“Non c’è nulla di moderato o di riformista in Rouhani, o nella sue nuove truppe”. “Questi termini non si addicono ad un uomo che appoggia strenuamente la Repubblica Islamica creata con la rivoluzione del 1979. Egli non si oppone al sostegno che il suo paese fornisce al dittatore siriano Bashar Assad, sia con le truppe iraniane che con quelle del suo affiliato, il gruppo terroristico Hezbollah”, ha scritto il Boston Herald in un editoriale pubblicato domenica.
Di seguito il testo dell’editoriale:
Molte notizie sulle elezioni legislative in Iran dello scorso fine settimana, parlavano di una vittoria “dei moderati e dei riformisti” della maggioranza guadagnata dai sostenitori del presidente Hassan Rouhani nella legislatura nazionale e nell’Assemblea degli Esperti, che sceglie il leader supremo del paese.
Questo è un errore. Non c’è nulla di moderato o di riformista in Rouhani, o nelle sue nuove truppe.
Questi termini non si addicono ad un uomo che appoggia strenuamente la Repubblica Islamica creata con la rivoluzione del 1979. Egli non si oppone all’appoggio che il suo paese fornisce al dittatore siriano Bashar Assad, sia con le truppe iraniane che con quelle del suo affiliato, il gruppo terroristico Hezbollah.
Rouhani non ha fatto nulla per riformare un regime che detiene centinaia di prigionieri politici e religiosi. La pena di morte può ancora essere comminata agli omosessuali e agli adulteri. Amnesty International ha detto che lo scorso anno l’Iran ha giustiziato 694 prigionieri in sei mesi, fino alla fine di Agosto scorso, una sconcertante sete di sangue che rende il tasso di esecuzioni, in proporzione alla popolazione, circa 200 volte maggiore di quello degli Stati Uniti (dove le esecuzioni sono in calo da 16 anni).
“Tra i candidati appoggiati da Rouhani ci sono due ex-ufficiali dell’intelligence, che hanno assassinato dei dissidenti, ed un altro che chiese l’esecuzione dei leaders delle proteste del 2009 contro le elezioni truccate”, ha detto Jonathan Tobin del giornale Commentary.
L’ambasciatore iraniano in Libano ha annunciato, due giorni prima delle elezioni, che pagherà 7000 dollari alle famiglie di ogni residente di Gerusalemme est ucciso dalle forze di sicurezza israeliane. Da Ottobre, gli aggressori palestinesi, la maggior parte dei quali ha usato il coltello, hanno ucciso 32 persone a Gerusalemme, perdendo 114 dei loro strada facendo. Questo può solo incoraggiare questi aggressori.
L’Iran ha un Consiglio dei Guardiani che può porre il veto alle leggi e ai candidati. A Gennaio il consiglio ha squalificato tre quinti dei 12.000 che volevano partecipare, compreso proprio qualunque vero riformista o moderato.
Nessun regime cui si debba chiedere il permesso per candidarsi si può definire moderato. Qualunque vera riforma prevederebbe, tra le altre cose, giuste elezioni. Questo non è previsto. Ed un Rouhani “moderato” ancora meno.
Fonte: The Boston Herald