Appello ai Commissari per i Diritti Umani e Rifugiati per garantire la protezione dei residenti di Ashraf
La signora Rajavi ha aggiunto: “Le vostre esigenze sono la protezione internazionale per i residenti di Ashraf, la conferma del loro status di rifugiati collettivi, lo stazionamento di un team di monitoraggio delle Nazioni Unite ad Ashraf, e la conduzione di un’indagine indipendente sul massacro dell’ 8° aprile.
Noi dobbiamo perseguire queste esigenze che sono le esigenze di tutti gli iraniani con tutte le forze utilizzando ogni risorsa ed ogni via politica e diplomatica “.
La signora Rajavi ha ricordato al governo degli Stati Uniti ed ai rappresentanti delle Nazioni Unite la loro responsabilità nei confronti della sicurezza dei residenti di Ashraf e ha ribadito lo status dei residenti ‘come rifugiati politici e persone protette ai sensi della Quarta Convenzione di Ginevra’. Ha chiesto al governo svizzero di ottemperare agli obblighi di responsabilità per l’attuazione della Convenzione di Ginevra per la custodia dei residenti di Campo Ashraf.
Centinaia di iraniani, nel loro quarto mese di sit-in chiedono che le Nazioni Unite e i suoi organi, in particolare l’Alto Commissario per i Diritti Umani signora Navi Pillay, organizzino un team di monitoraggio delle Nazioni Unite di stanza ad Ashraf per assicurare la protezione dei suoi residenti. Essi sottolineano che qualsiasi ritardo da parte delle Nazioni Unite e dei suoi organi nell’intervento per garantire la loro protezione porterebbe ad un grande catastrofe umanitaria.
Rappresentanti del Parlamento svizzero e figure politiche da Ginevra, tra cui Jean-Charles Rielle, Eric Voruz, Jacques Neirynck, Marc Falquet, Nils de Dardel, Alice Glauser-Zufferey, Christine Pergo e Denise Kessler-Nicolet, hanno accompagnato la signora Rajavi in questa visita.
Diplomatici svizzeri, chiedendo nel contempo a pertinenti organi delle Nazioni Unite un’azione urgente per assicurare la protezione dei residenti di Ashraf, hanno esortato il governo svizzero a dichiarare il suo sostegno al piano del Parlamento europeo per il trasferimento dei residenti di Ashraf in paesi terzi. Essi hanno inoltre esortato il loro governo a prendere misure necessarie per assistere i feriti durante l’attacco dell’8 aprile contro Ashraf e garantire i loro diritti come rifugiati.
Quelli che hanno partecipano al sit-in hanno ornato l’intera piazza della Nazione di fronte al Palazzo di Vetro con grandi bandiere iraniane e gli emblemi di Ashraf. Questa manifestazione, che è andata avanti per un paio d’ore è stata accompagnata da vari spettacoli di strada e mostre fotografiche dell’attacco su Ashraf.
Campo Ashraf è la dimora di 3.400 membri della PMOI in Iraq, tutte persone protette ai sensi della Quarta Convenzione di Ginevra. In seguito alla strage dei suoi residenti l’8 aprile da parte dell’esercito iracheno che ha portato alla morte di 36 e il ferimento di 350 di loro, il governo iracheno, per volere del regime iraniano, ha dichiarato che avrebbe chiuso il campo entro la fine del 2011, preparando così il terreno per il massacro dei suoi abitanti.
Le richieste delle delegazioni del Congresso americano e del Parlamento europeo di visitare Camp Ashraf sono state respinte dal Primo Ministro iracheno. Nel mese di luglio, la Corte Nazionale Spagnola ha accettato di indagare sulla strage dei residenti di Ashraf convocando il comandante dell’esercito iracheno e altri due ufficiali in tribunale. Anche Nuri al-Maliki verrebbe convocato subito dopo aver lasciato il suo posto che termina la sua immunità giudiziaria.
Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana
8 Agosto 2011