domenica, Aprile 2, 2023
HomeNotizieResistenza IranianaIran - Maryam Rajavi: “La comunità internazionale deve porre fine al suo...

Iran – Maryam Rajavi: “La comunità internazionale deve porre fine al suo silenzio e al suo immobilismo di fronte ai crimini dei mullah in Iran e nella regione”

Conferenza di Parigi: Appello per la giustizia e per la fine dell’impunità per i responsabili di crimini contro l’umanità in Iran e Siria

Qualunque soluzione che voglia annientare il Daesh deve prevedere la totale scomparsa del regime iraniano dalla regione ed in particolare dalla Siria. Il popolo iraniano odia questa sporca guerra ed è solidale con il popolo della Siria.

Sabato 26 Novembre 2016 si è tenuta una conferenza dal titolo “Appello per la giustizia: Fine dell’impunità per i responsabili di crimini contro l’umanità in Iran e Siria”, nella sala delle conferenze della Mutualité a Parigi, alla presenza della Presidente eletta della Resistenza Iraniana Maryam Rajavi.

A questa conferenza hanno partecipato molte personalità politiche e giuristi di Francia ed Europa, rappresentanti dei paesi del Medio Oriente, nonché molti esponenti dell’Opposizione Siriana.

Nel suo discorso Maryam Rajavi ha definito la politica degli Stati Uniti degli ultimi 16 anni, “disastrosa per il popolo dell’Iran e della regione, poiché ha dato il massimo appoggio al regime teocratico in Iran. Dalla nuova amministrazione, che sta per entrare in carica, il popolo iraniano, la Resistenza e i popoli della regione, si aspettano che gli Stati Uniti rivedano la loro politica”, ha detto.

Maryam Rajavi ha ribadito: “Con l’attuale crisi nella regione, qualunque soluzione che voglia porre fine una volta per tutte alla guerra e all’insicurezza e voglia affrontare specificatamente il problema del Daesh (ISIS/ISIL), dovrà considerare di porre fine all’ingerenza del regime nella regione, in particolare in Siria. Nulla sarebbe più catastrofico che collaborare con il regime iraniano per combattere il Daesh, perché questo rafforzerebbe il regime iraniano e il suo terrorismo ed alimenterebbe il Daesh politicamente e socialmente. Sebbene Khamenei cerchi di giustificare la continua invasione e le carneficine in Siria, attraverso un’assurda retorica sulla difesa del Sacro Tempio, il popolo dell’Iran detesta questa sporca guerra ed è solidale con il coraggioso e fiero popolo della Siria”.

Maryam Rajavi ha poi detto: “Tutti ricordano quanto le sei potenze mondiali, in particolare gli Stati Uniti, abbiano ceduto alle richieste del regime durante i colloqui sul nucleare, accontentandosi di un singolo passo indietro. Allora io misi in guardia contro queste ingiustificate concessioni ai mullah, che non tenevano conto dell’attuazione delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’ONU e del totale abbandono del progetto nucleare del regime. Ma proprio questo accordo, che avrebbe potuto fornire una via d’uscita alla crisi del regime, si è rivelato controproducente. La povertà e la fame opprimono più che mai il nostro popolo e le fazioni interne al regime hanno iniziato a saldare i loro conti. Oggi i mullah non riescono più a contenere le loro stesse fazioni interne, né le proteste popolari, come facevano in passato. Il regime del velayat-e faqih è in una situazione difficile sotto ogni aspetto, ma la strada verso un cambio di regime e il ristabilimento di una repubblica pluralista, basata sulla separazione tra religione e stato, sull’abolizione della pena di morte e la parità delle donne, è accessibile oggi più che mai”.

La Presidente eletta della Resistenza Iraniana ha detto: “Ciò che noi e i popoli del Medio Oriente ci aspettiamo, è che la comunità internazionale ponga fine alla sua politica del  fare concessioni al regime del velayat-e faqih e che ponga fine al suo silenzio e al suo immobilismo di fronte ai crimini del regime in Iran e nella regione. Ci aspettiamo invece che rispetti la lotta per la libertà del popolo iraniano e i desideri dei popoli della regione”.

La conferenza è stata moderata da Sylvie Fassier, rappresentante eletta del popolo francese. Tra gli oratori anche l’ex-senatrice colombiana e candidata presidenziale Ingrid Betancourt, Fatoumata Diarra, giudice del Tribunale Penale Internazionale per la ex-Jugoslavia (ICTY) e del Tribunale Penale Internazionale (ICC) fino al 2003, il Senatore David Norris, ex-candidato alle presidenziali d’Irlanda, Marcin Swiecicki, ex-Sindaco di Varsavia, Sir Geoffery Robertson, Presidente del Tribunale dell’ONU per la Sierra Leone, Florence Berthout, Sindaco del 5° Distretto di Parigi, il vescovo francese Jacques Gaillot e Tahar Boumedra, ex-capo dell’Ufficio Diritti Umani dell’UNAMI, incaricato del caso di Ashraf.

Gran parte della conferenza è stata dedicata alla Siria e alla situazione di Aleppo. Su questo tema hanno discusso l’ex-Primo Ministro algerino Sid Ahmed Ghozali, l’ex-portavoce del governo e del Ministero dell’Informazione giordani Saleh Qallab, Haitham Maleh, leader dell’opposizione siriana e presidente del Comitato Legale della Coalizione Siriana, Michel Kilo, membro del direttivo politico della Coalizione Nazionale Siriana e delle Forze di Opposizione, il giudice francese François Colcombet, Brita Hagi Hasan, presidente del consiglio comunale di Aleppo e Fadel Abdul Ghany, Direttore del Centro Diritti Umani Siriano. 

Anche molti ex-prigionieri politici e giovani sostenitori del PMOI, fuggiti recentemente dall’Iran, hanno partecipato alla conferenza parlando delle loro esperienze, dell’onnipresente repressione in Iran e delle attività del PMOI all’interno del paese.

I partecipanti alla conferenza hanno anche visitato una mostra con le immagini di alcune vittime del massacro di 30.000 prigionieri politici avvenuto in Iran nel 1988.

Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana

26 Novembre 2016

 

FOLLOW NCRI

70,088FansLike
1,629FollowersFollow
41,321FollowersFollow