Un afghano mandato in Siria a combattere per Assad, catturato dalle forze di opposizione
Il regime iraniano ha iniziato a mandare immigranti afghani senza documenti in Siria, come combattenti in prima linea al fianco delle truppe del dittatore siriano Bashar Assad.
Gli afghani sono quasi tutti musulmani sciiti appartenenti al gruppo etnico degli Hazara e vivevano come clandestini in Iran fino a che non sono stati reclutati dalle Guardie Rivoluzionarie del Regime.
Gli è stata data la scelta di combattere in Siria o di finire in prigione, secondo il giornale tedesco Der Spiegel.
Il giornale ha calcolato che almeno 700 afghani siano stati uccisi finora solo nelle battaglie attorno ad Aleppo e Damasco.
Fare affidamento sui combattenti afghani fa parte della strategia iraniana di supporto al regime di Assad, che sta subendo sempre maggiori pressioni dai combattenti dell’opposizione.
Inoltre porta avanti una strategia più ampia dell’Iran in Medio Oriente, secondo il ricercatore Philip Smyth, che in un suo rapporto ha precisato come Tehran stia coordinando una “jihad sciita” in Siria, usando i miliziani suoi complici in Iraq e Libano per rappresentare la difesa del regime di Assad come un obbligo religioso.
Intanto un sito web di news afghano ha pubblicato un articolo su come il regime iraniano recluta gli immigranti afghani. Morad Ali, un rifugiato afghano in Iran, è stato condannato a sei anni di carcere per complicità in traffico di droga. Pochi mesi dopo Ali ha incontrato alcuni reclutatori nella prigione che gli hanno offerto la libertà, a condizione che si fosse unito alle Guardie Rivoluzionarie del regime iraniano (IRGC).
L’offerta prevede anche 600 dollari al mese e un permesso di soggiorno permanente in Iran. Gli sarà dato tutto questo se Ali accetterà di andare il Siria a combattere in favore del regime di Assad.
Per sfuggire alla vita brutale della prigione, Morad Ali accetta l’offerta e va in un campo di addestramento dove incontra decine di altri prigionieri afghani che si preparano ora a diventare eroi della prima linea. In una settimana o poco più Ali, insieme ad altri giovani afghani, viene inviato in un palazzo alto e sperduto in Siria, nei territori di Bashar al-Assad. Morad Ali è stato poi catturato dall’opposizione siriana.
Il regime iraniano ha inviato centinaia di prigionieri afghani e di immigranti afghani senza documenti in Siria costringendoli a combattere contro il popolo siriano.
Non molti di questi giovani sono più ritornati in Iran e si è già sparsa la voce all’interno della comunità afghana in Iran che quella “offerta di libertà” è una trappola. La scelta è tra essere uccisi o essere catturati.