Difendere i diritti delle donne e delle atlete iraniane!
Venerdì 19 Giugno 2015 durante una partita della Coppa del Mondo di Pallavolo allo Stadio Azadi di Tehran, agenti e mercenari del regime iraniano hanno violentemente aggredito le donne iraniane e persino le giornaliste iraniane e straniere, picchiandole ed impedendo loro di entrare nello stadio che ha una capacità di 12.000 posti.
E ciò nonostante il governo del mullah Rouhani avesse dichiarato che avrebbe rilasciato l’autorizzazione per le donne a partecipare a questa partita internazionale. Invece le forze di sicurezza e gli agenti repressivi del regime hanno ignorato gli inganni del governo Rouhani ed hanno annunciato ufficialmente che alle donne non è consentito assistere alle partite e le hanno avvertite di non andare allo Stadio Azadi. Ciononostante molte donne e giornaliste si sono presentate allo Stadio Azadi dove sono state aggredite dagli agenti di sicurezza del regime.
E’ da molto tempo che i disordini provocati dalla presenza delle donne alle competizioni sportive in Iran si sono rivelati problematici per il regime iraniano. La Federazione Internazionale Pallavolo (FIVB) il mese scorso ha annunciato che impedire la presenza delle donne negli ambienti sportivi e privarle di assistere alle partite è una violazione della Carta Olimpica, che se proseguirà porterà all’espulsione delle squadre di pallavolo del regime dagli incontri internazionali. Così l’apparato demagogico e sputa-bugie del regime, attraverso il governo Rouhani, aveva annunciato che il problema della presenza delle donne negli stadi sarebbe stato presto risolto. Ma questa vana promessa è durata solo pochi giorni e con l’aggressione e il pestaggio delle donne avvenuto ieri, questo regime misogino dei mullah persiste nelle sue politiche reazionarie e medievali.
Intanto la FIVB e il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) chiudono gli occhi di fronte ai diritti delle donne e del popolo iraniano aderendo alla politica di accondiscendenza dei governi occidentali e ai negoziati con il governo Rouhani. Ignorano le vergognose violazioni dei diritti delle donne iraniane, contrarie alla Carta Olimpica, per compiacere i mullah.
Il Comitato Sportivo del Consiglio Nazionale della Resistenza critica e condanna questa politica reazionaria che bandisce la presenza delle donne negli stadi. Questo comitato sottolinea che rinunciare a cacciare la Federazione Pallavolo del regime dalla Federazione Internazionale Pallavolo rientra nella politica di accondiscendenza e viola la Carta delle Nazioni Unite, la Carta Olimpica e i diritti fondamentali delle donne iraniane.
Non c’è alcun dubbio che qualunque politica che vada contro il popolo iraniano sotto forma di diplomazia da ping-pong, wrestling e ora da pallavolo, non condurrà a nulla e il popolo iraniano rovescerà presto questa dittatura misogina e religiosa e lo getterà nel secchio della spazzatura della storia. Quindi i governi compiacenti e predatori che ricorrono a queste misure disumane contro le donne e il popolo iraniano, riusciranno solo ad infangare la propria immagine.
Il Comitato Sportivo del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana chiede a tutte le donne, agli uomini e agli atleti iraniani di ribellarsi al regime teocratico in ogni città e stadio dell’Iran e chiede l’espulsione del regime iraniano dalle federazioni internazionali e dal Comitato Olimpico Internazionale.
Comitato Sportivo del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana
Moslem Eskandar Filabi
20 Giugno 2015