venerdì, Marzo 24, 2023
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Iran – Italia: La dittatura religiosa non può prendere in ostaggio la democrazia

IL COMITATO ITALIANO DI PARLAMENTARI E  CITTADINI PER L’IRAN LIBERO SMASCHERA LE MINACCE  DEI MULLAH CONTRO L’ITALIA

ImageIl regime iraniano detiene un record negativo nel campo della violazione dei diritti umani tra cui sistematiche impiccagioni pubbliche, esecuzioni di minorenni, condanne disumane come la lapidazione, asportazione degli occhi, feroce repressione dei lavoratori, delle minoranze etniche e religiose. Ha anche uno spaventoso record nella sponsorizzazione del terrorismo e nelle interferenze in Iraq e in altri paesi del Medioriente, inoltre cerca di possedere la bomba atomica. Il regime dei mullah con questo dossier sta cercando   di oltrepassare ogni limite, adottando dei comportamenti minacciosi al fine di ostacolare e fermare la libera attività dei rappresentanti degli organi civili e istituzionali italiani che sono attivi nella denuncia della violazione dei diritti umani  e nel sostegno alla giusta resistenza del popolo iraniano contro la dittatura.

Nel giugno scorso, durante la visita di Ahmadinejad in Italia, la reazione negativa  dell’opinione pubblica e della società politica, compresi parlamentari, autorità governative, istituzioni civili, religiose e mass media, ha dimostrato che in Italia gli appelli repressivi e terroristici dei dirigenti della dittatura non suscitano altro che sdegno e disapprovazione. Considerato ciò, occorre far conoscere all’opinione pubblica e ai mass media le varie minacce e le intimidazioni inammissibili da parte del regime dei mullah; soprattutto occorre diffondere la posizione dei parlamentari,  dei senatori, dei partiti e degli attivisti politici italiani.

1-    Il 22 ottobre 2008 nella sala stampa del Senato, alla presenza dei senatori e dei deputati, è stato reso pubblico l’appello firmato dalla maggioranza dei senatori italiani in sostegno alla terza soluzione presentata dalla signora Maryam Rajavi . In questo appello i 167 senatori dichiarano: se la società internazionale non vuole accettare un Iran atomico e aggressivo  o una nuova guerra  deve accettare l’unica soluzione che consiste nel rifiuto della politica di accondiscendenza e nel sostegno al cambiamento democratico per mano della popolazione iraniana. Questa proposta è presentata dalla signora Maryam Rajavi, leader dell’opposizione, a cui hanno dato il loro appoggio 70000 iraniani radunatisi il 28 giugno del 2008 a Parigi.

2-    A proposito dell’appello della maggioranza del Senato e dell’invito rivolto all’opposizione iraniana, il portavoce del ministro degli esteri del regime iraniano, Hassan Ghashghavi, ieri, 27 ottobre, ha dichiarato: ”il governo della repubblica islamica ha consegnato al governo di Roma le sue proteste”.

3-    Il 23 giugno scorso nella sala stampa della Camera, alla presenza dei deputati e dei presidenti delle commissioni parlamentari di vari partiti, è stato reso pubblico l’appello firmato dalla maggioranza dei parlamentari. In tale appello i  320 deputati avevano dichiarato: il regime iraniano con l’intensificazione e l’accelerazione del suo progetto atomico, con le sue interferenze in Iraq e l’esportazione di terrorismo e fondamentalismo in tutta la regione è diventato il più grande problema ed una  sfida internazionale.
L’Organizzazione dei Mojahedin del Popolo iraniano, che è la colonna vertebrale dell’opposizione, grazie alla sua base popolare, al suo programma democratico, alla sua appartenenza alla fede islamica democratica e tollerante, è l’antitesi contro il fondamentalismo e  la chiave della soluzione del problema iraniano e della stabilità nella regione”.

4-    Il 23 luglio scorso la televisione di stato iraniana ha trasmesso alcune dichiarazioni frettolose contro l’appello della maggioranza della Camera  aggiungendo che il ministero degli esteri aveva convocato l’ambasciatore italiano a Teheran, signor Toscani, per presentare le ”proteste” del governo di Teheran contro l’invito e il sostegno offerto alla resistenza iraniana. Contemporaneamente  l’ambasciata a Roma dei mullah, presentando  una nota di protesta al ministro degli esteri italiano, ha definito, in modo volgare e  poco diplomatico,  “totalmente ingiustificabile” l’iniziativa della maggioranza della Camera.
 
5-    Sul piano interno i mass media hanno contemporaneamente  aggredito il governo italiano: il quotidiano statale Keyhan ha etichettato il nostro governo “regime mafioso” e il nostro parlamento ”il parlamento della Mafia”. In risposta alle ingiurie iraniane la nostra collega,  On. Elisabetta Zamparutti,  ha replicato:  sarebbe meglio che Hossein Shariatmadari (rappresentante di Khamenei nel quotidiano Keyhan) si occupasse delle impiccagioni e della repressione in Iran, piuttosto che intervenire negli affari di un parlamento democratico. L’altra collega, l'On. Fiamma Nirenstein del Pdl, ha dichiarato: ”sarebbe meglio che Shariatmadari si occupasse delle mafie iraniane piuttosto che di mafia italiana. Il parlamento italiano rappresenta il popolo”.

