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Il regime iraniano invita gli scrittori e i giornalisti iracheni a collaborare con il regime e smettere di opporvisi offrendo incentivi o minacce

Contemporaneamente al diffondersi della protesta popolare in Iraq contro l’ingerenza del regime dei mullah e l’escalation della pubblica condanna contro il criminale attacco missilistico contro Camp Liberty, gli agenti dell’intelligence del regime iraniano e la forza terroristica Quds nell’ambasciata del regime a Baghdad stanno cercando ancora una volta di convincere i giornalisti e gli scrittori nazionalisti iracheni a collaborare con il regime o almeno a smettere di opporvisi, offrendo incentivi o minacciandoli.  Per ottenere la loro fiducia questi agenti, che lavorano sotto la supervisione di Ali Navidi (capo degli agenti dell’intelligence nell’ambasciata) inizialmente contattano illustri scrittori e giornalisti iracheni proponendo loro di partecipare alla creazione di una agenzia giornalistica, di un giornale, di un sito web di news politiche, di programmi TV o di scrivere articoli in favore del regime e contro il PMOI in cambio di grossi salari. Questi vengono anche invitati a visitare l’Iran con la scusa di “vedere la realtà con i loro stessi occhi”. Però, quando questi trucchi non funzionano, gli agenti dell’intelligence ricorrono alle minacce.

Safi Yesseri, noto scrittore iracheno, ha rivelato questo complotto ed ha scritto in un comunicato il 4 Agosto 2013, che l’ambasciata del regime ed Ali Navidi stanno facendo nuovi tentativi “attraverso cittadini iracheni, per provocare la resa dei nazionalisti iracheni e degli scrittori amanti della libertà che difendono il diritto, la giustizia e l’umanità e protestano contro il male, l’ingiustizia, la tirannia e il crimine…” Ed ha aggiunto: “dopo non essere riusciti a spaventarmi con minacce di azioni legali e minacce di eliminazione fisica per me e la mia famiglia, ora l’ambasciata ha assoldato un iracheno che esercita la nostra stessa professione e lo ha mandato da me per propormi di lavorare in una grossa agenzia giornalistica che inizierà ad operare a spese dell’ambasciata iraniana. Mi ha detto di essere pronto ad avere un colloquio con me ovunque io sia, fosse anche a Parigi, o in Ucraina, in Turchia o a Mosca: loro pagheranno qualunque cifra che chiederò.”

Secondo questo comunicato, quando il contatto dell’ambasciata ha scoperto che Yasseri non era disposto a negoziare sui suoi principi, ha iniziato a minacciarlo dicendo: “..l’ambasciata ha i tuoi files particolari e sa tutto di te. Osserva le tue azioni e i tuoi movimenti.”

La Resistenza Iraniana ha già altre volte rivelato il ruolo di Ali Navidi. Navidi era incaricato di fornire e trasportare tutto il necessario per gli agenti che hanno torturato i residenti di Ashraf con 300 altoparlanti per 22 mesi. Haj Ali Navidi aveva una strettissima relazione con Sorayya Abdollahi, uno dei principali organizzatori di questa tortura psicologica.

Il Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana, in un suo comunicato del 14 Maggio 2010, ha rivelato che Haj Ali Navidi, con l’assistenza di altri agenti come Mostafa Mir- Mohammadi e Massoud Khodabandeh, minacciando e offrendo incentivi cercava di persuadere quelli che avevano lasciato Ashraf ed erano andati all’Hotel Mohajer di Baghdad, a tornare in Iran e a lavorare per il MOIS.

Il comunicato del 10 Maggio 2011 diceva: “Haj Ali Navidi ha portato molti mercenari iracheni ed agenti legati al regime ad Ashraf il 6 Maggio per  manifestare il loro appoggio al massacro dei residenti di Ashraf dell’8 Aprile dello stesso anno. Questi individui sono poi andati all’ambasciata del regime l’8 Maggio per ricevere il loro compenso da Navidi.”

Il comunicato del CNRI del 18 Febbraio 2011 diceva: “Le forze irachene hanno piantato ieri due nuove torrette sul fianco meridionale e su quello orientale di Ashraf per installare altri megafoni ed intensificare la tortura psicologica contro i residenti di Ashraf.

Queste misure sono state condotte da Ali Navidi e Nasseri nell’ambasciata del regime e da Jabbar Ma’mouri e Nafe’ Issa, due agenti della forza Quds, sul luogo.

Nafe’ Issa è ritornato ieri dal suo viaggio in Iran. Alla fine di questo ridicolo show, il messaggio di Danaii-far, l’ambasciatore del regime in Iraq, è stato letto alla gente che chiedeva la partenza del PMOI da Ashraf.”

La Commissione per la Sicurezza e l’Anti-Terrorismo del CNRI chiede ai difensori dei diritti umani e della libertà di parola, così come ai partiti iracheni e ai politici nazionalisti, di condannare queste misure repressive dell’ambasciata del regime dei mullah rivolte contro questi illustri giornalisti e scrittori iracheni ma anche contro la libertà di espressione in questo paese.

Commissione per la Sicurezza e l’Anti-Terrorismo del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana

6 Agosto 2013

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