Interno della prigione di Adelabad a Shiraz, Iran meridionale
I prigionieri politici e gli attivisti iraniani hanno intensificato la loro protesta contro il forte aumento delle esecuzioni, segnando la 51a settimana della campagna “I martedì del No alle esecuzioni”. Il movimento condanna la conferma delle condanne a morte per i prigionieri politici Mojahed Kurkur e Pakhshan Azizi, così come dei sostenitori dell’Organizzazione dei Mojahedin del Popolo dell’Iran (OMPI/MEK) Mehdi Hassani e Behrouz Ehsani da parte della Suprema Corte del regime.
In una dichiarazione, la campagna ha descritto queste sentenze come “medievali” e ha giurato di lottare per l’abolizione della pena di morte in Iran. Nel mezzo delle crisi economiche e politiche in corso, il regime ha intensificato le esecuzioni, giustiziando presumibilmente oltre 100 individui dall’inizio di gennaio nel tentativo di reprimere il dissenso. I prigionieri di 34 strutture in tutto il paese, tra cui le prigioni di Evin e Ghezel Hesar, hanno lanciato uno sciopero della fame martedì 14 gennaio per protestare contro queste sentenze. La campagna ha esortato tutti gli iraniani a unirsi alla lotta contro il crescente uso della pena di morte.
Dichiarazione della campagna “I martedì del No alle esecuzioni”:
Detenuti di altre quattro prigioni si uniscono alla campagna “I martedì del No alle esecuzioni” nella sua 51a settimana
È stata annunciata la partecipazione di detenuti delle prigioni Haviq Talesh, Borazjan, Jovin e del reparto femminile della prigione di Adelabad a Shiraz.
La campagna condanna fermamente la conferma delle condanne a morte per i prigionieri politici Behrouz Ehsani, Mehdi Hassani, Pakhshan Azizi e Mojahid Kurkur da parte della Corte Suprema.
Di fronte alle crescenti crisi economiche, culturali e politiche in Iran, il regime, paralizzato dalla corruzione sistemica e dall’inefficienza strutturale, ha raggiunto un punto morto ed è incapace di affrontare questi problemi. Di conseguenza, le proteste di vari segmenti della società si verificano quotidianamente.
The lives of political prisoners Behrouz Ehsani (69) & Mehdi Hassani (48) are in grave danger as Iran’s Supreme Court upholds their death sentences.
Tortured and denied fair trials, they face imminent execution.
Raise your voice. Call on the UN to intervene now.… pic.twitter.com/S1lo3Mjec6— IRAN HRM (@IranHrm) January 8, 2025
Per i governanti autoritari dell’Iran, è evidente che questa diffusa insoddisfazione porterà presto a un’altra ondata di rivolte su larga scala, mettendo l’esistenza stessa di questo regime oppressivo su un ripido declino verso il collasso. In un calcolo errato, il regime ha fatto ricorso a un aumento delle esecuzioni nel tentativo di diffondere paura e scoraggiare le proteste. Da martedì scorso a oggi, almeno 17 individui sono stati giustiziati e dall’inizio di gennaio le esecuzioni sono state almeno 102.
La situazione dei prigionieri politici
• Sit-in di protesta nel reparto femminile di Evin: prigioniere politiche della prigione di Evin hanno attuato sit-in di protesta contro queste sentenze di morte.
• Mehdi Hassani: è uno dei prigionieri politici a rischio imminente di esecuzione.
• Behrouz Ehsani Islamloo: gli sono state negate le comunicazioni con l’esterno, lasciando la sua situazione incerta.
In precedenza, sono state confermate le condanne a morte di Mojahid Kurkur, di quattro prigionieri politici baluci e di quattro prigionieri politici arabi, tutti in imminente pericolo. Nel frattempo, prigionieri condannati a morte per crimini non politici vengono giustiziati ogni giorno.
In risposta a queste sentenze disumane, molti attivisti politici, sia dentro che fuori dalle prigioni, insieme alle famiglie che chiedono giustizia, hanno reagito con forza attuando proteste contro queste condanne a morte.
Come affermato ripetutamente dalla campagna, l’abolizione della pratica disumana delle esecuzioni è possibile solo attraverso la solidarietà, l’azione collettiva e un’ampia partecipazione pubblica.
The 50th week of the "No to Execution Tuesdays" campaign saw prisoners in 30 Iranian prisons on hunger strike, defying a regime that executed 1,000 in 2024 alone. Justice, solidarity, and resistance grow stronger.#FreeIran2025 #StopExecutionsinIran pic.twitter.com/H8vrlz31k0
— SIMAY AZADI TV (@en_simayazadi) January 7, 2025
Martedì 14 gennaio 2025, nella 51a settimana della campagna, detenuti di 34 strutture attueranno uno sciopero della fame per protestare contro le esecuzioni.
Evin Prison (women’s ward, wards 4 and 8)
Ghezel Hesar Prison (units 3 and 4)
Karaj Central Prison
Greater Tehran Penitentiary
Khorein Varamin Prison
Arak Prison
Khorramabad Prison
Asadabad Prison, Isfahan
Dastgerd Prison, Isfahan
Sheiban Prison, Ahvaz
Shiraz Military Prison
Bam Prison
Kahnuj Prison
Tabas Prison
Mashhad Prison
Qaemshahr Prison
Rasht Prison (men’s and women’s wards)
Rudsar Prison
Ardabil Prison
Tabriz Prison
Urmia Prison
Salmas Prison
Khoy Prison
Naqadeh Prison
Saqqez Prison
Baneh Prison
Mariwan Prison
Kamyaran Prison
Haviq Talesh Prison
Adelabad Prison in Shiraz (women’s ward)
Jovin Prison, Razavi Khorasan Province
Borazjan Prison, Bushehr Province
la 51a settimana della campagna
Martedi 14 gennaio 2025