
E questo mentre, secondo gli impegni assunti a Febbraio ad Ashraf da Gorges Bakoos, consigliere politico di Al-Maliki, alla presenza di Martin Kobler, i controlli avrebbero dovuto essere effettuati solo ad Ashraf al momento della partenza. Durante il trasferimento degli ultimi sei convogli da Ashraf a Liberty erano state applicate le stesse disposizioni e le ispezioni ai check-points nella zona dell’aeroporto di Baghdad che porta a Camp Liberty erano state effettuate con l’ausilio di cani poliziotto, sonar e scanner. Ma il Comitato del Primo Ministro iracheno incaricato della repressione dei residenti di Ashraf, con una mossa fatta per compiacere ulteriormente il regime iraniano, ha ordinato ai suoi agenti in borghese di tormentare i membri dell’OMPI e di rubare i loro averi al loro ingresso a Camp Liberty.
Dopo sei ore di attesa all’ingresso del campo, alle 03:00 di notte (ora di Baghdad) gli agenti hanno trasferito, sotto minaccia, i pazienti e le loro infermiere al quartier generale del battaglione iracheno. Sabato mattina, 15 Settembre, nello stesso quartier generale, Mohammad Sadeq Kazem ha ordinato di tenere i pazienti ed i loro infermieri sotto il sole senza dare loro niente da mangiare o da bere.
Alle 10:00 le condizioni fisiche di due pazienti, Mahmoud Khosravi e Mohammad Afzali, sono divenute critiche e gli agenti hanno dovuto portarli alla clinica di Liberty in stato d’incoscienza.
Nel ricordare che Bardia Amir Mostofian, residente di Ashraf, ha perso la vita il 20 Marzo 2012 a causa di un arresto cardiaco dopo 48 ore di continue ispezioni e della stanchezza, la Resistenza Iraniana ha dichiarato a Martin Kobler e al suo vice a Baghdad, Giorgy Busztin, in un conversazione telefonica tenutasi la notte di Venerdi 14 Settembre, che il governo iracheno e l’UNAMI saranno ritenuti responsabili dell’incolumità di questi sette pazienti disabili e delle loro infermiere.
Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana
15 Settembre 2012