dagli studenti.
Un sostenitore di Moussavi, Majid Ansari, è apparso nel video offensivo a fianco di Khatami , ma si è rifiutato di scusarsi per gli insulti.
Alcuni studenti hanno portato dei cartelloni con scritto: " Khatami deve scusarsi".
 
La tensione è salita dopo che lo staff di Moussavi ha deciso di attaccare fisicamente i dimostranti. Circa una dozzina di studenti sono rimasti feriti, e alcuni di loro sono stati portati in ospedale dopo essere stati colpiti dai sostenitori di Moussavi.
 
 Un certo numero di studenti ha poi rilasciato delle dichiarazioni condannanod Moussavi e i suoi attacchi violenti contro gli atudenti dissidenti.
Nelle loro lettere, hanno rimproverato la fazione cosiddetta "riformista" del regime, sostenendo che questa tattica "dell'utilizzo del bastone" e dell'esercizio della pressione aumenta solo la convinzione che siano del tutto simili nella natura alle altre fazioni soppressive dei mullah.

Ecco la biografia di Mir Hossein Moussavi

Mir Hossein Mussavi, nato il 1941 ha studiato la scultura all’università di Teheran ha continuato i suoi studi nella ricerca sulle scienze  politiche e islamiche.
Dopo la rivoluzione del 79 fu tra i fondatori del partito Repubblica islamica, l’organo politico particolare del regime khomeinista. Assunse il ruolo importante e ideologico della direzione del giornale Repubblica islamica. Mussavi, che si considera uno che veramente segue la “linea dell’Emam”, attraverso il suo giornale dettava la linea di Khomeini che consisteva avversare il primo governo post rivoluzione. Il giornale che godeva del sostegno totale di Khomeini organizzava la politica contro l’opposizione dei Mojahedin del popolo e incitava i bastonatori contro i dissidenti. Mussavi, il premier negli anni ottanta sia per il suo incarico sia per la sua devozione verso Khomeini ebbe un ruolo determinante negli atti sanguinosi del regime, almeno fino al 1989 che ricopriva l’incarico, tra cui 144 azioni terroristiche all’estero, le fucilazioni di almeno 90 mila dissidenti politici, la fucilazione di 30 mila prigionieri politici in poche settimane nel 1988, l’istituzione del famigerato ministero delle Informazioni e l’inizio degli assassini di catena degli intellettuali. Mussavi fu tra fautori della rivoluzione culturale nelle università, con morti tra gli studenti, epurazione dei docenti progressisti  e la chiusura delle università stesse che ha causato la fuga di milioni studenti e docenti e comunque persone istruite. Il governo di Mussavi conteneva membri tra più corrotti e feroci, tra cui Reyshahri, Rafighduost, Asgaroladi …
Mussavi dal 1989 è membro del Consiglio per i pareri di conformità del regime ed ha partecipato a tutte le decisioni più importanti del regime, coprì l’incarico del supremo consigliere di Khatami tra 1998 e 2005. Mussavi partecipe sempre nei consigli in cui si decideva la politica da seguire in materia atomica.

Mussavi in un’intervista con il sito Salam, nel marzo 2009 dichiarava: “il nostro progresso nella tecnologia nucleare può essere il trampolino per lanciarci ai nuovi spazi e un nostro ritiro causa un arretramento in molti altri campi. E io non credo che nessun governo avrà il coraggio di non seguire la politica del avanzamento, perché, in quel caso dovrà rispondere alle domande della gente. Se vogliamo dar attenzione sui nostri interessi nel lungo tempo dobbiamo capire che nel campo nucleare non dobbiamo avere ripensamenti”.

 

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