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Il messaggio che dobbiamo inviare all’Iran

di Tom Ridge
Pubblicato il 26 gennaio 2012
| FoxNews.com

Diversi anni fa, un leader politico del Libano, Paese lacerato dalla guerra, ha osservato che nella sua parte del mondo è meglio essere rispettato che piacere.
Quando si tratta di Iran, gli Stati Uniti né sono rispettati, né piacciono.
Al contrario, la leadership dell’Iran esprime odio e disprezzo per i valori occidentali e per gli Stati Uniti. Presidente Obama, il tempo stringe. È tempo di agire unilateralmente e con decisione, e di sostenere pubblicamente l’opposizione democratica in Iran. Dopo le minacce iraniane di chiudere lo Stretto di Hormuz, gli eventi recenti dimostrano ulteriormente l’impotenza di cinque anni di risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’ONU e delle sanzioni economiche dell’Occidente per impedire al regime terrorista dei mullah di raggiungere l’arma nucleare:
– Gli osservatori internazionali hanno confermato che l’Iran ha iniziato l’arricchimento dell’uranio presso il nuovo impianto sotterraneo Fordo vicino a Qom.
– Un tribunale iraniano ha condannato un ex soldato degli Stati Uniti, Amir Mizaei Hekmati, a morte con accuse montate di spionaggio per la CIA.
– Folle mobilitate dal regime hanno cantato “Morte all’America” accompagnando il corteo funebre di uno scienziato nucleare iraniano ucciso da una bomba mentre si stava recando al suo nefasto lavoro.
Chiaramente, l’impegno diplomatico non è riuscito a fermare la corsa al nucleare di Teheran. Le sanzioni sono state insufficienti.
In questa era della Primavera Araba è tempo di sostenere il cambiamento di regime in Iran dall’interno.
L’Amministrazione Obama dovrebbe sostenere le aspirazioni democratiche del popolo iraniano e il suo movimento di opposizione più efficace, i Mujahedin-e-Khalq (MEK / OMPI).
Purtroppo, e senza giustificato motivo, il Dipartimento di Stato continua a mantenere il MEK, un dichiarato alleato democratico, nella lista delle “organizzazioni terroristiche straniere” (FTO), anche se non soddisfa nessuno dei criteri previsti per l’inserimento.
L’amministrazione Clinton inizialmente aggiunse il MEK alla lista nera del Dipartimento di Stato nel 1997 come parte di una manovra politica di accondiscendenza verso l’Iran – questo avvenne in un momento in cui si pensava erroneamente che quel Paese fosse in movimento verso la moderazione.
I mullah, che odiano e temono il MEK come una minaccia esistenziale, avevano chiesto che il gruppo fosse inserito nella lista come una precondizione per potenziali negoziati con gli Stati Uniti. Tali negoziati non si sono mai realizzati, e oggi il regime dei mullah di Teheran è il principale sponsor statale mondiale del terrorismo, responsabile di innumerevoli morti americane.
L’ingiusta designazione è stata mantenuta dalle Amministrazioni successive in un tentativo di persuadere l’Iran ad abbandonare il suo programma nucleare.
Purtroppo, ora vediamo i risultati di tale politica fallimentare: l’Iran non è affatto più vicino alla moderazione, avendo recentemente complottato per assassinare, sotto gli occhi del mondo, l’ambasciatore saudita sul suolo degli Stati Uniti; L’AIEA avverte che le ambizioni nucleari dell’Iran sono in realtà più vicine a essere realizzate, e la mancata cancellazione del MEK dalla lista, in assenza di qualsiasi base giuridica o fattuale per l’inserimento, continua a ostacolare le prospettive per un cambiamento democratico in Iran.
Questa follia ha dato all’Iran e ai suoi emissari una licenza di uccidere migliaia di membri del MEK, anche con un massacro l’8 aprile dello scorso anno che ha ucciso o ferito centinaia di persone disarmate a Camp Ashraf, in Iraq – a ciascuno dei quali erano state date garanzie scritte di protezione da parte del governo degli Stati Uniti.
Ora che le truppe statunitensi hanno lasciato l’Iraq, l’Iran è determinato a estendere la propria influenza nella regione e ha giustificato la propria brutalità qualificando quelle persone come “terroristi”.
In qualsiasi modo i propagandisti di Teheran caratterizzino le prospettive politiche, la cultura o la storia del MEK, per me è chiaro che i dissidenti iraniani indifesi a Camp Ashraf sono impegnati per un cambiamento non violento di regime e per un futuro iraniano democratico, libero dal nucleare.
Il MEK ha fornito all’Occidente preziose informazioni sulla posizione dei principali siti nucleari iraniani e non pone alcuna minaccia alla sicurezza degli Stati Uniti. Il loro leader carismatico, signora Maryam Rajavi, che conosco e ammiro, sostiene i diritti umani per tutti, gli stessi principi che nutre ogni americano.
Tribunali del Regno Unito, dell’Unione Europea e degli Stati Uniti hanno concluso che non vi è alcuna giustificazione legale per mantenere il MEK sulla lista delle organizzazioni terroristiche straniere.
Ciascuno dei residenti di Camp Ashraf è stato intervistato dall’FBI e dai servizi militari degli Stati Uniti e non c’è mai stata una scintilla di prova che alcuno in quel campo fosse motivato da, interessato a, o in grado di condurre atti di terrorismo contro questo Paese. Ricordate: essi consegnarono tutti i loro mezzi di auto-difesa in cambio della promessa da parte dell’America di fornire loro sicurezza.
Circa 100 membri del Congresso, in un’iniziativa bipartisan, hanno chiesto che il MEK sia cancellato dalla lista. Il suo infondato inserimento serve solo come licenza di uccidere sia per le forze irachene che per i tribunali di regime in Iran, che regolarmente arrestano, torturano e uccidono persone sulla base della loro appartenenza al MEK.
È una vergogna che il processo di designazione del Dipartimento abbia erroneamente mantenuto la lista nera per ragioni politiche fuorviate. Considerate questo: il MEK è sulla lista – i talebani no.
Quasi due anni dopo che una Corte d’Appello degli Stati Uniti ha rilevato che il Dipartimento di Stato ha violato il diritto del MEK a un giusto processo, e ha ordinato una rivalutazione, il Segretario di Stato Clinton sta ancora “rivedendo” la designazione.
Mentre un incoraggiato Iran è sempre più vicino all’arma nucleare, la designazione infondata del MEK è un cardine nella cruciale prova di volontà tra l’Iran e l’Occidente – una prova che l’amministrazione Obama non può permettersi di fallire.
La designazione è stata e continua ad essere il singolo maggiore ostacolo agli sforzi delle Nazioni Unite per il reinsediamento dei residenti di Ashraf in altri Paesi. Nessun Paese è ansioso di accogliere qualsiasi membro di un gruppo che gli Stati Uniti hanno designato come un’organizzazione terroristica.
Liberare il MEK dall’ingiusto inserimento nella lista nera e tenere fede alle garanzie degli Stati Uniti di proteggere l’opposizione iraniana a Camp Ashraf invierà al regime terrorista dei mullah a Teheran esattamente il messaggio che ha bisogno di sentire: i mullah non decidono la politica estera degli Stati Uniti e l’America mantiene le sue promesse.

Tom Ridge è stato il primo Segretario della Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti d’America. È inoltre l’ex governatore repubblicano della Pennsylvania.
http://www.foxnews.com/opinion/2012/01/26/message-need-to-send-to-iran/

 

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