Mentre la preoccupazione circa una rivolta diffusa cresce attraverso l’Iran, la “Guida Suprema” del regime Ali Khamenei si è rivolto alla forza paramilitare Basij il 25 novembre, riaffermando il proprio impegno a proseguire nelle politiche attuali nonostante le sempre maggiori critiche. Rispetto agli avvertimenti da parte di autorità e media circa la possibilità di una rivolta nazionale, Khamenei ha enfatizzato il ruolo centrale della forza Basij nel sopprimere il dissenso e sostenere la strategia del regimesia all’interno che a livello regionale.
Khamenei ha evidenziato il ruolo polivalente della Basij come una rete “culturale, sociale e militare” essenziale per la sopravvivenza della Repubblica Islamica. Ha ricordato i suoi contributi nel combattere le minacce interne ed esterne, dicendo: “Basij è uno scudo contro tutte le forme di attacco — che siano in campo militare, sociale o scientifico”.
Fra crescenti pressioni economiche e lamentele pubbliche, Khamenei ha esortato all’espansione e al rafforzamento della forza Basij. “Basij deve essere rafforzata giorno dopo giorno” ha dichiarato. “Dovrebbe essere pronta e presente per sostenere il governo in tutte le aree come il braccio esecutivo dello Stato”.
#Khamenei’s Post-Strike Address Exposes Fears of Regional Setbacks and Regime Insecurityhttps://t.co/CNStufiQYC
— NCRI-FAC (@iran_policy) October 28, 2024
De fronte alle critiche per le sconfitte nella regione, Khamenei ha respinto gli appelli a modificare la sua politica estera, insistendo nel voler raddoppiare il controverso coinvolgimento dell’Iran a Gaza, in Libano e in altre aree. “Il nemico non ha avuto successo a Gaza. Non ha avuto successo in Libano. E non lo avrà” ha affermato, senza riconoscere le sfide alla sua strategia.
Nonostante le richieste dall’interno dell’Iran di ridurre il sostegno ai gruppi armati che agiscono per suo conto nella regione, Khamenei è rimasto sulla posizione di definire l’attuale linea dell’Iran vitale per contrastare l’influenza straniera. “Il modello dell’America per questa regione è una dualità: dittatura o caos” ha detto, aggiungendo: “Basij deve agire contro entrambe le cose”.
Khamenei ha pronunciato questo discorso mentre alti funzionari del regime e media statali diffondono chiari avvertimenti circa il crescente malcontento pubblico. Si evidenzia un insieme di gravi difficoltà economiche, insoddisfazione per le politiche governative e diffuse richieste per un cambiamento. Le osservazioni di Khamenei riflettono una consapevolezza di queste sfide ma non mostrano alcuna intenzione di deviare dalla linea che ha stabilito.
Enfatizzando l’importanza dei Basij e difendendo le proprie politiche, Khamenei cerca di proiettare un’immagine di forza di fronte alle critiche montanti e ai timori per un’imminente rivolta. Tuttavia, la sua insistenza sul raddoppiare l’impegno invece che apportare degli adattamenti può solo approfondire le vulnerabilità del regime.