6-   In questi giorni il regime iraniano, attraverso vari canali, ha minacciato l’Italia di ridurre il livello delle relazioni diplomatiche, di sostituire l’ambasciatore con l’incaricato d’affari, di ridurre  o perfino interrompere le relazioni economiche ed i contratti commerciali,  diffondendo attraverso  canali diplomatici, politici ed economici  la notizia della riduzione del 20 per cento degli scambi commerciali con l’Italia.

7-   Numerosi deputati e attivisti politici e dei diritti umani hanno informato il nostro comitato dei numerosi contatti allacciati dall’ambasciata a Roma del regime dei Mullah; questi ultimi  minacciano telefonicamente i nostri colleghi chiedendo loro di interrompere il  sostegno all’opposizione  e  l'attività di denuncia contro le esecuzioni e contro la violazione dei diritti umani in Iran.

8-   Il nostro comitato ha anche ricevuto delle informazioni secondo le quali  i mullah cercano di corrompere alcuni personaggi  affinché ostacolino o evitino gli effetti degli appelli del Senato e della Camera in appoggio all’opposizione in cui si condanna la violazione dei diritti umani e l’esportazione del terrorismo .

9-   I metodi ricattatori ed intimidatori utilizzati dal regime dei mullah sono tipici  di una dittatura religiosa che non sopporta nemmeno a 4000 km di distanza la sua opposizione. In molti paesi il regime dei mullah ha utilizzato tali sistemi. Due mesi fa in occasione della partecipazione dei rappresentanti del parlamento giordano alla manifestazione degli iraniani tenutasi a Parigi, i mullah hanno convocato l’ambasciatore in Iran della Giordania. L’anno scorso il presidente della Commissione esteri della Camera dei Comuni di Londra in una relazione presentata il 28 novembre 2007 ha scritto:……..
Nel novembre 2006, in occasione del viaggio del presidente della resistenza iraniana in Norvegia i mullah hanno utilizzato simili metodi ricattatori ed intimidatori. Il quotidiano Dagsavitsen il 4 novembre 2006 ha scritto: l’ambasciatore iraniano ha minacciato che, nel caso in cui il parlamento inviti la signora Maryam Rajavi, leader dell’opposizione, ci saranno delle serie conseguenze nelle relazioni tra L’Iran e la Norvegia. Il sottosegretario al ministero degli esteri norvegese Reymond Yohansen in un intervista con la televisione norvegese NRK ha ribadito: “gli ambasciatori non possono indicare delle linee   guida per i politici norvegesi in materia di relazioni politiche e di incontri politici”.

10-   Secondo le esperienze del  passato le minacce politiche ed economiche dei mullah non hanno alcun valore e sono prive di fondamento. Va ribadito che, più che  l’Italia ad avere bisogno dell’Iran, è quest’ultimo che ha bisogno dell’Italia. I mullah, che continuamente minacciavano di abbassare il livello delle loro relazioni diplomatiche,  oggi hanno mandato il loro ambasciatore a Roma.

11-   I mullah cercano sempre di testare il loro interlocutore sottoponendolo a grandi pressioni. Qualora l'interlocutore accetti le pressioni, aumentano sempre più le loro minacce. Pertanto l’unica risposta  idonea  è un rifiuto  fermo e deciso di  tali metodi inaccettabili,  insistendo sul principio della vita democratica. I mullah devono capire che le loro minacce, dirette a limitare le legittime attività dell’opposizione in Italia, contro la libera professione del parlamento e dei partiti politici, sono totalmente inaccettabili. E' necessario ribadire che la nostra democrazia non diventerà l’ostaggio della dittatura religiosa iraniana.

Il comitato italiano dei parlamentari e dei cittadini per un Iran Libero ritiene doveroso per il futuro smascherare qualsiasi tentativo di presa in ostaggio della democrazia da parte della teocrazia iraniana, onde conservare e difendere i valori democratici italiani. Va ribadito che il regime dei mullah non ha ancora pagato il prezzo delle sue trasgressioni alla legge internazionale, dei crimini commessi all’interno del paese, delle sue interferenze terroristiche in Iraq. Tuttavia, ovunque  abbia incontrato  resistenza, è stato costretto a  ritirarsi, e oggi il nostro paese si trova di fronte a questa esperienza. Noi ringraziamo il Parlamento e il Senato per aver  respinto le minacce e le ritorsioni dei mullah, condannando la violazione dei diritti umani, le esecuzioni in Iran; li ringraziamo per  aver sostenuto la legittima resistenza del popolo iraniano. In conclusione lanciamo un appello al governo, al Parlamento, alle istituzioni civili, ai politici ed ai partiti affinché difendano la democrazia e la libertà di azione dei parlamentari e dei cittadini.

Il Comitato parlamentare e dei cittadini per un Iran Libero
28 ottobre 2008

On. Carlo Ciccioli ( PdL )
On. Elisabetta Zamparutti ( PD )
On. Paolo Guzzanti ( PdL )
On. Roberto Rosso ( PdL )
On. Nicolò Cristaldi ( PdL )
On. Giovanni Mario Salvino Burtone ( PD )
On. Carmelo Porcu ( PdL )
On. Oriano Giovanelli ( PD )
On. Davide Caparini ( LN )
On. Amalia Schirru ( PD )

 

 

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